15 Luglio 2022 - 10.57

Governo: la crisi dell’assurdo

Paese di Pulcinella, Bonuslandia, francamente cominciano a mancarmi le definizioni per descrivere l’ Italia, che i nostri Demostene sono riusciti nel tempo a trasformare nel palcoscenico di una pièce da commedia dell’arte, in cui si muovono Balanzoni, Arlecchini, Brighella, Colombine, Pantaloni, povere maschere da avanspettacolo, però tutti intimamente convinti di essere dei novelli Churchill.

Ieri si è raggiunta l’apoteosi della mala politica, o forse sarebbe meglio di dire della non politica, quando il Movimento 5 Stelle, la creatura di Beppe Grillo, ha negato la fiducia al premier Mario Draghi per una serie di motivazioni fra cui spicca il “No al termovalorizzatore di Roma”.

Si amici miei, l’avvocato del Popolo Giuseppe Conte ha deciso di affossare il Governo con questi chiari di luna perché Virginia Raggi ed i grillini romani non possono accettare che finalmente nella capitale più sporca e degradata d’Europa si cerchi di trovare una soluzione al problema della “mondezza”.

Non so che calcoli abbiano fatto l’avvocato di Volturara Appula ed i suoi consiglieri, fra cui spicca sempre il solito Rocco Casalino, quando hanno deciso di uscire dall’aula del Senato per non votare la fiducia all’Esecutivo.

Probabilmente le teste d’uovo del  Movimento 5 stelle erano convinti di poter  tirare la corda, di mettere in piedi un tira e molla indecoroso, per ottenere quello che volevano senza pagare pegno.   

Probabilmente valutavano fosse possibile riprendere un ruolo di opposizione “de facto” al Governo, rimanendo però al suo interno, senza che nessuno trovasse qualcosa da ridire.

Ma hanno fatto molto male i loro conti, perchè non hanno previsto che Mario Draghi non è Giuseppe Conte.

Se un partito della sua maggioranza non vota la fiducia al suo Governo, Draghi  non è tipo da telefonare a Lello Ciampolillo per avere il suo voto al fotofinish come si dice abbia fatto a suo tempo “l’avvocato con la pochette”.

Mario Draghi, per cultura politica, per competenza, per storia personale, non è un uomo per tutte le stagioni, e quindi, pur avendo incassato la fiducia anche senza i grillini, ha fatto quello che impone in primis la dignità, e poi una corretta interpretazione della Costituzione; è salito al Colle a presentare le proprie dimissioni da premier.

Che poi Matterella le abbia respinte era del tutto prevedibile perché per poter sciogliere le Camere non basta l’uscita dall’aula di un gruppo politico; serve che in Parlamento, davanti agli italiani, si palesi l’impossibilità di costituire una qualsiasi maggioranza di Governo, e questo è il senso del rinvio alle Camere.

Ho sentito qualche giornalista e qualche politico commentare ieri le dimissioni del premier con la frase “Draghi ha le palle!”.

Questa frase le dice lunga su quanto la nostra politica sia caduta in basso, se rispettare il dettato costituzionale, dimostrando di non avere alcun interesse per la poltrona costi quel che costi, si traduce in “avere le palle”.

Certo che se si confronta il modus operandi di Draghi, la sua serietà e la sua fermezza, con quanto abbiamo visto nel corso di questa legislatura dominata almeno numericamente dai grillini, allora tutto torna.

Già perché abbiamo visto i pentastellati dirsi a seconda delle occasioni europeisti e antieuropeisti, sovranisti e antisovranisti, antiamericani e ultra-atlantisti.

Gli storici del futuro, quando descriveranno questa sgangherata commedia all’italiana certamente indicheranno la crisi aperta da Salvini nel 2019 come “la crisi del Papeete”, e quella di ieri come la “crisi del termovalizzatore”.

E sicuramente nelle Cancellerie, oltre alla preoccupazione per un Paese con un debito pubblico mostruoso, ci sarà anche qualcuno che sorride, come sorrisero nel 2011 Merkel e Sarkozy a certe uscite di Berlusconi.

Certo ad essere deriso quel giorno fu il Cavaliere, ma io ho sempre pensato che quello scherno fosse rivolto all’intera classe politica italiana, incapace per i suoi bizantinismi, i suoi giochi di palazzo, il suo linguaggio incomprensibile, ad essere un interlocutore affidabile a livello internazionale.

Per rendervi conto direttamente del “ballo dell’assurdo” messo in piedi ieri da Conte e compagnia cantante, provate a spiegare a qualche vostro amico che vive all’estero le motivazioni della crisi del termovalorizzatore.

Provare per credere, come dicono gli imbonitori!

Io l’ho fatto, e a parte le risate di scherno e di incredulità che mi sono piovute addosso quando accennavo appunto al casus belli dell’inceneritore romano, un amico che “mastica” di economia e politica internazionale mi ha fatto qualche semplice osservazione.

Mi ha detto in estrema sintesi: “Ma vi rendete conto che avete costretto alle dimissioni l’unica, e sottolineo l’unica, personalità politica rispettata a livello globale, ed in grado di dialogare ed essere ascoltata dai leader mondiali”?

“E poi proprio in un momento in cui si sentono sinistri scricchiolii a livello planetario”?

“Un momento in cui  il rischio reale è quello di una destabilizzazione dei debiti asiatici (vedi cambio dollaro/bath tailandese, e possibile  necessità di una moratoria forzata sul debito da real estate cinese) che si combini con la crisi da inflazione e fame del Nord Africa”?

“Cosa succederebbe all’Italia se   l’intero Nord Africa, Libia in testa, fosse travolto da rivolte per il pane ed il caro vita, trasformando il Mediterraneo in un’autostrada per profughi di qualsiasi tipo?

“E con questi scenari voi mandate a casa Mario Draghi?”

Vi confesso che non ho saputo come replicare, anche perchè condivido le osservazioni del mio amico.

Cosa succederà adesso?

Impossibile dirlo nella Repubblica di Pulcinella!

Logica vorrebbe che, esaurita anche questa esperienza del Governo di larghe intese, si andasse a votare, come succede in tutte le democrazie del  mondo, restituendo, come si usa retoricamente dire, la parola al popolo, unico soggetto in grado di legittimare una maggioranza ed un Governo.

L’importante è non illudersi che il bagno elettorale trasformi magicamente i  Balanzoni,  gli Arlecchini, i Brighella, le Colombine,  i Pantaloni, in statisti.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

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