23 Dicembre 2020 - 9.46

Fine di un abominevole 2020: il ricordo di capodanni spensierati

Per essere aggiornato sulle notizie del Veneto iscriviti al gruppo Facebook: VENETO NOTIZIE Per essere aggiornato con Tviweb entra nel GRUPPO FACEBOOK TVIWEB - NOTIZIE VICENZA E PROVINCIA (Clicca qui)

di Alessandro Cammarano

Siamo in dirittura d’arrivo, ancora pochi giorni e questo abominevole 2020 – altro che “anno bisesto” – sarà alle spalle. Non abbiamo nessuna certezza su come sarà il 2021, che comunque si spera porti qualcosa di meno tragico dell’anno che ci lascia, ma qualcosa da festeggiare il prossimo 31 dicembre ci sarebbe davvero.

Purtroppo – un po’ anche per qualche “avventatezza” estiva di troppo – non siamo nella condizione di fare festa come si deve per congedare l’Annus horribilis e allora la mente ritorna ai San Silvestro passati, anche a quelli che all’epoca potevano sembrare sottotono o organizzati in fretta o ancora “subiti”.

I miei 31 dicembre più belli restano quelli dell’infanzia e dell’adolescenza – no, non è il solito Amarcord: è vita – quando da Vicenza si tornava a Roma per le feste e si trovavano nonni, zii e cugini tutti animati dallo spirito giusto.

La fortuna era di abitare più o meno tutti vicini in un fazzoletto compreso tra Parioli-Salario e Vigna Clara – chi conosce Roma sa che sono quartieri centrali – e dunque l’incontrarsi e organizzare era oltremodo facile.

Nonne e zie cucinavano tutte benissimo e le case, ci si turnava, venivano tirate a lucido come nemmeno la reggia di Sandringham alla vigilia dell’arrivo della Royal Family.

Atmosfera irripetibile tra tombole assatanate e mercanti in fiera ricchissimi – con proteste della parsimoniosa zia Maria Antonietta che lamentava il debordare dei rilanci per accaparrarsi l’Anfora o il Cammello – che portava diretta alla mezzanotte e all’imbandigione di una tavola che avrebbe fatto invidia ad un ricevimento diplomatico; non che prima non si mangiasse…anzi, ma i pezzi forti arrivavano col nuovo anno.

Vigeva la legge del “ognuno porta qualcosa”, il che significava una gara che un cooking show attuale viene declassato a mensa ferroviaria. Ci si aggirava tra panettoni gastronomici e galantine di pollo, crostini al salmone e insalate russe fino a culminare in paradisi di pasticceria. Inutile dire che le bollicine correvano a fiumi. Immancabile lo spaghetto finale: un “aglio oglio e peperoncino” dalle insolite proprietà digestive.

Gli anni passarono e vennero i festeggiamenti berici, diversi ma non meno piacevoli. Si era cresciuti, gli amici erano tanti anche qui e il veglione diventò altro.

Vennero i sansilvestri in discoteca, alcuni pianificati con la stessa attenzione che i grandi strateghi solevano tenere elaborando i loro piani d’attacco al nemico in modo da garantirsi il tavolo migliore nel locale più in voga. Si affidava tutto al più sgamato tra gli amici, quello che “conosceva” e soprattutto era in grado di trovare le riduzioni più appetibili per dei poveri universitari. Non sempre tutto filava liscio: nella compagnia – chissà se il termine si usa ancora – c’era sempre, insieme ai simpatici e agli scazzati divertenti, l’ipocondriaca che “oddio speriamo abbiano analcolici perché il prosecco non lo reggo”, lo smargiasso viveur e il suo “se sai bere non hai problemi” che lo portava intorno alle due del mattino a dare di stomaco nel parcheggio con il buon samaritano di turno a reggergli al fronte.

Non infrequenti gli amici “gremlin”, ovvero quelli che abbeverati dopo la mezzanotte subivano trasformazioni che quella di Jekyll in Hyde rientra tra gli “sbalzi d’umore”; due cocktail – generalmente orridi intrugli dai colori improbabili – e il secchione si trasformava in hooligan così come la morigerata diventava una piovra. Quanto ci siamo divertiti.

Ci furono anche i trentundicembre improvvisati a seguito di totale mancanza di idee, spesso assai piacevoli pur nella loro tragicità di fondo.

Ecco dunque l’idea, partorita solitamente intorno al 27 dell’ultimo mese dell’anno, del capogita di turno: “affittiamo una baita in montagna fino al 2 gennaio!!!”. Disgraziatamente gli si dava retta andando incontro ad esperienze fantozziane.

L’organizzatore aveva ovviamente un secondo cugino di una sua zia acquisita che possedeva uno chalet – così il cialtrone presentava l’immobile festaiolo – perfetto alla bisogna. Entusiasmo generale e suddivisione dei compiti tra chi si occupava delle vettovaglie, chi portava i giochi in scatola, chi era chiamato al rifornimento di alcolici.

Bene: arrivati – magari sotto i pochi fiocchi che di lì a due ore si sarebbero tramutati in una tormenta alla Jack London – si scopriva che l’elegante chalet era in realtà una malga diroccata con cesso esterno; seguivano svenimenti delle amiche fighette accompagnati dai moccoli di tutti all’indirizzo del promotore dell’iniziativa.

Dopo due ore di pulizie finalmente si poteva accendere il fuoco per la grigliata, ma nel frattempo le riserve di vino si erano dimezzate, dando via ai “festeggiamenti”; qualcuno, per fortuna, aveva pensato ai botti che illuminavano la landa deserta intorno alla stamberga.

Generalmente si decideva di non dormire, attendendo l’ora di apertura dell’unico bar della frazione più vicina – circa dieci chilometri – per prendere una cioccolata calda corretta rhum. Ovviamente si ricominciava a connettere intorno alla Befana, iniziando a fare progetti per il Carnevale.

Quest’anno, viste le limitazioni stringenti previste, il San Silvestro sarà necessariamente parco tranne per coloro che con italica sagacia decideranno di contravvenire alle regole imposte, sfidando la delazione della vicina di casa. Staremo a vedere: noi saremo in tre, con bollicine, cose buone e Zoom, sperando che il 2021 sia meno pulcioso.

Per essere aggiornato sulle notizie del Veneto iscriviti al gruppo Facebook: VENETO NOTIZIE Per essere aggiornato con Tviweb entra nel GRUPPO FACEBOOK TVIWEB - NOTIZIE VICENZA E PROVINCIA (Clicca qui)
VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA