2 Aprile 2024 - 10.00

Elezioni europee del 9 giugno – Parte prima

Immagino vi sarete accorti che il tema delle elezioni europee di giugno è sempre più presente nelle cronache di giornali e media.

Tutto normale; le elezioni per i Partiti sono una sorta di esame che mette ansia a tutti, a partire dai vertici.

E’ sempre stato così credetemi, ma sicuramente questa tornata ha una valenza ed un interesse maggiore delle precedenti.  

Perché ormai da qualche anno sono ovunque in crescita le forze sovraniste, e per la prima volta i risultati delle urne potrebbero mettere in crisi, e forse in soffitta, la certezza che finora aveva sempre retto l’Unione Europea dal punto di vista politico: vale a dire l’alleanza inossidabile fra i Popolari ed i Socialisti, e che ora potrebbe essere messa in discussione in vista di possibili nuovi equilibri.

Capite bene che potrebbe trattarsi di una svolta epocale, in grado di imprimere nuovi indirizzi alle politiche dell’Unione, ed è per questo che ritengo opportuno approfondire la materia.

Credo infatti che il compito di un Network come la nostra Tviweb  sia non solo quello di fare pura informazione, ma anche quello di fornire al lettore dati ed approfondimenti, al fine per consentirgli di orientarsi, e di esprimere, qualora decida di farlo, un voto consapevole.    

Con particolare attenzione alle ragazze ed ai ragazzi che il 9 giugno voteranno per la prima volta.

In questa prima “puntata” cercherò quindi di fornirvi, spero in modo semplice e comprensibile, la risposta a questa domanda: perché il 9 giugno si vota, e per che cosa si vota?

Credo abbiate ben presente che le elezioni sono finalizzate ad eleggere i Deputati al Parlamento dell’Unione Europea che, va sottolineato, è l’unica assemblea sovranazionale al mondo eletta direttamente dai cittadini.

Quindi dal 6 al 9 giugno circa 400 milioni di cittadini europei saranno chiamati alle urne per rinnovare il Parlamento europeo,  che esercita il potere legislativo insieme al Consiglio dell’Unione Europea.

Le prime elezioni europee si sono svolte a giugno 1979, e dopo quelle di quest’anno inizierà la decima legislatura del Parlamento europeo. 

I Deputati di questa assemblea sono eletti a suffragio universale diretto per un mandato di cinque anni, con un sistema elettorale di tipo proporzionale, in cui ogni Stato membro elegge un numero di europarlamentari in base alla propria popolazione.

Attualmente i parlamentari europei (chiamati anche “europarlamentari”) sono 705. 

Come accennato, ogni Stato membro è rappresentato in base alla propria popolazione, ed ha diritto come minimo a sei seggi: questo è il caso dei Paesi meno popolosi dell’Ue come Malta, Cipro e Lussemburgo.

Il massimo di europarlamentari eleggibili da un singolo Stato è invece 96, che corrispondono ai seggi detenuti dalla Germania. 

L’Italia è il terzo Paese più rappresentato nel Parlamento europeo, con 76 seggi, dietro  alla Francia (79), e davanti alla Spagna (59).

Dopo le elezioni di giugno il numero dei Parlamentari europei salirà a 720, per riflettere i cambiamenti demografici degli ultimi anni. 

Di questo “aggiustamento” non beneficerà però l’Italia, che eleggerà comunque i suoi 76 rappresentanti  (Francia, Spagna e Paesi bassi avranno invece due parlamentari in più  a testa).

Cosa fa il  Parlamento Europeo?

In primo luogo questa assemblea esercita la funzione legislativa insieme al Consiglio dell’Unione Europea, che riunisce i Ministri degli Stati membri competenti per una particolare materie.

Diversamente dai Parlamenti nazionali, di norma il Parlamento Europeo non ha poteri di iniziativa legislativa, ossia non può proporre le leggi, compito questo che spetta alla Commissione Europea.

Nell’ambito del proprio ruolo, il Parlamento si limita quindi a discutere, modificare, ed eventualmente approvare, le proposte della Commissione.

Gran parte dell’attività legislativa del Parlamento Ue viene svolta all’interno delle Commissioni permanenti, la cui composizione rispecchia la proporzione tra i gruppi politici in aula.  

Ad oggi le Commissioni sono 20, ciascuna delle quali competente in una materia specifica (di solito corrispondente ad una Direzione Generale della Commissione Europea).

Non dimenticate questo passaggio, perché ci tornerò più avanti quando parlerò di alcuni nodi politici delle nostre rappresentanze.

Il Parlamento europeo condivide con il Consiglio dell’Unione Europea il potere di bilancio, ossia può decidere sulle entrate e sulle spese annuali dell’Unione Europea. 

In alcuni ambiti, invece, Parlamento Europeo e Consiglio dell’Unione Europea non hanno uguali poteri: è il caso della politica estera e di sicurezza comune, o delle politiche sulla concorrenza. 

In questi settori il Parlamento europeo ha solamente funzioni consultive; meglio il suo compito è quello di esprimere un parere sulle proposte di legge, che il Consiglio dell’Unione Europea deve valutare obbligatoriamente prima di prendere la decisione finale.

Infine il Parlamento europeo ha funzioni di controllo politico nei confronti delle altre istituzioni dell’Ue, in particolare della Commissione Europea, che detiene, tra gli altri, il potere esecutivo, e quello di proporre le leggi. 

Subito dopo le elezioni europee, il Parlamento elegge infatti il nuovo Presidente della Commissione, su proposta del Consiglio Ue, in base ai risultati delle elezioni. 

La prassi prevede che sia scelto un membro del gruppo politico più numeroso all’interno del Parlamento europeo. 

Per esempio, l’attuale presidente in scadenza della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, espressione del Gruppo dei Popolari Europei, ottenne il maggior numero di seggi nelle elezioni del 2019. 

Per essere approvato, il candidato deve ottenere la maggioranza assoluta dei voti (la metà dei deputati più uno) dal Parlamento europeo. Questo meccanismo fa sì che i gruppi politici debbano trovare un accordo tra loro per eleggere la presidenza della Commissione.

Da non sottovalutare il fatto  che, oltre ad eleggere il Presidente della Commissione, il Parlamento europeo può approvare o respingere ciascun candidato proposto dagli Stati membri per il ruolo di Commissario, in seguito ad un’audizione parlamentare. 

Inoltre, su richiesta di un decimo dei Parlamentari europei, è poi possibile votare una mozione di censura nei confronti della Commissione, che in caso di esito positivo la obbligherebbe a dimettersi.

Come pura curiosità, c’è da dire che fino ad ora nessuna mozione di censura è mai stata approvata: nel 1999 la Commissione guidata da Jacques Santer, travolta da uno scandalo di corruzione, rassegnò le dimissioni prima che il Parlamento approvasse la mozione di sfiducia.

Sicuramente ci sarebbe molto altro da aggiungere, ma mi auguro che quello che vi ho detto sia sufficiente per darvi un’idea di cos’è e cosa fa il Parlamento che andremo ad eleggere a giugno.

Credo abbiate capito qual’ è la caratteristica principale della struttura decisionale e gestionale della Ue, organizzata sostanzialmente su questi  Organi: Commissione Europea, Consiglio dell’Unione Europea, Parlamento Europeo, Consiglio Europeo, Corte di Giustizia Europea, Corte dei Conti Europea, Banca Centrale Europea.

Segnalo che due di questi Organi, Il Consiglio Europeo ed il Consiglio dell’Unione Europea, pur avendo un nome simile, e condividendo lo stesso personale, sono profondamenti diversi per ruolo e funzioni.

In particolare il Consiglio Europeo riunisce i Capi di Stato o di Governo dell’Unione europea ed il Presidente della Commissione. La scelta tra Capo di Stato o di Governo come rappresentante di ogni Stato membro nelle sedute spetta all’ordinamento del singolo Paese (es. per l’Italia partecipa ora Giorgia Meloni,  per la Francia Emmanuel Macron).

Il Consiglio dell’Unione Europea è anch’esso un Organo intergovernativo, ma ne fanno parte  volta per volta un Ministro per ciascuno degli Stati membri.   Ogni sessione del Consiglio vede pertanto riuniti i Ministri competenti per la materia in discussione

Ne deriva che Il Consiglio Europeo definisce priorità e strategie, mentre il Consiglio della Unione Europea esercita una funzione legislativa e di bilancio.

Come si può capire, il potere nell’Unione è diretta conseguenza di un complesso di equilibri fra i diversi Organi, e da anni il Parlamento chiede di avere maggiore ruolo e potere proprio in virtù del fatto di essere espressione del voto diretto dei cittadini europei.

Domani proseguiremo in questa sorta di “viaggio” dentro questa Istituzione.

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