3 Aprile 2022 - 16.46

Dov’è e cosa fa Angela Merkel?

Dov’è Angela Merkel?   Cosa fa Angela Merkel?La pensionata di lusso, come aveva annunciato all’atto del suo ritiro dalla vita politica, o la “riserva” nel caso in cui ci sia ancora bisogno di lei?La domanda non è peregrina, perchè un’eclissi come quella della ex Cancelliera tedesca non è usuale fra i leader politici a livello mondiale, che continuano di solito con il loro impegno, magari come conferenzieri o scrittori.Eppure in queste settimane il suo nome è stato evocato più volte come possibile mediatrice fra la Russia di Putin e l’Ucraina di Zelensky, addirittura arrivando a sostenere che forse sarebbe l’unica in grado di riuscire a ricomporre lo scontro in atto. Fino ad ora questa ipotesi è rimasta appunto solo un’ipotesi, ma in politica non si sa mai cosa possa riservare il domani.Ma se l’immagine internazionale della Merkel sembra essere ancora piuttosto buona, non sembra sia così a livello tedesco.Dopo lo shock dell’aggressione russa i tedeschi sembra stiano guardandosi indietro, e sembra stiano scoprendo che forse non era tutto oro quel che luccicava nei lunghi anni di cancellierato di frau Merkel. Sono passati solo quattro mesi dal suo addio alla politica, ma la crisi Ucraina sta facendo da acceleratore ad un processo di revisione della politica tedesca degli ultimi 16 anni, e questo porta inevitabilmente ad una rivisitazione critica dell’operato della Merkel.Per certi aspetti l’ uscita di scena di leader che hanno lasciato un segno nella storia è piuttosto triste se non patetica.Avvenne con la Thacher, con Schroder, con Blair.Perchè  è quando lasciano il proscenio che si appalesano le loro mancanze, i loro errori, le loro valutazioni sbagliate, le loro inerzie, le loro furbizie.Paradigmatico l’esempio di Gerhard  Schroder, che a mio avviso resta uno dei più grande statisti tedeschi del dopoguerra, che decise, pur sapendo di rischiare l’impopolarità e la Cancelleria, di intraprendere un’azione riformatrice che investì come un uragano la formazione, la sanità, l’organizzazione dello Stato, le autonomie locali, gli investimenti pubblici, il sistema pensionistico, i contratti di lavoro.Com’era prevedibile Schroder perse le elezioni, e fu  la Merkel a beneficiare negli anni successivi della ripresa economica, che proprio le riforme del cancelliere socialdemocratico misero in moto.Quindi il vero statista, che rifondò lo «Stato protettore», stimolando nuova creazione di ricchezza, incitando la gente a lavorare di più e più a lungo, abbassando le tasse, tagliando i costi amministrativi fu lui, non “la massaia sveva” come si definì la Merckel in un discorso.In fondo, se ci pensate bene, è la stessa cosa che avvenne con l’avvicendamento fra il socialdemocratico Tony Blair e la tory Margaret Thatcher, che fu un gigante della politica, e senza dubbio uno dei più importanti primi ministri britannici del secolo scorso.La “lady di ferro”, che guidò la Gran Bretagna per ben 11 anni,  raddrizzò molte storture della società britannica, ma non riuscì ad arrestare il declino del suo ruolo nel mondo. Certo andò a riprendersi le Falkland, e contribuì con Reagan a dare il colpo di grazia a un’Unione Sovietica ormai in agonia. Tuttavia il suo più grande fallimento fu la sua politica europea, che tra l’altro portò alla sua caduta,  e che sovrasta ogni altra realizzazione. Perchè la Thatcher, diversamente De Gaulle, non capì che la perdita dell’Impero lasciava all’Inghilterra solo la scelta dell’integrazione europea.Altro limite della “bottegaia di Grantham”, come la chiamavano i suoi detrattori, fu quello di aver capito quanto la Germania fosse cambiata dopo la seconda guerra mondiale, e quanto fosse patetico il suo tentativo (unico leader europeo), di impedirne la riunificazione.Come fece la Merkel, anche Blair non solo non smantellò le riforme del predecessore, ma anzi continuò nella politica di cambiamento e riforme.Ciò inevitabilmente mostra la vera differenza fra i grandi Paesi europei e la nostra Italia, in cui ogni Governo si affretta a demolire quanto fatto dal Governo precedente.Un fulgido esempio sono le innumerevoli riforme delle pensioni che si sono succedute negli anni. Tornando a dove siamo partiti, cioè alla Merkel, non c’è alcun dubbio che le domande circa i suoi errori che si stanno facendo i tedeschi hanno un fondamento.Per citarne alcuni, nel 2011 reagì emotivamente all’incidente nucleare di Fukushima staccando la spina all’energia nucleare tedesca, esattamente come facemmo noi italiani dopo Chernobyl.    Reazione disastrosa, che ha portato la Germania (e l’Italia) a legarsi mani e piedi al gas  ed al petrolio russo.  E su questo tema l’errore più grande fu di autorizzare il Nord Stream 2 nel 2014, lo stesso anno cioè in cui Putin si annesse la Crimea, contro il parere del suo consigliere per la Sicurezza nazionale, Christoph Heusgen, che l’aveva messo in guardia dai rischi geopolitici del gasdotto.  Decisione che generò in Polonia, in Ucraina, negli Stati Baltici, e negli stessi Stati Uniti, la sensazione di essere stati traditi. Altro errore avvenne in occasione della crisi finanziaria mondiale del 2008, quando la Cancelliera impose che ogni Stato membro dell’Unione Europea dovesse vedersela da solo con la crisi delle proprie banche.  Analogamente nel 2012 si oppose strenuamente agli eurobond, con la conseguenza che quell’anno l’euro arrivò al punto di affondare, se non fosse stato per l’intervento decisivo di Mario Draghi e della Bce.Ma il capo d’accusa più forte è sicuramente quello relativo ai suoi rapporti stretti con Vladimir Putin.E’ pur vero che a proposito dello “Zar di Mosca” la Merkel ebbe a dire che  lo ha sempre considerato un furfante, ma un “furfante di cui ci si poteva fidare, e col quale di doveva dialogare”, ed è in base a questo suo “credo” che durante il suo mandato instaurò rapporti privilegiati con Mosca.A ben guardare, c’è molta ipocrisia nei detrattori della ex Cancelliera, e nella attuale lettura revisionistica del suo operato, perchè  viene da chiedersi: “ma dov’erano gli industriali tedeschi, la Cdu, ma anche gli alleati della Spd (Scholz è  stato vicecancelliere)   quando il dialogo e la cooperazione economica con la Russia erano considerati in Germania una sorta di totem intoccabile?”Insomma se la Merkel è colpevole, nessuno è innocente se la Germania è diventata russo-dipendente, e si è sempre rifiutata di assumere un ruolo geopolitico adeguato al suo peso. Per questi motivi trovo poco probabile che “Angela” venga chiamata ad una mediazione fra Russia e Ucraina.    Per quel ruolo molto meglio il “sulfureo” Erdogan, che sarà anche un dittatore, ma in questo caso è il “nostro dittatore”, e se per ipotesi dovesse riuscire nella sua mediazione, rischia di diventare un gigante della politica internazionale.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA