29 Novembre 2023 - 10.07

Decalogo per un Natale “povero”



Si avvicina il Natale – per quel che mi riguarda ho già iniziato la trasformazione in Grinch con screziature Scroodge – e con esso le immancabili corse ai preparativi: le decorazioni, la compilazione della lista dei regali, la scelta del menù per i vari giorni, parenti e ospiti; ovvero tutto quanto fa “Festa”.
Quest’anno mi pare ci sia poco da festeggiare, con due guerre alle porte di casa, un numero impressionante di femminicidi, le persone sempre più maleducate – com’era la storia che “andrà tutto bene”? – e un’evidente contrazione della capacità di spesa delle famiglie le Feste saranno, o dovrebbero essere, all’insegna della morigeratezza.

L’attacco del pezzo è troppo serio? Vi ho intristito? Avete ragione. Riportiamo tutto suoi binari dell’ironia, perché in fondo è sempre meglio farsi una risata prendendo le cose con la maggior leggerezza possibile.
Il Natale “povero” tutta via resta e allora perché non stilare una lista di punti da prendere in considerazione affinché le Feste se non proprio “contratte” siano perlomeno un po’ meno cafone e cinepanettonesche?
Ecco dunque i miei suggerimenti, esposti per punti, per risparmiare – a gennaio arrivano i saldi e spendere per sé è parecchio gratificante – senza tuttavia fare la figura dei pitocchi.

Non è necessario svenarsi, gli Anni Ottanta sono una chimera lontana, e far finta di essere ricchi non va più di moda, per fortuna. Comprate quello che serve, ma non esagerate.

1 – Evitate come la peste la frutta esotica: un mango a trenta euro è un furto legalizzato e solitamente non piace a nessuno. Magari qualche dattero fresco e delle nocciole buone concedetevele, ma lasciate perdere le noci pecan che tanto hanno la consistenza delle saponette che si trovano negli alberghi a due stelle. Sì ad arance, mandarini, clementine e a tutti gli agrumi di stagione – no quelli spagnoli o tunisini,
però – che fanno davvero festa.
2 – Non è necessario svaligiare la pescheria e il macellaio al solo scopo di farvi belli con il parentado. Per la sera della Vigilia – io la festeggio con cena di magro in casa – bastano dei buoni spaghetti con le vongole, pure surgelate vanno benissimo, e un pesce – no schifezze del genere tilapia o persico del Mekong – magari pure d’allevamento ma fresco e cotto al forno su un letto di patate.
Se foste a Roma vi direi che come i filetti di baccalà fritti in pastella non c’è nulla, ma un sarago al
forno è già una cena da re.

3 – Per il pranzo di Natale i tortellini potreste pure imparare a farli: tirare quattro uova di sfoglia non è un a fatica sovrumana e per la scelta del ripieno non c’è che affidarsi alla tradizione, magari condita con una spolverata di fantasia. Arrotolarli intorno al dito mignolo è difficile? Suvvia! In rete trovate millemila tutorial e se i primi due vengono bruttini i successivi saranno perfetti. Poi la carne del brodo la servite con la mostarda e il cren.

4 – I regali sono sempre un problema, ma il gioco del riciclo è parecchio divertente quando lo si fa
in maniera furba.
Tutti noi abbiamo in casa un cospicuo contingente di tazze – o mug che dir si voglia – accumulate negli anni e mai usate; con tre euro cadauno comprate dei sacchetti di tè alla mela-cannella, moooolto natalizio e le mettete dento la suddetta chicchera infiocchettando il tutto di rosso.
Fatto!
Ai nemici o ai parenti a voi più invisi potete destinare uno dei cinquemila canavacci che vi hanno rifilato nei decenni, stando però ben attenti che non portino scritte o ricami del tipo “Felice 1995” o celebrino al vittoria dei mondiali di calcio dell’82; sarebbe imbarazzante.
Per la legge del contrappasso preparatevi a vostra vola a ricevere simili pensierini, che in un gioco di eterno riciclo vi torneranno buoni per gli anni a venire.
5 – Se proprio non potete esimervi da un regalo vero allora buttatevi senza ripensamento alcuno sulle gift-card o buoni regalo che dir si vogila. Si comprano anche online, hanno scadenze lunghe e chi le riceve ci si compra quello che vuole.
6 – Non esagerate in addobbi, soldi buttati e soprattutto una rogna quando si tratta di smantellarli
finite le feste.
Piange il cuore a vedere gente che impegna i gioielli di famiglia per saccheggiare i vari Villaggi di Natale che oramai la fanno da padroni nei mega vivai di piante nei quali il povero vecchio abete è derubricato a “roba da miserabili”.
E allora tutti a far man bassa di elfi motorizzati, babbi natale che cantano sedici canzoni diverse, renne a grandezza naturale, dimenticandosi che nel Nord Europa, dove di Natale se ne intendono, passano serate in famiglia a fare ghirlande e dolcetti da appendere all’albero: si divertono e praticamente non spendono nulla. Non sarebbe una buona occasione per mettere la PlayStation da parte per qualche ora e ritrovare la magia della conversazione?
7 – Selezionate gli inviti: le feste non sono un obbligo e se la cugina Prepuzia vi sta sulle scatole dal 1976 quest’anno lasciatela a casa, ma magari mandatele un mug di quelli di cui al punto 4.
8 – Corollario al punto 7: non siete obbligati ad andare a giocare a tombola da conoscenti che detestate; rischiate di rovinarvi il pomeriggio scervellandovi per mantenere una conversazione di sole frasi fatte. Se non potete proprio esimervi portate un torrone di bagigi, garantendovi un non invito per il prossimo anno.
9 – Non vi fate attrarre dai famigerati panettoni di pasticceria perché oltre al costo esorbitante non hanno più nulla a che vedere con il dolce originale: tripla glassa ai sette cioccolati su impasto al farro nativo e lievito madre con ganache al litchee del Sichuan meridionale, non è un panettone ma un’estorzione.
10 – Non seguire nulla di quanto esposto ai punti precedenti, tanto so che non lo fareste in ogni caso e poi, comunque devo andare a ordinare il pandoro ricoperto di foglia di platino edibile, che quest’anno è un must.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

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