12 Febbraio 2024 - 11.40

Chernobyl – I lupi mutanti potrebbero aver sviluppato resistenza al cancro

Dopo 38 anni, una tragedia nucleare potrebbe rivelarsi fondamentale per la ricerca sul cancro? Gli scienziati dell’Università di Princeton sembrano aver fatto una scoperta rivoluzionaria osservando i lupi vagabondi di Chernobyl. In un comunicato stampa diffuso il 5 gennaio, hanno annunciato di aver individuato una mutazione genetica che potrebbe incrementare le possibilità di sopravvivenza al cancro in alcuni individui di questo branco.

Nonostante la zona circostante alla ex centrale nucleare sia stata evacuata dopo il disastro del 1986, i lupi hanno prosperato nell’area di esclusione. Si stima che la loro popolazione sia sette volte più numerosa rispetto alle regioni circostanti. Benché siano animali selvatici, sono stati soggetti a stretto monitoraggio da parte degli scienziati, tra cui Cara Love, biologa evoluzionista presso il laboratorio di Shane Campbell-Staton dell’Università di Princeton. Nel 2014, Love e il suo team hanno esplorato la zona di esclusione di Chernobyl per comprendere meglio come gli animali sopravvivono all’esposizione radioattiva, prelevando campioni di sangue e applicando collari GPS specializzati per monitorare i loro spostamenti e l’esposizione alle radiazioni in tempo reale.

Dieci anni dopo, i dati raccolti dai collari GPS hanno dimostrato che i lupi di Chernobyl sono in grado di sopravvivere a radiazioni sei volte superiori al limite considerato sicuro per un lavoratore umano. Secondo Love, il loro sistema immunitario ha subito modifiche che lo rendono simile a quello dei pazienti affetti da cancro e sottoposti a radioterapia. Anche se il lavoro non è stato ancora pubblicato, Love ha presentato i suoi risultati in una conferenza il 10 gennaio. Grazie ai campioni di sangue del 2014, il team è riuscito ad analizzare le “firme genomiche” specifiche dei lupi, che hanno mostrato mutazioni simili a quelle dei cani randagi. Ciò suggerisce che alcune di queste mutazioni potrebbero offrire una certa protezione contro il cancro, nonostante aumentino il rischio di sviluppare la malattia negli esseri umani.

Informazioni cruciali emergono quando consideriamo che il cancro colpisce anche il miglior amico dell’uomo, i cani, proprio come gli esseri umani. Questo fa sì che i lupi, i parenti selvaggi, diventino preziosi alleati per i ricercatori. Tuttavia, il conflitto in corso in Ucraina costituisce un ostacolo significativo a questo progresso scientifico. Come sottolineato da Cara Love durante una conferenza tenutasi il 10 gennaio, la sua priorità è garantire la massima sicurezza per le persone e i collaboratori sul campo. Tuttavia, questa condizione diventa estremamente difficile da garantire, considerando che queste aree sono diventate campi minati dopo il ritiro delle forze armate russe.

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