31 Maggio 2023 - 14.12

Campagna elettorale finita. ORA al lavoro

Giacomo Possamai è il nuovo sindaco di Vicenza. Non è bastata la rimonta al ballottaggio che Francesco Rucco ha effettivamente messo in atto nelle scorse settimane, gli sono mancati 500 voti. E la sconfitta per il centrodestra è di evidenza nazionale perché Vicenza batte un record, è l’unica città dove un candidato del PD vince in questo ballottaggio.

Nei days after è ovvio che i commenti, da una parte e dall’altra si sprechino, ognuno ha il suo punto di vista, ognuno ha il suo alibi bello e pronto. Al netto delle scuse – per chi ha perso – e dei trionfalismi – per chi ha vinto – bisognerebbe provare ad essere un po’ obiettivi e guardare con realismo a quello che è successo.

Possamai vince perchè ha saputo mettere a terra una sua idea di campo largo, con una coalizione che va dalla sinistra partigiana di Corbetti e Nicolai al centrismo della lista Tosetto, fino a settori di centrodestra rappresentati da Lucio Zoppello e Marco Lunardi. Per qualcuno un minestrone, per altri semplicemente una capacità di inclusione che dalla parte opposta non è avvenuta. Chi include vince, chi litiga perde.

Spiegare la vittoria di Possamai è facile, dietro al risultato c’è un progetto e c’è una squadra, c’è un’organizzazione e c’è un metodo. Quello che il centrodestra non ha saputo fare. O meglio, il progetto c’era, la squadra intorno a Rucco, in parte, l’organizzazione e il metodo proprio no.

E su questi due ultimi punti va fatta una riflessione, proprio nell’area che si prepara a – almeno – cinque anni di opposizione. Perchè, inutile girarci intorno, il centrodestra ha perso, con responsabilità varie nelle componenti della coalizione. Le ambiguità di Fratelli d’Italia hanno indebolito il messaggio, che è arrivato agli elettori confuso e spesso contraddittorio sul candidato sindaco, la Lega ha dovuto attraversare il passaggio del cambio di dirigenza locale in seguito ai congressi e che ne hanno rovesciato gli equilibri interni e Forza Italia è uscita dimezzata dalla scissione di Tosetto. E queste criticità sono emerse con chiarezza nelle carenze organizzative della campagna elettorale, nei distinguo tra un partito e l’altro, nel clima da regolamento di conti che aveva già dato il primo segnale alle Provinciali con l’elezione di Andrea Nardin, il centrodestra ufficiale da una parte e quello degli amministratori da un’altra.

Ora per l’area di riferimento di Francesco Rucco, civica compresa e unico dato davvero positivo di questa tornata elettorale perchè porta in sala Bernarda il gruppo più numeroso di consiglieri di opposizione, si apre inevitabilmente una nuova fase, nella quale i leader locali dovranno decidere se continuare con il clima da caccia alle streghe che abbiamo visto, oppure iniziare a ritrovare costruttivamente il senso della coalizione. In sintesi iniziare a presidiare un’area politica che rischia di diventare orfana di progetto e classe dirigente, salvo poi essere maggioranza alle Politiche o alle Regionali. C’è un centrodestra da rifondare e qualche passo indietro da fare, nuove leadership da costruire e rapporto con la città da ricucire. Farlo non sarà facile perchè il collante del governo e dei ruoli non c’è più, ma la passione politica, se c’è, si dovrebbe palesare adesso.

Per quanto riguarda il centrosinistra di Giacomo Possamai, che con questa vittoria dimostra che campo largo e riformismo sono gli ingredienti per vincere, al contrario delle rigidità massimaliste della Shlein, la sfida sarà essere conseguenti a quello che hanno rappresentato durante questa lunga e faticosa campagna elettorale. Alcuni vantaggi li dovrebbe trovare nel forziere dei progetti PNRR che stanno nei cassetti di Palazzo Trissino e sono pronti per essere realizzati, altri stanno nel modello di amministrazione che ha raccontato nei mesi scorsi con gli esempi delle città a guida dem che stanno funzionando e che sono riconosciute da tutti al di là del credo politico.

Al sindaco però, va soprattutto il compito di ricucire le divisioni che abbiamo visto in campagna elettorale ed essere riconosciuto come buon amministratore anche da chi, come ha dichiarato in questi giorni, non è andato a votare o non lo ha votato, perchè queste due parti di città sono la reale maggioranza e non va dimenticato che Possamai, ma varrebbe anche se avesse vinto Rucco, ha avuto la preferenza di circa un quarto del corpo elettorale.

La campagna elettorale è finita, ora ci si rimetta al lavoro con una maggioranza che decide ed una minoranza che controlla, come dovrebbe essere in democrazia. La qualità dell’una influenzerà le performance dell’altra. E le due parti del consiglio comunale provino a rispettarsi di più e meglio, pur nelle diversità, di come hanno fatto in questi mesi. La demonizzazione dell’avversario e il pensiero unico producono mostri. E qualcuno lo abbiamo visto. Soprattutto nei social.

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