28 Ottobre 2021 - 8.42

Bolsonaro cittadino onorario di Anguillara Veneta. Era proprio il caso?

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Chissà se a breve, entrando nel territorio di Anguillara Veneta, ci toccherà vedere il cartello stradale con il nome del Comune integrato con la scritta “Il Comune che ha dato i natali al nonno di Bolsonaro”?
Potrebbe anche succedere, dopo che lunedì scorso il Comune di Anguillara Veneta, paesino di 4.000 abitanti della bassa padovana, ha concesso la cittadinanza onoraria a Jair Messias Bolsonaro, attuale Presidente del Brasile, in virtù delle sue lontane origini.
Infatti ad Anguillara era nato il bisnonno Vittorio Bolzonaro, che nel 1888 partì con la famiglia alla volta dell’immenso Paese sudamericano.
Questo legame parentale è emerso circa tre anni fa, e deve aver talmente inorgoglito la sindaca Alessandra Buoso da farla decidere di far votare in Consiglio Comunale appunto la concessione della cittadinanza onoraria.
Per la cronaca non si è trattato un Consiglio tranquillo, in quanto è stato accompagnato da proteste, fra urla di “vergogna” e “assassino”, scandite fra cartelli e bandiere carioca.
La Sindaca aveva respinto tutti gli inviti a ripensarci, a rivedere la decisione, motivando che “La cittadinanza è conferita al Presidente quale delegato di un popolo, eletto democraticamente dalla gente che ora rappresenta, ma simbolicamente è conferita ad una intera nazione, il Brasile”. Spiegando come le radici familiari padovane dei Bolsonaro affondino nel passato. La famiglia, che ancora vive ad Anguillara, ha il cognome con la “z”, che in Brasile si è modificata in una “s”.
Va anche ricordato che nei mesi scorsi l’Amministrazione comunale aveva fatto pervenire a Bolsonaro, tramite canali diplomatici, le ricerche genealogiche che dimostrano appunto la sua discendenza dal bisnonno padovano emigrato in Brasile.
Si è anche sparsa la voce che fra qualche giorno, in occasione della prossima riunione del G20 a Roma, cui parteciperà anche Bolsonaro, questi potrebbe fare una visita ad Anguillara, il paese dei suoi avi.
Fra coloro che avevano consigliato la Sindaca di riconsiderare la sua decisione spicca una lettera speditale dal Brasile dalla “Coordinazione dei missionari e missionarie italiane in Brasile”, firmata da quattro sacerdoti ed una missionaria laica, in cui si leggeva”: “Come cittadini e cittadine italiane che da anni lavorano a servizio del popolo e della chiesa cattolica brasiliana, ci sentiamo profondamente amareggiati e sconcertati. Ci chiediamo per quali meriti? Come un uomo che da anni, e continuamente, disonora il suo paese può ricevere onore in Italia?”. Il loro giudizio è severissimo: “E’ un presidente che sta massacrando la vita della gente, soprattutto dei più poveri; ha creato una politica anti-Covid (e continua tuttora a fare una politica negazionista e contro il vaccino) che ha prodotto migliaia di morti, favorisce la distruzione e svende le terre dell’Amazzonia. Come un presidente che collabora con la distruzione della foresta amazzonica può ricevere degli onori in una nazione che lotta per la salvaguardia del pianeta?”.
Non si può certo dire che ci siano andati giù leggeri!
Intendiamoci, la Sindaca non ha fatto nulla di illegale, e la delibera che ha concesso la cittadinanza onoraria a Bolsonaro è stata votata dal Consiglio comunale, ma in politica esiste una cosa che si chiama “opportunità”.
E l’opportunità avrebbe dovuto indurla a porsi la domanda: “ma davvero quegli avi di Anguillara sarebbero stati “onorati” dal condividere la cittadinanza con questo chiacchierato Presidente brasiliano?
Tanto più che, per una strana coincidenza temporale, proprio in questi giorni una Commissione di inchiesta del Parlamento brasiliano ha richiesto la messa in “stato di accusa” di Bolsonaro per “crimini contro l’umanità”.
E ciò a causa della colpevole sottovalutazione, e della sgangherata gestione, della pandemia da Covid 19.
Non credo abbiate dimenticato quando l’anno scorso Bolsonaro spiegava, deridendo i medici, che il Covid non era altro che una banale “gripezinha” (influenzina), o meglio ancora un “resfriadinho” (raffreddorino), curabile con l’idrossiclorochina.
Assicurando che “i brasiliani sono più resistenti al contagio della malattia; infatti se anche , si tuffano nelle fogne, non gli succede niente”.
O quando analizzava con superficialità la situazione critica dell’Italia, all’epoca al centro dell’emergenza mondiale, con banalità tipo “Gran parte dei mezzi di comunicazione hanno diffuso il panico, mettendo in evidenzia il gran numero di morti in Italia, un paese con una gran quantità di anziani e con un clima totalmente differente dal nostro”.
Boutades scellerate, spacconate di tipo goliardico, che hanno messo in evidenza la tragedia del Brasile, guidato da un uomo palesemente non altezza del Paese che governa e della sua storia.
La sindaca di Anguillara non poteva non sapere che la Commissione parlamentare brasiliana era al lavoro da oltre sei mesi.
Se n’era parlato ampiamente sui media, ed era facilmente immaginabile quanto contenuto nel rapporto finale, in cui si accusa il Governo, con le sue azioni e le sue omissioni, di aver «deliberatamente esposto» i brasiliani alla «contaminazione di massa». Si parla anche di «prevaricazione», «ciarlataneria» e «istigazione a delinquere».
Oltre a Bolsonaro nel mirino della Commissione sono finite circa 80 persone, di cui si raccomanda l’incriminazione, tra cui diversi ministri, a partire da quelli di Sanità ed Esteri, deputati, e i tre figli maggiori di Bolsonaro: il senatore Flavio, il deputato Eduardo e il consigliere di Rio de Janeiro Carlos.
La Commissione ha anche chiesto la sospensione del presidente dai social network, accusandolo di diffusione di notizie false sulla pandemia e contro i vaccini.
Credo sia innegabile, e lo abbiamo visto dalle cronache di tutto lo scorso anno, che Bolsonaro ha gestito l’emergenza pandemica in modo irresponsabile, tra l’altro negando aiuto alle popolazioni tribali dell’Amazzonia, già provate dalla sua politica favorevole al disboscamento di uno dei più importanti polmoni verdi della terra.
A queste accuse Bolsonaro ha risposto con queste parole: “Sappiamo di aver fatto la cosa giusta fin dall’inizio”.
Purtroppo il rapporto della Commissione non è immediatamente efficace, anzi i suoi effetti rischiano di essere limitati, in quanto dovrà essere sottoposto alla Procura competente, diretta da un alleato del presidente, Augusto Aras.
Tuttavia resta la speranza che l’accusa di «crimine contro l’umanità» possa alla fine arrivare davanti alla Corte penale internazionale dell’Aia.
Rimane inevasa la domanda ad Alessandra Buoso, sindaca di Anguillara Veneta: Ma ne valeva proprio la pena?

PS: nonostante le polemiche, sembra confermato che venerdì 1 novembre, alle ore 12 in Piazza Matteotti, il Presidente Bolsonaro sarà ad Anguillara Veneta per ritirare di persona la cittadinanza onoraria, che il Comune gli ha concesso nonostante polemiche e proteste. Bolsonaro potrebbe anche accedere alla canonica, dove sono conservati i registri dei battesimi. Sempre che la Curia di Padova decida di non tener conto delle pesanti accuse rivolte al Presidente dai missionari fidei donum in Brasile, e consenta l’accesso.

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