23 Gennaio 2024 - 11.55

A VicenzaOro 2024 il Retail Talk di Federpreziosi Confcommercio 







“Il consumatore non è in grado di distinguere tra diamante sintetico e naturale. A fare la differenza possono essere solo la professionalità, l’etica e la capacità di ‘racconto’ del  gioielliere”.

Così Pierluigi Ascani di Format Research sintetizza, in forma apparentemente provocatoria, il quadro che emerge dalla ricerca condotta per l’Osservatorio Federpreziosi Confcommercio presentata a Vicenzaoro January 2024 lunedì 22 gennaio. Un’affermazione peraltro risultata un comune denominatore negli interventi di tutti i protagonisti dell’incontro, pur nella diversità dei loro approcci al tema sul quale si sono confrontati. 

Naturale o sintetico? È questa la domanda su cui ha voluto puntare i riflettori Federpreziosi Confcommercio per l’edizione di inizio anno dei tradizionali Retail Talks. A commentare i dati emersi dai successivi approfondimenti e a dare quindi vita a un interessante dibattito, moderato dal direttore di Federpreziosi Steven Tranquilli, sono intervenuti: il presidente di Federpreziosi Stefano Andreis, il presidente dell’Associazione Italiana Gemmologi Rinaldo Cusi, Loredana Prosperi, Direttore del Laboratorio dell’IGI-Istituto Gemmologico Italiano, e Davide Bolzoni, gioielliere e  gemmologo.

“Volendo partire dal punto di vista del gioielliere, dalla lettura dei dati sembra prevalere la convinzione che solo ‘il professionista gioielliere’ possa essere punto di riferimento per il cliente” afferma Stefano Andreis “non solo perché in grado di raccontare il gioiello trasmettendo emozione, ma soprattutto perché è l’unica figura che può garantire una corretta informazione e comunicazione sul valore aggiunto delle creazioni che propone. Il tema non è nuovo, ma oggi è più che mai importante valorizzare il ruolo del gioielliere che non si limita ad agire come puro commerciante, ma è punto di riferimento anche nello spiegare al cliente cosa può aspettarsi in futuro in termini di valore e quotazioni: un ruolo di indubbia responsabilità”.

“Il cliente oggi è piuttosto informato” prosegue Steven Tranquilli “ma con dei limiti. Questo è evidente anche quando si parla di sostenibilità, dal momento che il tema è complesso e raffinate operazioni di marketing spesso non aiutano a fare chiarezza. Chi è pronto ad acquistare un diamante, tuttavia, ha in genere fatto la sua scelta etica; spetta poi al gioielliere guidare il cliente verso la scelta migliore”. 

Rinaldo Cusi sostiene che “per conoscere e saper raccontare il diamante occorre muoversi tra Scienza e Storia, così da essere in grado di fare le appropriate distinzioni ed attribuire il corretto valore simbolico. La dicotomia naturale/sintetico, tra l’altro, esiste anche in altri ambiti della produzione e del lusso. Da un lato, personalmente nutro generale ammirazione per quanto l’uomo è in grado di fare con la propria intelligenza e le proprie capacità dando vita a nuove ‘creazioni’. Dall’altro lato, è fondamentale disporre degli adeguati strumenti culturali per poter scegliere consapevolmente e, non da ultimo, evitare che un acquisto fatto con leggerezza si riveli una vera propria truffa”.

Il gioielliere e gemmologo Davide Bolzoni ritiene importante insistere sulla necessità di conoscere e utilizzare la corretta terminologia quando si parla di diamanti naturali e sintetici: “Il delicato compito del gioielliere consiste nel farsi vero e proprio messaggero del mondo accademico in questo senso. È importante farsi comprendere con chiarezza dai propri clienti, evidenziando le opportune differenze, ad esempio tra ‘artificiale’ e ‘sintetico’, senza annoiarli ma con precisione ed equilibrio. Questo vale quando si parla di caratteristiche fisiche così come di temi etici e sostenibilità. Accuratezza e capacità di suscitare emozioni devono essere al pari parte del racconto”. 

La visione è condivisa da Loredana Prosperi che sottolinea quanto sia importante per il gioielliere mantenersi costantemente aggiornato. “Non solo su ciò che è di stretta attualità, ma anche sulla storia e i percorsi gemmologici del passato. La storia dei diamanti sintetici nasce nel lontano 1954, lo stesso anno in cui nacque la Fiera Orafa di Vicenza, ed è interessante ripercorrerne le tappe per scoprire come fin dall’inizio la professionalità del gioielliere fosse di fondamentale importanza nell’orientare correttamente i consumatori. Oggi più che mai anche su temi etici e di sostenibilità”.

Nel presentare la ricerca Pierluigi Ascani ha evidenziato come il valore duraturo che aumenta nel tempo e il carattere di rarità e unicità sono i motivi principali per cui i consumatori preferiscono acquistare un diamante naturale piuttosto che sintetico. Nove diamanti su dieci venduti dalle gioiellerie nell’ultimo anno sono naturali mentre il restante 10% riguarda diamanti sintetici, un fenomeno comunque in aumento”.

“Dal punto di vista del consumatore”, continua Ascani “non è tanto importante cosa distingue le diverse tipologie in termini di caratteristiche fisiche, ma l’idea che si è fatto a riguardo e la modalità con cui l’ha costruita: è quasi sempre il gioielliere che guida verso l’acquisto. Anche quando si parla di sostenibilità il consumatore preferisce il naturale per l’idea che si è fatto – ovvero la sensazione di aver acquistato “qualcosa di vero” – grazie al gioielliere. Una grande responsabilità per chi opera in questo settore, ma anche, e più che mai, un forte stimolo.”

L’esame dei dati rilevati su un campione significativo di consumatori a proposito della percezione tra sintetico e naturale è stato preceduto dalla presentazione di un quadro di contesto che ha fotografato brevemente l’andamento della filiera del gioiello nel 2023 rispetto all’anno precedente. Il fatturato nel suo complesso aumenta: l’incremento è di circa il +10%. Per l’Osservatorio di Federpreziosi Confcommercio  negli ultimi tre anni il 72,5% dei consumatori italiani è entrato almeno una volta in gioielleria ed ha acquistato gioielli (sia offline che online), mentre il 20,5% è entrato in gioielleria ma non ha effettuato acquisti. Il  27,5% dei consumatori che hanno acquistato almeno un gioiello negli ultimi tre anni ha effettuato l’acquisto di un diamante. 

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