18 Maggio 2022 - 9.34

4500 morti al mese ma il Covid non c’è più?

di Umberto Baldo

L’altro giorno ho visto la foto di un mio amico che, partecipando ad una riunione, era l’unico al tavolo della Presidenza a portare la mascherina.

Eccesso di zelo?

Dipende ovviamente da come la si vede!

Sicuramente la guerra in Ucraina ha estromesso del tutto il Covid dai giornali e dai talk show televisivi, ormai tutti concentrati unicamente e a tempo pieno sulle vicende belliche.

Uno dovrebbe concludere; bene così, vuol dir che l’epidemia è evidentemente finita, e che possiamo fare tutto quello che vogliamo, abbandonando quelle limitazioni che ci hanno perseguitato nei due anni scorsi!

Se non che, poco dopo aver visto la foto del mio amico “mascherato”, una mia nipote insegnante che abita in quel di Treviglio mi ha scritto che lei e una delle figlie erano positive, e che avevano avuto febbre alta, tosse e dolori ai polmoni per un paio di giorni. Adesso la sintomatologia è in regresso, ma dovranno stare in quarantena 8 giorni lei, e 11 la figlia perchè non aveva fatto la terza dose di vaccino.

Mi ha un po’ stupito il fatto questa mia nipote, per avere il certificato attestante il suo stato di malattia, sia stata obbligata a recarsi allo studio del medico di famiglia, con evidente rischio di infettare gli altri pazienti presenti.

Appena chiuso con Treviglio, informo della cosa mio nipote Enrico a Madrid, il quale mi spedisce subito la foto del test da cui risulta la positività sua e di due (su tre) delle sue bambine, di cui una di cinque mesi.

A differenza dell’Italia, in Spagna adesso non c’è più alcuna limitazione per coloro che sono infetti, per cui la figlia positiva va regolarmente a scuola, e addirittura tutti loro vanno a trovare la nonna ospedalizzata senza portare nemmeno la mascherina.

Di fronte a queste notizie dalla sfera familiare mi sono venute spontanee due domande:

Ma fra le quarantene ancora obbligatorie in Italia, e l’assoluta assenza di qualsiasi limitazione o obbligo in Spagna, possibile che non ci sia modo di trovare una via di mezzo?

E soprattutto; ma allora il Covid non è in regresso come vogliono farci credere, altrimenti come si spiegano le infezioni dei miei nipoti e pronipoti?

Il problema purtroppo è sempre quello che la scienza non è ancora in grado di fornire indicazioni precise sull’infezione da Covid, e suoi possibili sviluppi futuri, e la politica ha comunque bisogno di mandare messaggi rassicuranti, pressata da un lato da certe Partiti refrattari alle limitazioni, e dall’altro dell’esigenza di non turbare il turismo estivo, dal quale ci si aspetta un buon sostegno alla ripresa economica.

In mezzo c’è il Ministro della Salute, accusato da certi settori della società di essere il propugnatore di una sorta di “dittatura sanitaria”, che rimane fedele al suo principio che “le limitazioni non sono valutazioni da affidare alla politica, a decidere sarà la scienza».

Giusto principio in teoria, che però cozza con quello che viene deciso negli altri Paesi, come la Spagna ad esempio. O come in Francia dove è appena caduto l’obbligo di indossare le mascherine sui mezzi di trasporto pubblico. O come nel resto d’Europa dove non è più indispensabile proteggersi in aereo e in aeroporto: mentre l’Italia, invece, ha scelto la prudenza, con la conseguenza che a bordo degli aerei che arrivano dall’estero o viaggiano in Italia l’obbligo di mascherina permane. Così come rimane ancora sui mezzi di trasporto pubblico in generale, nei teatri e nei cinema, e nelle scuole.

Per forma mentis rigetto qualsiasi forma di manicheismo, per cui non me la sento di schierarmi a priori con Speranza o con i talebani del liberi tutti.

Ma poiché sono un essere pensante, cerco di approfondire le problematiche, anche gettando lo sguardo su cosa succede al di là delle Alpi, e anche fuori dalla nostra Europa.

E così scopro che in Cina città di decine di milioni di abitanti come Shanghai sono in lockdown stretto da lungo tempo, ma con limitazioni talmente feroci da suscitare focolai di rivolta dei cittadini impossibilitati addirittura a procurarsi il cibo.

Tanto per capirci l’esercito costruisce veri e propri muri intorno ai condomini dove si sono registrati casi di Covid, e gli infetti vengono deportati e concentrati in località che vengono descritte come campi di concentramento.

E scopro anche che dopo che per due anni e mezzo il dittatore coreano Kim Jong-Un aveva provato a tenere il Covid fuori dai confini sigillati del suo regno eremita, non ce l’ha fatta. E ora da quando un focolaio di Omicron è scoppiato in Corea del Nord sta correndo precipitosamente ai ripari , e già mezzo milione di persone sono state messe in quarantena, ed è stato imposto un lockdown nazionale.

Per non parlare di Hong Kong dove un paio di mesi fa erano venute a mancare persino le bare con cui seppellire i morti da Covid.

So già quali sono le possibili obiezioni!

Quelli sono Paesi dove i test sono insufficienti, il sistema sanitario è arretrato, le condizioni igieniche sono carenti, e quant’altro!

Può essere anche vero, ma questo non si può certo dire per New York, dove sembra ci si stia avviando a ripristinare il livello alto di allerta, cioè l’uso della mascherina, per prepararsi a previsti nuovi picchi di contagi all’autunno.

Quindi, di fronte alle spinte per togliere tutti i vincoli, tutte le limitazioni, tutte le precauzioni, posso almeno dire che i segnali che arrivano dal mondo non sono univoci, e anzi sembra che solo in Europa il Covid si sia trasformato al massimo in un raffreddorucolo senza alcuna complicazione?

E che quindi pur auspicando qualche aggiustamento nelle regole, tipo quelle vigenti negli aerei italiani, resto dell’idea che non si debba abbandonare il principio di precauzione, sacrificandolo all’altare della crescita economica, pur importante.

In definitiva io credo che l’atteggiamento giusto sia quello della scelta individuale.

Nel senso che, dopo due anni di pandemia, ciascuno di noi, in relazione all’età, alle condizioni generali di salute, e perchè no anche sulla base di elementi psicologici, debba decidere come comportarsi nei prossimi mesi, indipendentemente dalle decisioni delle Autorità politico-sanitarie.

Per quanto mi riguarda io non ho dubbi. Continuerò a proteggermi con la mascherina nei luoghi chiusi.

E se qualcuno riderà, pazienza! Penserò a Dante Alighieri ed al suo “Non ti curar di loro, ma guarda e passa”.

Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

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