4 Maggio 2015 - 14.32

VENETO – L’Italicum spacca il PD vicentino

italicum

Mentre Matteo Renzi si prepara a festeggiare il definitivo via libera all’Italicum, la nuova legge elettorale, all’interno del PD si consuma una rottura che rischia di frantumare il partito. «Il traguardo», indicato con forza dal premier Matteo Renzi anche oggi, segnerà anche una nuova tappa nel dissenso interno al Pd dopo lo strappo dei ‘38’ della settimana scorsa sulla fiducia. Uno strappo che quel gruppo oggi ribadisce, seppur in forme diverse, e che potrebbe allargarsi rischiando di depauperare l’entità della maggioranza sulla legge elettorale. Anche per questo i renziani puntano innanzitutto a far sì che la soglia, in Aula, non scenda sotto la maggioranza assoluta di 316 deputati anche se il rischio, al momento, sembra davvero lontanissimo.
Ma qual è la situazione a Vicenza? Il dibattito in Veneto è soffocato dalla campagna elettorale per le regionali. Vietato distrarsi, con la Moretti all’inseguimento di Zaia. Ma un’ora dopo le elezioni rischia di aprirsi un varco anche nella nostra regione. Nel frattempo le critiche alla legge sono ferme al rango di ‘malumore’
Cominciamo dal consigliere PD di Vicenza Federico Formisano. “Ci sono alcune cose che non mi piacciono della nuova legge” ci dice. “Bisognava cambiare il Porcellum, il fatto soprattutto di non poter scegliere i candidati, con criteri che arrivavano dall’alto. Che l’Italicum sia migliorativo è in parte vero, non sono sicuro al 100%. Qualche perplessità rimane. La cosa migliore era quella di reintrodurre le preferenze per riconsegnare la scelta completa ai cittadini. E’ preferibile che l’elettorato possa scegliere il proprio candidato. E’ senza dubbio migliorativo il fatto che con il Porcellum si configuravano maggioranze diverse alla Camera e al Senato ma questo era un aspetto in parte superato, considerando il processo di graduale eliminazione del Senato”. Riguardo al dibattito interno Formisano ci dice che non vi è ancora stata una vera discussione a livello locale. Le elezioni regionali stanno egemonizzando la scena politico e altre discussioni come la TAV, hanno avuto la ribalta.
Molto più netta la posizione di Giovanni Rolando (sinistra PD). “Io sono responsabile regionale veneto dell’area progressista civatiana e la mia posizione è in linea con quella espressa da Pippo Civati e recentemente dall’ex premier Enrico Letta. Premetto che non è vero che non esiste un dibattito a livello locale. Si discute e dall’esito di questo dibattito dipenderanno alcune prospettive politiche future. Ricordo che a Vicenza dopo le elezioni si dovrà aprire una fase congressuale, dopo che il segretario provinciale Pietro Menegozzo si è dimesso per concorrere alle regionali. I nodi verranno al pettine e i fronti di dibattito saranno anche le tematiche nazionali come la legge elettorale le riforme costituzionali, la scuola e il jobs act. Ora il partito è impegnato in campagna elettorale”. Enrico Letta, intervistato a ‘In Mezzora’ su Raitre ha criticato pesantemente il premier Renzi sulla legge elettorale. Ha parlato di una forzatura di Renzi e di un comportamento analogo a quello che tenne Silvio Berlusconi con il Porcellum. “Non condivido percorso, metodi e contenuti della legge -ha dichiarato. Abbiamo accusato Berlusconi di avere introdotto il cambiamento per cui chi ha la maggioranza si fa la sua legge elettorale. Abbiamo detto mai più. Ma oggi il Pd sta facendo la stessa cosa”. Letta ha dichiarato di votare contro la legge. Il Porcellum era stato, infatti, eliminato dalla Corte Costituzionale e l’Italicum è, secondo Letta, un parente stretto del Porcellum. Rolando parla di nodi al pettine. Se guardiamo alla posizione di Civati, che ha dichiarato che dopo il voto deciderà se lasciare o meno il Pd, vi sono le premesse per una forte spaccatura anche in Veneto.
Passando al Parlamento, è chiara la posizione di Daniela Sbrollini, che ha salutato positivamente sui social network i primi successi incassati dalla legge, Federico Ginato non nasconde le proprie critiche ma saluta la legge come un passo avanti importante.
“Personalmente sono sempre stato a favore delle preferenze e ho sempre appoggiato sistemi elettorali che le prevedono. In realtà rispetto alla prima versione della legge vi è da dire che quest’ultima è notevolmente migliorata. In parte sono sono state reintrodotte le preferenze, vi è stato un netto miglioramento anche per le soglie d’accesso che prima erano 8% ed ora al 3%. Inoltre sono state introdotte le preferenze di genere al 40%. La regione non l’ha introdotta. Infine ricordo che noi abbiamo il sistema delle primarie”.
P.U. – Tviweb

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