28 Gennaio 2020 - 17.24

Tre lapidi in memoria dei deportati vicentini

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Una sentita e partecipata cerimonia si è tenuta questa mattina davanti all’ingresso del Teatro Olimpico per inaugurare la lapide con cui per la prima volta sono stati ricordati gli ebrei deportati nei campi di sterminio nazisti. Altre due lapidi, in memoria di deportati vicentini, verranno collocate all’ex carcere di San Biagio e all’ex caserma della guardia nazionale repubblicana, oggi sede dell’Università di Vicenza.

La prima lapide, che verrà affissa nella parete esterna del muro che cinge il giardino del Teatro Olimpico, così recita: “In memoria degli ebrei rinchiusi al Teatro Olimpico e da qui condotti ad Auschwitz sul treno della morte il 30 gennaio 1944”. 
Alla cerimonia sono intervenuti il sindaco Francesco Rucco, il prefetto Pietro Signoriello, il vicepresidente della Comunità Ebraica, Mauro Orvieto, il presidente dell’associazione “Figli della Shoah”, Roberto Israel, e la professoressa Alba Lazzaretto, che è stata docente di storia contemporanea all’Università degli studi di Padova e ora vicepresidente dell’Istituto storico di resistenza e dell’età contemporanea di Vicenza.
Il Capo di Gabinetto del Comune di Vicenza Luca Milani ha letto un messaggio inviato dall’ambasciatore di Israele in Italia, S.E. Dror Eydar, che non ha potuto partecipare alla cerimonia.
“La cerimonia di oggi è un punto di partenza, costituisce l’inizio del “percorso della memoria” della Città di Vicenza per ricordare le storie dei vicentini che in uno dei periodi più tragici della nostra storia furono vittime della persecuzione politica, dell’odio razziale e della deportazione nei campi di sterminio nazisti – ha dichiarato il sindaco Francesco Rucco -. Un doveroso ringraziamento va a tutti coloro che hanno lavorato per consentire lo svolgimento di questa cerimonia che ci condurrà alla posa della prima lapide in memoria dei deportati vicentini nei lager nazisti. Mi rivolgo in particolare all’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Vicenza, alle associazioni dei Partigiani d’Italia e dei Volontari della Libertà, oltre che alle associazioni degli ex deportati ed ex internati. Il percorso della memoria proseguirà con l’affissione di altre due lapidi in memoria di prigionieri politici e degli oppositori del fascismo che saranno collocate all’ex carcere di San Biagio e all’ex caserma della guardia nazionale repubblicana, oggi sede dell’Università di Vicenza, luoghi teatro per centinaia di persone di vicende tragiche segnate dalla privazione della libertà e dalla vergogna della tortura, che spesso si conclusero con la deportazione nei campi di concentramento del Terzo Reich.I “campi di morte” sono per tutti noi non solo un simbolo dello svuotamento della dignità dell’essere umano prodotti dalla folle prospettiva totalitaria del nazismo, ma soprattutto un monito affinché l’umanità non sia mai più trascinata, per nessun motivo, nell’abisso della distruzione dell’uomo sull’uomo”.
Infine sono intervenuti due studenti del liceo Fogazzaro e del Fusinieri che hanno letto brani tratti dal libro “Le poche cose. Gli internati ebrei nella provincia di Vicenza 1941 – 1945” di Paolo Tagni. Uno studente del Liceo Pigafetta ha letto un brano tratto da “Ricordi di Mauthausen” di Luigi Massignan.

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