30 Settembre 2019 - 9.31

Pfas, Bottacin “contro” una ricerca patavina

In merito alla notizia riportata da alcuni quotidiani, in cui si asserisce di una smentita dell’Università di Padova riguardo al coordinamento e il finanziamento di una ricerca in materia di PFAS, da parte della Regione del Veneto, l’assessore regionale Gianpaolo Bottaccin replica formalmente alla professoressa Cristina Paradisi che ha presentato il lavoro:

“Indipendentemente dal fatto che il progetto presentato dal gruppo politico M5S sia stato confuso dalla consigliera pentastellata  con quelli oggetto di accordo tra Regione e Università, devo sottolineare  che l’istituzione Regione ha un rappresentante legale che è il Presidente della Giunta Regionale. Questi ha formalmente delegato il sottoscritto su varie materie, tra le quali l’ambiente. Risulta quindi evidente che l’istituzione Regione, per quanto riguarda questa materia è rappresentata dal Presidente o dal sottoscritto. Il Consiglio Regionale, invece, è un organo della Regione che si occupa delle iniziative legislative. Devo quindi farle notare che non vi è stato chiesto dalla Regione di presentare gli esiti del progetto. Il presidente Ciambetti, tra l’altro, da me contattato ha riferito che non era stato minimamente coinvolto nella conferenza stampa”.

“Chi vi ha contattati – prosegue Bottacin – è stato invece un gruppo politico, il Movimento 5 Stelle, che vi ha coinvolto in una conferenza stampa partitica in cui sono state fatte affermazioni (non da voi) contro la Regione e, tra l’altro, del tutto false. Considerato che il progetto è stato finanziato dalla Giunta Regionale di cui faccio parte, credo che fosse doveroso presentare gli esiti del progetto alla Giunta prima che a qualsiasi altro soggetto. La scelta di fornire i dati in anteprima a un gruppo politico che li sta utilizzando in maniera strumentale contro l’Amministrazione regionale, credo sia un clamoroso errore di cui mi auguro prendiate coscienza, se non per motivi di rispetto istituzionale per la delicatezza anche giudiziaria della vicenda che l’Università dovrebbe tenere presente anche in assenza di formali accordi o vincoli di riservatezza. Materia, questa, sulla quale spero presto di potermi confrontare con il Rettore”.

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Dalla Regione si fa presente, infatti, che se i propri uffici avessero avuto a disposizione i dati della ricerca, sarebbero già stati immediatamente forniti alle Procure e ai Tribunali ai quali da sempre è stata garantita la massima collaborazione. Qualora l’Università non lo abbia fatto, l’Amministrazione regionale resta in attesa dei dati per inoltrarli immediatamente, in modo da garantire il massimo supporto nello svolgimento dei procedimenti penali e civili.

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