18 Luglio 2019 - 9.13

Per Sofia fatale l’incidente nella piscina idromassaggio: forse i capelli impigliati nel bocchettone

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Non ce l’ha fatta Sofia Bernokopf. Dopo quattro giorni di agonia ieri pomeriggio è morta all’Opa di Massa la bambina che sabato pomeriggio è rimasta vittima di un drammatico incidente nella piscina del bagno Texas, a Marina di Pietrasanta. Giorni in cui medici hanno fatto tutto il possibile per salvare la vita di quella ragazzina di Parma, di appena 12 anni, quasi annegata dopo un tuffo mentre trascorreva un giorno di vacanza insieme ai genitori, Edoardo e Giovanna, entrambi dentisti con studio a Vicenza. Le sue condizioni si erano rivelate da subito gravissime e fino a ieri era stata mantenuta in vita grazie all’apparecchio cuore-polmone di cui è dotato l’ospedale apuano. I genitori della bambina hanno fatto inviare dall’ospedale apuano al pubblico ministero la richiesta per l’autorizzazione dell’espianto degli organi. La Procura ha però autorizzato solo il prelievo delle cornee: il corpo di Sofia deve rimanere integro per essere sottoposto ad autopsia che  sarà indispensabile per capire che cosa sia realmente accaduto quel tragico sabato pomeriggio. Proseguono intanto le indagini della Capitaneria di Porto. I capelli sarebbero rimasti impigliati nel bocchettone della piccola piscina idromassaggio, profonda appena 80 centimetri dove la bambina si sarebbe tuffata, senza poi riemergere, andando in arresto cardiaco: è questa una delle ipotesi più accreditate al vaglio degli inquirenti, mentre risulta sfumare quella del malore da congestione. Si aggrava, con la morte di Sofia, la posizione delle sei persone ad oggi iscritte nel registro degli indagati, tra cui il titolare del bagno responsabile della sicurezza e il bagnino addetto alla sorveglianza delle piscine. L’ipotesi di reato passa da lesioni colpose gravissime a omicidio colposo.

LA RICOSTRUZIONE

Stando ad una prima ricostruzione dei fatti, erano circa le 16:30 quando la ragazzina, in vacanza con i genitori, subito dopo aver mangiato si è seduta sul bordo della piccola piscina, profonda una ottantina di centimetri, insieme a dei coetanei e poi si è tuffata andando sott’acqua. Nessuno si è accorto che lei non era riemersa, fin quando un bambino non ha lanciato l’allarme. Appena portata in superficie Sofia ha vomitato, ma senza mai perdere conoscenza, il che ha fatto aumentare il sospetto che la piccola potesse aver avuto una congestione. Ma le sue condizioni sono peggiorate repentinamente fino all’arresto cardiaco. Rianimata dai presenti, tra cui c’era anche un medico, è stata poi trasferita all’ospedale di Massa. Qui è stata collegata ad una macchina cuore-polmoni per aumentare la funzionalità di questi organi, ma la situazione è diventata critica fino alla morte della 12enne, dichiarato poco fa.

CHIUSO PER LUTTO IL BAGNO TEXAS

«Profondo cordoglio» per la morte di Sofia è stata espressa dalla società proprietaria e dallo staff dello stabilimento balneare ‘Bagno Texas’ di Marina di Pietrasanta. In segno di lutto oggi lo stabilimento rimarrò chiuso. È quanto si legge in una nota diffusa dagli avvocati Valentino Durante e Massimiliano Palena in qualità di portavoce della proprietà del Bagno Texas. «Non ci sono parole per poter rappresentare un dramma così grande, se non la vicinanza umana al dolore dei genitori e del fratellino di Sofia», si legge ancora nel comunicato. «L’impegno della società come di tutti i suoi dipendenti – conclude la nota – proseguirà incessantemente nel dare il massimo supporto alle autorità preposte all’accertamento di questa vicenda straziante». L’inchiesta aperta dalla procura di Lucca vede indagate sei persone tra titolari dello stabilimento balneare e assistenti bagnanti della struttura.

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