12 Giugno 2020 - 11.13

Guerra sulla ‘R’, Colombara: “Fischi per fiaschi, non è la ‘R’ del calcio”

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“I vicentini e tifosi biancorossi che conoscono un minimo della storia della città e del Lanerossi sono inorriditi” scrive il consigliere di opposizione (lista Quartieri al Centro) Raffaele Colombara nel presentare un’interrogazione sul recupero della ‘R’ del Cotorossi.

“Il simbolo fatto togliere dalla ciminiera dell’ex Cotonificio Rossi a Borgo Berga -continua- non c’entra proprio nulla con il simbolo della nostra gloriosa società di calcio. Nessun tifoso del Lane si sognerebbe mai di sostituire la storica “R” con questa tolta dalla ciminiera!

Un errore marchiano: si confonde la R del lanificio Rossi di Schio con quella del cotonificio Rossi che ha segnato la storia industriale di Vicenza a Borgo Berga.
Un errore tanto più marchiano in quanto il Sindaco si professa tifoso dei colori biancorossi. Si è fatto tatuare addirittura il simbolo: forse doveva osservarlo bene, prima di far partire operazione!

La R, che è diventata il logo della società biancorossa, in realtà è un marchio industriale del Lanificio Rossi di Schio e campeggia sulle maglie dal 1953, da quando cioè la ACIVI è acquistata dalla impresa scledense, fino al 30 giugno 1990 quando la nuova proprietà Dalle Carbonare rinuncia alla sponsorizzazione e cancella “Lanerossi” dalla denominazione sociale. Questo logo non ha quindi nulla a che vedere con la R del vicentino Cotonificio Rossi, che non ha mai avuto alcun rapporto con il Vicenza. Anche graficamente i due loghi nemmeno si assomigliano.

Rucco non ci prende neanche con quella che dovrebbe essere la sua città: nell’orgasmo di voler dare rilievo a tutta l’operazione, definisce il complesso di Borgo Berga “Simbolo di Vicenza”: se in qualche modo la ciminiera fa parte della nostra storia recente, direi che la parola simbolo sia più appropriata per altre opere, a partire dalla Basilica palladiana; in tutto questo Rucco dimostra non aver chiara la ricchezza e la storia del nostro patrimonio artistico. D’altro canto, siamo ad un’Amministrazione che ha distrutto il turismo a Vicenza: forse non ci si poteva aspettare molto di più, quanto a conoscenza, e confusione, sulla storia cittadina.


In questi tempi di grande difficoltà economica, per celebrare i due anni dell’Amministrazione, il Sindaco non sa di fare di meglio che tirare fuori dal cilindro un’operazione sbagliata sotto tutti punti di vista, e che dice, se ce ne fosse bisogno una volta di più, dell’incompetenza e dell’inettitudine di questa Amministrazione, assolutamente immobile di fronte ai reali problemi della città, ma sempre pronta ad operazioni di immagine: stavolta, sbagliata anche quella!

Tutto ciò premesso e considerato, si interroga il Sindaco Rucco affinchè chiarisca (ndr. ecco l’interrogazione):

Da chi è stata presa questa decisione? Ci si è confrontati, non dico con qualche storico competente, ma anche solo con qualche appassionato di storia cittadina? Sono stati magari sborsati compensi, al riguardo? E a carico di chi è stata eseguita l’operazione? Quanto è costata?


Il Sindaco dice che il simbolo torna a casa: bene, dopo questa figuraccia, che ne dice di portarselo a casa sua, se proprio non ha il coraggio di rimetterlo, restaurato, da dove è stato tolto, simbolo vero di archeologia industriale? E che ne dice di rifondere le spese tirandole fuori dal suo stipendio?”

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