7 Novembre 2018 - 11.43

BUONGIORNO VICENZA: Scouting in corso in Sala Bernarda

Mentre scriviamo sta andando in scena un classico della vecchia politica di cui avremmo fatto volentieri a meno, e stiamo parlando, ovviamente, del primo cambio di casacca all’interno della maggioranza di centrodestra che sostiene Francesco Rucco.
Andrea Berengo, neo consigliere comunale di provenienza civica, rompe gli indugi e si arruola in Fratelli d’Italia, e, sembra, sarà il primo, ma non il solo, ad andare ad ingrossare la rappresentanza del partito della Meloni che in Sala Bernarda non aveva consiglieri, ma solo un assessore, Isabella Dotto, come riconoscimento del sindaco al supporto politico che, per primi, Fratelli d’Italia per opera di Sergio Berlato, hanno dato a Rucco.
Nulla di nuovo.
A Palazzo Trissino si sono visti tantissimi episodi di questo tipo, a destra come a sinistra, ricordiamo che la golden lady del PD, Alessandra Moretti, nel 2008 venne eletta nella lista civica di Variati, salvo poi trasferirsi nei dem per intraprendere una carriera politica che la portò ai vertici nazionali.
Giusto per citare un illustre precedente.
La domanda giusta da farsi non è se Berengo abbia fatto bene o male ad entrare in un partito, casomai come è arrivato a quella scelta e cosa, quella scelta, rappresenti.
Se l’obiettivo del consigliere era quello di aumentare il suo peso o raggiungere il traguardo dell’ingresso in giunta, con questa mossa si preclude entrambe le possibilità. Il suo peso sarà marginale, almeno fino a quando resterà da solo nel gruppo Misto in attesa di qualche altro volonteroso disponibile a garantire lo scatto del riconoscimento di gruppo politico – da regolamento interno infatti, il numero minimo di consiglieri utile a far scattare la costituzione di un gruppo è 2 -; se poi l’aspirazione di Berengo è quella di sbarcare in esecutivo, a questo punto diventerà impossibile perché l’incompatibilità dei due ruoli, assessore e consigliere, lo obbligherebbe a dimettersi da consigliere, gli subentrerebbe il primo dei non eletti della lista Ruccosindaco, che andrebbe nel gruppone civico con la perdita della rappresentanza in aula e quindi saremmo punto a capo.
Se, come appare, lo scouting di Berlato in sala Bernarda ha l’obiettivo di mettere insieme un gruppo consiliare che lo rappresenti, chiunque decida di aderire alle sue proposte deve mettere in conto l’addio alla prospettiva di entrare in Giunta.
Vero è che se anche Niccolò Naclerio e Marco Lunardi sono con le valigie pronte per il trasloco nella destra, lo scenario potrebbe ulteriormente mutare e Fratelli d’Italia potrebbe anche andare a rinegoziare le sue rappresentanze con il capo di Palazzo Trissino ed i suoi alleati.
Altra domanda: la rottura di Berengo è merito della capacità di scouting di Berlato o dei mal di pancia che iniziano a farsi sentire nella maggioranza? E ancora: la retorica sul civismo che abbiamo ascoltato negli ultimi anni ha ancora un valore o la fuoriuscita dell’ormai ex civico è la premessa per un cambio di paradigma nella grammatica della maggioranza attuale?
Quanti altri consiglieri, e magari anche assessori, si stanno guardando intorno per ricollocarsi in un vero e proprio partito a danno della lista Ruccosindaco che a giugno ha sbancato in termini di consenso?
Nei prossimi mesi, con i mutamenti che stanno avvenendo a tutti i livelli, potremmo trovarci con un quadro completamente cambiato in termini di sigle e siglette ed a beneficiarne sarebbero i partiti che, alle elezioni, sono stati messi all’angolo dalla performance di Rucco, ma che adesso si preparano a pareggiare il conto con una possibile riorganizzazione facendo campagna acquisti a Palazzo Trissino. Potremmo trovare Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, nello schema classico del Centrodestra e con i civici in posizione assolutamente marginale.
E a quel punto gli elettori potrebbero farsi domande imbarazzanti su chi hanno eletto pensando ad un nuovo che, in questa prospettiva, di nuovo ha ben poco.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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