30 Ottobre 2019 - 14.07

Spettacoli al Teatro Olimpico, grande successo per il 72° ciclo

Si è conclusa da pochi giorni la 72° edizione del Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico, la prima del biennio della direzione artistica di Giancarlo Marinelli, ed è già tempo di bilanci. “Muoiono gli Dei che non sono cari ai giovani”, il titolo emblematico che Marinelli ha scelto per la rassegna al Teatro Olimpico – promossa dal Comune di Vicenza, Assessorato alla Cultura, in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza e l’Accademia Olimpica, realizzata con il sostegno della Regione del Veneto – fa calare il sipario su un’esperienza molto importante per la Città e per il Teatro che universalmente la rappresenta. Una rassegna che già nel titolo era una dichiarazione d’intenti, un ciclo di spettacoli che ha voluto mettere in luce non tanto l’attualità del Classici, ma come l’uomo contemporaneo possa cercare, e trovare, nei Classici la modernità. E l’attualità di testi lontani nel tempo, ma vicinissimi nello spirito e nella parola con cui si sono stati proposti allo spettatore, è emersa in tutta la sua potenza.

“Sono convinto che il grande successo ottenuto dalla rassegna degli spettacoli classici non sia arrivato per caso, ma sia frutto di alcune importanti operazioni messe in campo da tutte le realtà coinvolte. Proprio la ritrovata armonia tra gli enti ha dato vita ad un tavolo di lavoro che ha ideato un prodotto di altissima qualità in grado di riportare, finalmente, gli spettacoli classici nel tempio della classicità che è il nostro Teatro Olimpico. Altro aspetto vincente è rappresentato dall’apertura degli spettacoli verso il mondo giovanile” dichiara il Sindaco dio Vicenza, Francesco Rucco.

“L’interesse suscitato dagli spettacoli proposti – commenta il presidente dell’Accademia Olimpica, Gaetano Thiene – così come l’ottimo riscontro avuto dagli Incontri di approfondimento, che abbiamo curato all’interno del programma, non possono che confermare la validità di fondo della strada intrapresa con questo Ciclo dei Classici. In particolare, ciò che più ci stava a cuore è avvenuto: l’Olimpico è stato rispettato nella sua dignità e nel suo ruolo senza per questo chiudersi, anzi aprendosi come spazio vivo e stimolante per un teatro che sa parlare all’uomo di oggi”.

“Ho sempre creduto nel mettere in comune competenze e capacità per creare tessiture d’insieme, sia nel mondo d’impresa come nell’arte; – riprende il presidente della Fondazione Teatro Comunale di Vicenza, Roberto Ditri – per questa edizione del Ciclo dei Classici si è creata una squadra che ha unito intelligenze e sensibilità di importanti realtà cittadine e che hanno condiviso le scelte, artistiche e di contenuto. Accademia Olimpica, Teatro Comunale e assessorato alla cultura hanno lavorato fianco a fianco, dall’ideazione alla realizzazione, sotto la guida attenta del direttore Marinelli. A lui, a loro, e soprattutto al pubblico che ha seguito con ritrovato entusiasmo gli spettacoli, va il mio grazie per la Magnifica Impresa realizzata sulla scena dell’Olimpico”.

Nove spettacoli in calendario – dal 19 settembre al 27 ottobre – tutte prime nazionali tranne una,tre titoli di teatro classico, fatto da ragazzi per ragazzi (La Tragedia Innocente), 35 repliche sulla scena scamozziana e itineranti per le vie della Città (il furgoncino di Medea per strada), 4 incontri di approfondimento sui temi delle tragedie, realizzati in collaborazione con l’Accademia Olimpica a Palazzo Chiericati e all’Odeo dell’Olimpico, tutti molto partecipati; questi, in estrema sintesi, sono i dati di una rassegna che ha appassionato il pubblico e riportato all’interno del Teatro Olimpico un pubblico di tutte le età. Gli spettacoli hanno registrato sempre il tutto esaurito, sono stati 8.300 gli spettatori (8.278) di cui circa 800 studenti provenienti da 8 diverse scuole, di Vicenza e provincia (Schio e Valdagno) e del Veneto (Montebelluna, Cittadella e Treviso).

Giovani e donne sono stati i veri protagonisti di questa rassegna teatrale all’Olimpico: dalla scrittura forte, con parole che scolpiscono lo spazio scenico di Marguerite Yourcenar, con i “Frammenti di Memorie di Adriano” lo spettacolo che ha inaugurato il 72°Ciclo dei Classici, interprete Pino Micol nel ruolo che fu di Giorgio Albertazzi, all’archetipo per eccellenza dell’eroina tragica, Medea, la donna straniera che uccide i suoi figli per vendetta, proposta in due diverse interpretazioni: da un lato una sofisticata “Medea” tratta dall’originale di Euripide,un progetto che ha visto nei panni di interprete principale Romina Mondello (che si è occupata anche dell’adattamento del testo) per la regia di Emilio Russo;dall’altro una visione off, fuori dagli schemi e dallo spazio performativo del Teatro Olimpico, con “Medea per Strada” uno spettacolo on the road, per le strade della città, ideazione e regia di Gianpiero Borgia, drammaturgia di Elena Cotugno e Fabrizio Sinisi, in cui la protagonista è una prostituita dell’Est, intrepretata dalla Cutugno, che accoglie nel suo pulmino sette spettatori alla volta, per mettere insieme, faticosamente, i pezzi del suo racconto di vita.

E ancora una donna, Alessandra Pizzi, è stata la regista di ”Apologia di Socrate”, un’arringa al di fuori del tempo, sugli innocenti diventati colpevoli nella storia dell’umanità, protagonisti Enrico Lo Verso e uno straordinario e immaginifico Fabrizio Bordignon. E sempre una donna, madre dannata e tragica, per l’ultimo dei titoli teatrali, con “Ecuba”, spettacolopotente e attualissimouna rivisitazione del testo di Euripide, proposto dalla drammaturga irlandese Marina Carr (nella traduzione di Monica Capuani), mai rappresentata prima in Italia, per la regia di Andrea Chiodi, interprete un’intensa e straziata Elisabetta Pozzi.

Un outsider invece, è stato scelto per chiudere i Classici attualissimi del 72°Ciclo, con le due serate-evento di Vittorio Sgarbi in una esclusiva e dotta Lectio olimpica su “Palladio e l’ordine del mondo”, in cui il celebre critico e storico dell’arte è stato autore e protagonista, raccontando, oltre alla storia dell’architetto che ha forgiato in modo indelebile lo “stile” di Vicenza, la sua (di Sgarbi) personalissima storia d’amore con la nostra Città.

Dalla parte dei giovani e con i giovani (“la riserva del futuro” come scriveva Giuseppe Pontiggia) è stata anche La Tragedia Innocente, una serie di produzioni di teatro classico per ragazzi, fatto da ragazzi dagli 8 ai 18 anni, apprezzatissimi per la loro bravura e professionalità; diretti da Giovanna Cordova, regista ed autrice teatrale, con le coreografie e i movimenti scenici curati ai Silvia Bennett, il training attoriale di Caterina Simonelli, i giovani attori di Tema Cultura Academy hanno portato in scena tre diverse esperienze, dal mito alla tragedia: “Apologia di Socrate. La verità è come l’acqua” “Ecuba. Ares: il dio della carneficina” e “Dalla parte di Orfeo”.

E il più giovane di sempre è stato anche il Direttore Artistico dei Classici, Giancarlo Marinelli, nato proprio a Vicenza nel 1973. “Alla Città dico grazie – afferma – per come ha risposto, con un entusiasmo che va oltre le aspettative, a questo invito nel teatro coperto più antico e più bello del mondo. La sfida – e la responsabilità – sono state grandi, Da un lato i contenuti: i Classici che parlano a noi perché in “Muoiono gli Dei che non sono cari ai giovani” è stato chiaro che l’uomo spettatore si ribella all’idea che le storie siano mosse dagli dei e pretende che il teatro abbia al centro uomini artefici del proprio destino. E riuscire ad affermarlo con un teatro di parola, importante, con tutte prime nazionali, spettacoli mai visti e quindi ‘a rischio’ anche se pensati e progettati proprio per l’Olimpico non mi faceva dormire la notte. Dall’altro la responsabilità dell’essere chiamati a rispondere ad una Amministrazione che ci ha affidato un mandato molto preciso: riportare al Teatro Olimpico un pubblico numeroso, con una proposta artistica di qualità; riprendere il dialogo con l’Accademia Olimpica, e anche questo è avvenuto nel modo più semplice e proficuo, confrontandosi; e, non ultimo, avere i conti in ordine. Credo siano tutte promesse mantenute”.

E che il 72° Ciclo dei Classici all’Olimpico sia stato il Festival dei record, lo sottolinea anche Pier Giacomo Cirella, Segretario Generale della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, a cui fa capo l’organizzazione della rassegna: 9 titoli, 35 repliche, 4 incontri di approfondimento, 7 produzioni, 7 registi, 67 attori in scena, più di 200 operatori coinvolti, tra personale addetto all’assistenza tecnica e logistica, oltre alle funzioni di promozione degli spettacoli, quasi 8.300 spettatori, un totale vendite biglietti per oltre 130.000 euro (131.805), rappresentano in assoluto i migliori dati delle ultime edizioni.

Cala il sipario sulla 72° edizione e il Direttore Artistico lancia già una sfida per l’edizione 2020 con “Eleven” la produzione colossal sulla più grande tragedia contemporanea, quella dell’11 settembre con il crollo delle Torri gemelle, un lavoro di cui Giancarlo Marinelli sarà autore e regista, che segna il passaggio dall’era classica al contemporaneo attraverso il microcosmo e le microstorie dei protagonisti del 2001, una “tragedia minimalista” che diventerà anche romanzo.

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