16 Settembre 2024 - 10.01

Veneto – Mamma e figlia scomparse trovate morte

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Susanna Recchia e la figlioletta di 3 anni sono state trovate morte. I loro corpi rinvenuti oggi nel Piave, incagliati su un isolotto, dopo lunghe ricerche durate un giorno e una notte.

Inizialmente si era pensato che la donna si fosse lanciata dal ponte di Vidor, vicino al quale aveva abbandonato la sua auto – un luogo tristemente noto per diversi suicidi in passato.

Secondo ala ricostruzione degli inquirenti, invece, sarebbe scesa con la bambina in braccio fino al greto del fiume, lasciandosi poi scivolare nell’acqua per morire insieme a lei. I soccorritori le hanno trovate ancora abbracciate. La donna era scomparsa venerdì sera dalla sua casa a Miane, in provincia di Treviso, dopo aver inviato un ultimo messaggio al suo ex compagno Mirko, padre della piccola: “Vieni a prendere la bimba domattina, ti aspetto alle 8.15”. Poi se ne erano perse le tracce.

Prima di allontanarsi, Susanna, 45 anni, aveva scritto una lettera d’addio di cinque pagine, esprimendo la volontà di togliersi la vita. Ha lasciato a casa i telefoni e il portafoglio con i documenti, è salita sulla sua Volkswagen Tiguan bianca, ha messo la bimba nel seggiolino e si è diretta verso il ponte di Vidor, dove ha parcheggiato nei pressi di un bar, con le chiavi ancora inserite nel cruscotto.

L’ipotermia potrebbe aver contribuito alla morte di madre e figlia. La corrente del fiume, ingrossato dalle recenti piogge, ha trascinato i corpi circa un chilometro a valle, fino a un isolotto di ghiaia vicino all’Isola dei Morti. A condurre i soccorritori sul luogo della tragedia sono stati i cani molecolari, che hanno individuato le tracce. Lo stesso luogo era stato teatro di un altro tragico evento nel febbraio 2021, quando una donna di 31 anni si era gettata dal ponte con il suo figlioletto di un anno e mezzo, che si salvò miracolosamente.

La Procura di Treviso ha aperto un fascicolo per omicidio riguardante la piccola Mia, seguito dal suicidio della madre. Il Procuratore Marco Martani ha dichiarato che la vicenda appare “senza ombre e dal chiaro sviluppo”, ma attende i risultati del primo esame necroscopico per decidere se disporre o meno l’autopsia. Ha inoltre sottolineato: “È evidente che la donna era vittima di quella che chiamiamo depressione maggiore, una patologia psichica che spesso non mostra segnali evidenti o che, comunque, è difficile da interpretare per chi non è esperto”. Martani ha concluso affermando che questa forma di depressione spinge a vedere solo tragedie nel futuro e, in alcuni casi, porta a compiere gesti estremi come portare con sé coloro che si ama.

Susanna aveva avuto una vita segnata da molti dolori. Igienista dentale, aveva subito un trauma profondo dopo un incidente stradale in cui era alla guida e nel quale perse la vita la sua migliore amica. Le indagini dimostrarono che l’incidente non era colpa sua, ma dovuto a un malfunzionamento del semaforo in una notte di maltempo. Nel suo passato, un matrimonio fallito da cui erano nati tre figli. Cinque anni fa, la nascita di Mia segnò l’inizio di una nuova relazione con Mirko, ma la bambina era affetta da un grave problema di salute. Un mese fa, però, un nuovo colpo: la separazione da Mirko, probabilmente decisa da lui, che riportò Susanna in un profondo stato di sconforto.

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