4 Gennaio 2017 - 11.19

PROTESTA MIGRANTI – Variati: “Questo non è il Paese dei balocchi”

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VICENZA – Sulla protesta dei migranti di fronte alla caserma Sasso di Vicenza di ieri mattina è intervenuto anche il sindaco Achille Variati.

«I richiedenti asilo devono convincersi – ha affermato, come riporta il Giornale di Vicenza – che questo non è il paese dei balocchi». Molto dura, quindi la posizione del primo cittadino di un Comune che, dopotutto, ospita 850 dei 2.400 migranti del Vicentino. Però, precisa Variati, ci sono dei limiti. «“Non mi piace, vorrei mangiare cose diverse”, dice più d’uno di loro. Attenzione, ci sono anche vicentini che vorrebbero mangiare cose diverse, magari durante le Feste, ma non possono farlo».

Erano una settantina ieri i profughi in protesta, sempre comunque in maniera pacifica e senza creare particolari disordini. Ieri mattina anche l’incontro tra il sindaco di Vicenza e il prefetto ad interim Massimo Marchesiello per avere chiarimenti sulla situazione, colloquio a seguito del quale Variati si è espresso in merito alla questione.
«Se da un lato le cooperative che accolgono devono dare i servizi minimi adeguati, dall’altro lato non è che i richiedenti asilo possono pretendere di venire in alberghi a quattro stelle – afferma – Diamo l’ospitalità
che è possibile dare alle condizioni migliori, punto e basta. Se uno non è contento, prende il suo aereo, si fa per dire, e torna a casa sua. Saranno fatti approfondimenti sui servizi che vengono offerti al Baronio, ma il vero problema sono le concentrazioni, perché anche lì al Baronio abbiamo numeri troppo elevati».

«È sempre più evidente che il modello di accoglienza va completamente ripensato – incalza Giacomo Possamai, capogruppo del Partito democratico in Consiglio comunale, intervistato dal Giornale di Vicenza – Il primo punto da cambiare è la concentrazione di centinaia di richiedenti asilo nelle strutture, penso all’hotel Adele e al Baronio.
Mettere centinaia di profughi in uno stabile vuol dire minare l’equilibrio di un quartiere o di un piccolo comune,
e creare ghetti. Nelle situazioni in cui migranti sono distribuiti in modo equilibrato sul territorio casi come quelli della caserma Sasso o di Cona non accadono. Ai richiedenti asilo deve essere proposto un patto molto chiaro:
all’accoglienza deve corrispondere il rispetto totale delle regole».

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