10 Novembre 2022 - 8.41

PILLOLA DI ECONOMIA – Non ci sono soldi!

Per essere aggiornato sulle notizie del Veneto iscriviti al gruppo Facebook: VENETO NOTIZIE Per essere aggiornato con Tviweb entra nel GRUPPO FACEBOOK TVIWEB - NOTIZIE VICENZA E PROVINCIA (Clicca qui)

L’unica cosa che mi sento di dire a giustificazione di Giorgia Meloni e del suo Governo è che sono arrivati nella stanza dei bottoni forse nel peggiore momento degli ultimi anni.

E’ vero che, attualmente il Covid sembra stia dando una tregua, e si spera che continui così, ma è indubbio che ci si trovi nel mezzo di una “tempesta perfetta” fatta di inflazione alle stelle, aumento dei tassi, esplosione dei costi delle materie prime, recessione alle porte, e tutto quello che ne consegue. 

Chissà se la neo premier sta già rimpiangendo i bei tempi in cui dall’opposizione poteva criticare a dare degli incapaci a Presidenti del Consiglio e Ministri vari!   Aumentando i consensi ovviamente! 

Esattamente quello che farà nei suoi confronti  in questa legislatura il “Chavez de noialtri” Giuseppe Conte, cui la crisi del Pd apre la strada ad una polarizzazione della vita politica, con rischi di fratture dell’unità del Paese sia in campo interno che internazionale, rendendo più difficile la stessa ordinaria amministrazione.

Ma tornando al Governo, vi ho sempre detto di dimenticarvi tutto quello che avete letto o sentito nei talk show sul programma del centro destra nel corso della campagna elettorale.

Intendiamoci, è sempre stato così.  Sono decenni che votiamo Partiti e coalizioni sapendo che promettono cose che poi non saranno mai realizzate.

Ma stavolta sembrava che le cose potessero essere diverse.  

La netta vittoria elettorale, la maggioranza che promette di poter durare 5 anni, hanno dato la stura ad aspettative di uno netto cambiamento, di un deciso cambio di marcia. 

Come accennato, il momento congiunturale non è dei migliori, e quindi anche stavolta la distanza fra i programmi e la realtà appare addirittura siderale.

Anche se il contesto economico era già ben noto durante la campagna elettorale, e non è radicalmente cambiato dopo il voto (come invece accadde nel 2001 o nel 2008), per cui un po’ di moderazione nelle promesse forse sarebbe stata più opportuna. 

Per rendersi conto che siamo finalmente tornati con i piedi per terra basta semplicemente leggere con attenzione la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza per il 2023, presentata nella serata di venerdì 4 novembre, o leggere i resoconti di quanto dichiarato dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti alle Commissioni parlamentari illustrando la prossima legge di bilancio. 

Ma cosa ha detto Giorgetti?

Volendo riassumere al massimo, direi che il Ministro ha mostrato di ispirarsi ad un approccio “realistico e responsabile”, ad un orientamento di politica fiscale “selettivo e con priorità ben definite”.

Passando alle cose concrete, ha segnalato che il Superbonus, la grande “pensata” del Movimento 5Stelle (assieme al Reddito di Cittadinanza) costa troppo, più precisamente 37 miliardi in più di quanto preventivato (per essere più chiari ogni anno le misure attualmente in vigore si mangiano tra gli 8 e i 10 miliardi oltre la spesa prevista).

Poi che l’inflazione galoppante costringerà il Governo a trovare 50 miliardi aggiuntivi in tre anni per coprire l’indicizzazione delle pensioni (e vorrei proprio vederlo il Centro-destra negare ai pensionati l’adeguamento al costo della vita mentre si continuano ad elargire “paghette di Stato” a gente che non ne ha diritto).

Se a questo aggiungiamo che per l’ultimo trimestre ci si aspetta una variazione negativa del Pil,  che l’aumento dei tassi farà crescere di molto i costi della gestione del debito pubblico (Btp), e che bisogna comunque trovare una parte degli annunciati 30 miliardi da dedicare al caro energia, cosa assolutamente ineludibile pena deindustrializzazione e pace sociale, si capisce che lo scenario economico non è sicuramente incoraggiante.

E i falchi cosa dicono?

Cosa dice la Padania School of Economics (PSoE) con la sua teorizzazione degli scostamenti di bilancio come se non ci fosse un domani?

E’ evidente che la prima a capire tutto sia stata Giorgia Meloni, ed è giusto dargliene atto, ma la realtà sembra stia facendo cambiare rapidamente l’aria dalle parti anche dei settori della maggioranza, come dire, più orientati alla spesa. 

“Non c’è tempo e non ci sono soldi”, queste parole dette dal fedelissimo salviniano Claudio Durigon, Sottosegretario al Lavoro, sono la prova provata che anche la PSoE si sta spostando verso un approccio un po’ più soft 

Certo non si può pensare che la nuova maggioranza rinunci a tutte le promesse elettorali, ma è ormai chiaro che quello che si potrà fare sarà veramente poco rispetto alle aspettative.

Qualcuno potrà pensare che si tratti semplicemente di un rinvio, magari all’anno o agli anni prossimi.

Io lo spero, ma permettetemi di avere molti dubbi. 

Perché  complice l’inflazione e quel po’ di crescita economica che ancora rimane dal rimbalzo post pandemia in attesa della recessione, Meloni e Giorgetti sono riusciti a recuperare per il 2023 ben 1,1 punti percentuali di disavanzo aggiuntivo, rispetto a quanto previsto dal governo Draghi. 

E’ da qui che stanno uscendo buona parte dei 30 miliardi per finanziare (giustamente) le misure contro il caro bollette.

Io francamente la vedo difficile per l’anno prossimo, con l’aumento dei tassi che farà impennare il costo del debito, e con la recessione che deprimerà il Pil.

E non ritengo che la situazione possa migliorare sostanzialmente neanche negli anni successivi, dato che  le nuove regole del Patto di Stabilità che rientreranno in vigore il prossimo anno (e che presumibilmente saranno già a regime nel momento di stilare la prossima legge di bilancio),  prevedono una diminuzione strutturale del rapporto tra debito e Pil, anno dopo anno, soprattutto per i Paesi con un debito alto come Italia e Grecia.

In definitiva non aspettatevi  la cancellazione del Reddito di Cittadinanza (anche se era stata promessa nero su bianco nei programmi) e del Superbonus, non aspettatevi Flat tax (se non qualche limatura in su a favore dei soliti noti titolari di partita Iva, che notoriamente si distinguono per “fedeltà fiscale”), non aspettatevi colpi di spugna della Legge Fornero (si continuerà con costosi accrocchi anno per anno).

Unica eccezione?   

Ma il condono fiscale!   Sicuramente l’unico provvedimento che si potevano risparmiare, per rispetto ai contribuenti onesti!

Tutto il resto, credetemi, sono solo parole, parole, parole!

Per essere aggiornato sulle notizie del Veneto iscriviti al gruppo Facebook: VENETO NOTIZIE Per essere aggiornato con Tviweb entra nel GRUPPO FACEBOOK TVIWEB - NOTIZIE VICENZA E PROVINCIA (Clicca qui)
VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA