8 Novembre 2023 - 8.31

Olgettine: dal “Bunga Bunga” e dalle “Cene eleganti” allo sfratto

“Tutte le tragedie finiscono con la morte, tutte le commedie con un matrimonio” scriveva Lord Byron.

Non so se questa sia una regola universale, ma sicuramente esistono delle variabili, fra cui quella che “in Italia alla fine tutto finisce in commedia”.

E così, dopo la morte di Silvio Berlusconi, un giudice potrebbe essere chiamato a decidere se le case concesse in comodato alle cosiddette “Olgettine”, unitamente ai sussidi da 2.500 euro mensili, costituiscano un obbligo vincolante anche per gli eredi del Cavaliere, nonostante quest’ultimo non ne abbia parlato nel proprio testamento.

Per chi non mastichi troppo di diritto civile forse vale la pena di specificare che il Comodato (art. 1803 cod.civ.) è un contratto con il quale “una parte consegna all’altra una cosa mobile o immobile, affinché se ne serva per un tempo o per un uso determinato, con l’obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta”.

Esistono quindi due soggetti; il comodante, colui che concede il bene (nella specie Berlusconi) ed il comodatario che lo riceve (nella specie le Olgettine) il quale, va sottolineato, non è tenuto a versare alcun corrispettivo, essendo il comodato un contratto di per sé gratuito.

Per capirci meglio, spesso il contratto di comodato è utilizzato per l’assegnazione della casa coniugale in caso di separazione dei coniugi, oppure nei casi in cui un padre abbia dato una casa al proprio figlio perché ci viva con la sua famiglia.

La prima domanda utile per la nostra vicenda è: cosa succede se muore il comodante?

In linea di massima una giurisprudenza consolidata sembra orientata a pensare che gli eredi del comodante possano agire per la risoluzione del contratto, e quindi pretendere la restituzione del bene dal comodatario.

Fatte queste doverose precisazioni, necessarie a mio avviso per capire quale sia l’oggetto del contendere, arriviamo alla cronaca.

Nei giorni scorsi è stata diffusa la notizia che gli eredi di Silvio Berlusconi hanno deciso di “sfrattare” alcune delle cosiddette “Olgettine”, di cui non riporto i nomi perché a mio avviso ininfluenti, dalle case, fra cui due ville a Bernareggio (Monza e Brianza), in cui vivevano da anni sulla base di un comodato concesso dal Cavaliere (che scade il 31 dicembre prossimo).

Facile intuire che dietro queste “lettere di sfratto” ci sia oltre che la volontà dei figli del Cavaliere di chiudere con un passato per certi versi imbarazzante, anche la difficoltà di giustificare nei bilanci ufficiali delle società che hanno in pancia questi immobili la “ratio” di queste assegnazioni in comodato, senza incassare il corrispettivo di un affitto.

Guardate, non ha né la voglia né l’interesse a ripercorrere le vicende che a partire dal primo processo che ha visto come protagonista Karima El Mahroug (nota come ‘Ruby‘ Rubacuori”, che qualcuno tentò di spacciare per la nipote di Mubarak), si protrassero per oltre un decennio coinvolgendo una dopo l’altra una ventina di avvenenti ragazze (definite appunto Olgettine dal residence dove erano ospitate) che sognavano il mondo dello spettacolo.

Processo fra l’altro non ancora terminato in quanto la procura di Milano ha fatto ricorso in Cassazione; si discuterà infatti il 5 marzo 2024, davanti ai giudici della sesta sezione penale, il verdetto di assoluzione del processo Ruby ter, in cui le ragazze sono accusate di falsa testimonianza: per la pubblica accusa i soldi ricevuti negli anni sarebbero serviti a comprare il loro silenzio e le menzogne su quanto avveniva nelle serate ad Arcore.

Cosa volete, ormai il principale attore della vicenda è passato a miglior vita, e francamente non so a chi giovi continuare a scavare su quelle vicende.

Vicende che a suo tempo hanno portato agli onori della cronaca due termini che a mio avviso rimarranno nella storia: il “Bunga Bunga” e le “Cene eleganti”.

Nessuno dei partecipanti ha mai spiegato nei dettagli cosa fosse il “Bunga Bunga”, anche se da qualche testimonianza, o da indiscrezioni più o meno pilotate, un’idea precisa ce la siamo fatta.

E fu forse anche questo clima di mistero intorno a questi “festini” a contribuire ad accrescere il mito del “machismo” berlusconiano.

Inutile ripercorrere il resto della vicenda, su cui l’Italia si divise fra chi parlava addirittura di “vergini offerte al Drago”, e chi invece sosteneva che in casa propria con i propri soldi ognuno può fare ciò che vuole (ovviamente nei limiti delle leggi).

Fu allora, incalzato da inchieste e da campagne di stampa sempre più martellanti, che Berlusconi finì per arrampicarsi sull’insostenibile narrazione delle “cene eleganti”, e così progressivamente, nel comune sentire, all’immagine dell’uomo che tutto poteva si sostituì quella dell’anziano ossessionato dal sesso, e probabilmente ricattato.

Per smontare la tesi delle “cene eleganti” io ho sempre pensato bastasse porre una semplice domanda: Se veramente si trattava di cene eleganti, essendo i convitati maschi regolarmente sposati, perché non partecipavano anche le rispettive signore?”

Tornando all’oggi, e quindi alle lettere di sfratto inviate alle Olgettine, cui fra l’altro sono stati bloccati anche i versamenti dei famosi 2.500 euro mensili, alcune di queste ragazze (ormai non più giovanissime) si stanno ribellando, sostenendo sostanzialmente di avere diritto a quelle case, che non sarebbero altro che “il risarcimento per tutti gli anni in cui sono state ricoperte di fango dai giornali, e per le opportunità di lavoro e di carriera perse”.

E per dare forza a questa tesi una ragazza in particolare ha anche diffuso l’audio di un colloquio del 2015 in cui il Cavaliere spiegava che in quel momento non poteva intestarle la casa perché sarebbe stata vista dai giudici come “corruzione”. Salvo poi assicurare: “Te lo giuro sui miei figli, il comodato subito, e appena finisce il processo te la intesto”.

Un’altra “Olgettina” è andata oltre spiegando ad un quotidiano: “Quando mi è arrivata la raccomandata con cui mi si chiedeva di individuare una data per la restituzione dell’immobile ho subito chiesto al mio avvocato di avviare una causa nei confronti della famiglia Berlusconi. Il comodato risale al 2015 e non ha scadenza. In ogni caso, per un eventuale rilascio è previsto un preavviso di un anno, non di andare via in un paio di mesi. Si trattava di un atto che rientra nell’accordo risarcitorio che il Presidente mi aveva fatto firmare, che prevede anche una somma di denaro per i danni che abbiamo subito”.

Somma che la “Signorina” in questione quantifica circa in 3 milioni di euro (sic!).

Come si vede, alla fine “tutti i salmi finiscono in gloria”, che in altri termini vuol dire soldi, sempre e comunque soldi.

Come vi dicevo all’inizio, non ho certo intenzione di emettere verdetti, e ognuno di voi alla fine può farsi l’idea se Berlusconi avesse concesso in comodato le case, ed erogato i 2.500 euro mensili, per risarcire le ragazze per le “molestie giudiziarie” subite e per la “mancata carriera”, oppure per indurle a non spiegare ai giudici la vera natura delle “cene eleganti” con annesso “Bunga bunga”.

Immagino che gli Eredi Berlusconi abbiamo messo in conto che non sarebbe stato del tutto indolore togliere questi “benefici” alle ragazze, e quindi eventuali cause civili, ma mi auguro che le “olgettine” abbiano anche loro messo in conto che con la morte del Cavaliere la “giostra” poteva finire, a meno di non aver sperato di poter essere foraggiate a vita.

Voi cosa ne pensate? Scrivetecelo!

Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

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