1 Aprile 2022 - 10.57

Love story tra la Preside e l’alunno? Perché la gogna mediatica colpisce solo la donna

(nella foto: Laura Antonelli e Alessandro Momo nel film ‘Malizia’)

di Umberto Baldo

“Nomen omen” recita un antico brocardo, che si può tradurre come “il nome è un presagio”, e la sua “Quaresima” con tanto di “Via crucis” la sta vivendo in questi giorni la preside del Liceo Montale di Roma, che si chiama appunto Sabrina Quaresima.
Francamente pensavo che la nostra società avesse superato per sempre le pruderies che ci hanno accompagnato fino a qualche decina di anni fa.
La liberazione sessuale tanto sbandierata l’abbiamo raggiunta, anche se qualche dubbio mi rimane, oggi nei film sono normali scene di sesso esplicito che la mia generazione poteva vedere a malapena nei “giornalacci pornografici” (quelli che ti facevano diventare cieco), sempre nei film scene di amore saffico o gay fanno ormai parte della narrazione, eppure…..
Eppure il voyeurismo è duro a morire, e riaffiora ogni qual volta viene agli onori della cronaca una vicenda come quella della Sig.ra Quaresima.
Non mi dilungherò a raccontare i particolari di questa presunta “love story”.
Li potere trovare ovunque, basta digitare “preside Roma” su qualunque motore di ricerca per leggerle queste chat pruriginose.
Ma la notizia ha circolato, eccome se ha circolato, guadagnandosi spazio, e non poco, dato il tenore della notizia, anche sui due più importanti quotidiani italiani.
In estrema sintesi si tratta di una presunta (e sottolineo presunta) relazione sessuale fra la preside del Liceo Linguistico (ai tempi dei film di Alvaro Vitali, Pierino ci avrebbe tirato fuori una battutaccia da quel Linguistico) ed uno studente dell’ultimo anno, che i giornali individuano con le iniziali A.S. e l’età, 19 anni.
Una vicenda che è appena, se così si può dire, alla fase delle indagini preliminari, eppure il processo è già in corso per via mediatica, con toni e accenti che non sono certo favorevoli alla Signora.
Tutto è stato messo nero su bianco, spiattellato su giornali e media, le chat su Whattsapp che sarebbero intercorse fra la preside e l’allievo, che la Signora avrebbe cancellato, mentre il boy avrebbe conservato sotto forma di registrazioni e screenshot, per farne cosa è tutto da capire.
Già per farne cosa, se dalle stesse si evince che la relazione fosse finita per sua decisione?
Consentitemi che la domanda è pertinente! Per vantarsi goliardicamente della “conquista”? Per appagare il proprio ego di macho latino?
Ma al di là dei possibili aspetti pruriginosi della presunta “love story” che, ripeto, se vi attizzano basta un clic, quello che mi interessa di più è che nulla è stato risparmiato alla Preside, esposta ad una vera e propria gogna mediatica, in cui sono state messe a nudo la sua vita (è sposata) e la sua carriera, mentre l’alunno è stato protetto dall’anonimato.
Il che non si spiega dal punto di vista giuridico e mediatico, visto che si tratta di un uomo di 19 anni, quindi un adulto!
Ma in ossequio a quel voyeurismo italico che nonostante tutto fa ancora parte del nostro sentiment, viene quasi naturale descrivere la Signora Quaresima come un mostro, come una mantide, come una lussuriosa donna di mezza età vogliosa di sesso con carne fresca, che forte del suo “potere” di Preside avrebbe costretto il maturando a soddisfare i suoi istinti più deteriori.
In fondo questo è il Paese in cui sbancarono ai botteghini film come “Malizia” di Salvatore Samperi, “La liceale” con Gloria Guida, “la Professoressa va in collegio” con Edvige Fenech, “La supplente” con Carmen Villani, solo per citarne alcuni, oltre che la serie infinita degli squallidi “Pierini” con Alvaro Vitali.
Inutile dire che la Preside Quaresima smentisce tutto, e si dice pronta ad adire le vie legali per tutelarsi.
Ma spiace dirlo, quando di una notizia del genere si occupano giornali e media, pubblicando conversazioni private non ancora messe agli atti di un procedimento, la frittata è fatta, perchè in questo gioco delle parti sarà sempre la donna, specie se meno giovane, a soccombere nella gogna mediatica.
Eppure le leggi ci sono, dall’art. 329 del codice di procedura penale recentemente rinnovato, all’art. 27 della Costituzione sulla presunzione di innocenza, alle normative sulla privacy, ma nulla possono quando a muoversi è il tritacarne mediatico, ed in particolare se c’è da scagliarsi contro una donna.
Voglio comunque essere chiaro.
Se trovo addirittura indegno di una società civile il trattamento riservato alla Sig.ra Sabrina, questo non vuol dire che non ci siano regole che vanno comunque rispettate.
Ed al di là dell’aspetto penale che, a naso, mi sembra del tutto inconsistente vista la maggiore età del ragazzo, il codice dei dipendenti pubblici prescrive agli stessi di “non assumere comportamenti che possano nuocere all’immagine dell’Amministrazione”.
Spetta quindi all’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio chiarire con gli interessati, ma soprattutto con la Preside quanto avvenuto, ed in caso di accertata responsabilità, eventualmente applicare le sanzioni previste.
Resta l’amaro in bocca per come è stata trattata questa donna, perchè è notorio che storie del genere avvengono ogni giorno negli ambienti di lavoro, fra medico ed infermiera, fra il Capo di un’azienda e la giovane segretaria, e quant’altro.
Ma nella nostra malcelata ipocrisia se il ruolo, diciamo così, “dominante” è quello del maschio allora si tratta di “libera caccia”, ma se le parti si invertono, della donna si fa carne da macello, con nome, cognome e foto in bella vista sui quotidiani nazionali, senza preoccuparsi che ciò può rovinarle la vita.
Per quanto mi riguarda sono solidale con la Preside Quaresima, che spero possa dimostrare alle Autorità scolastiche la correttezza dei suoi comportamenti, con la certezza che, mi si passi l’accostamento legato al suo cognome, “dopo ogni quaresima arriva sempre la Pasqua”.
Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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