29 Gennaio 2024 - 9.24

Le avventure di un povero assicurato (Rca).  Sono giustificati gli aumenti?

Qualche giorno fa mi è arrivata una mail da parte della mia Compagnia di Assicurazione, con la quale mi veniva “ricordato” che ai primi di febbraio è in scadenza la polizza Rca di una delle due auto che abbiamo in famiglia.

Niente di nuovo, ormai le consuete letterine cartacee sono preistoria, soppiantate dalla posta elettronica.

Apro il messaggio, leggo il contenuto, e ovviamente vengo attirato dall’ammontare del premio richiesto per l’anno in corso: 781 euro.

Di primo acchito penso ad un errore, ma poi mi rendo conto che si tratta della cruda realtà: 781 euro.

Vi starete chiedendo certamente se si tratta di una Porche, o comunque di un’auto di un certo livello?

Niente di tutto questo; trattasi di un’auto di quelle che una volta venivano definite “utilitarie”: in particolare una Suzuki Ignis ibrida.

Poiché il premio mi sembrava eccessivo, sono andato a riguardare cosa avessi pagato per la stessa auto, con identiche coperture, per l’anno 2023; 600 euro.

Non occorre essere Pitagora per rendersi conto che l’aumento richiesto  (181 euro), è di circa il 30%! 

Sicuramente qualcuno di voi mi sta suggerendo di abbandonare la classica Agenzia assicurativa, per rivolgermi alle polizze on line.

Confesso che gli anni scorsi ci ho provato, con questi risultati: la Compagnia con la quale ero assicurato (senza fare nomi parlo di una delle prime tre compagnie europee) mi impediva di accedere al sito on line perché “già assicurato” (non sono mica scemi!); altre Compagnie, non conoscendo la mia “storia assicurativa”, probabilmente mi schiaffavano in automatico nelle classi di rischio alte, annullando di fatto qualsiasi convenienza a cambiare.

Quindi l’on line sarà anche conveniente, non è sicuramente la soluzione di tutti i problemi!

Dopo aver chiamato a testimoni i Santi di mezzo Paradiso, ho cominciato a cercare di capire le motivazioni di un tale salasso.

Sono andato subito a rileggere un pezzo pubblicato da Tviweb il 7 novembre 2023 dal titolo “Assicurazione auto: boom dei prezzi in Veneto (a Vicenza +38,9%)”, in cui si riportava, con tanto di tabelle, un report dell’Osservatorio di “Facile.it” nel quale si riferiva che in soli 12 mesi il premio medio pagato in Veneto per assicurare un veicolo a quattro ruote era cresciuto del 33,5%, arrivando a 498,90 euro (parliamo di costo medio ovviamente), vale a dire oltre 125 euro in più rispetto a settembre 2022.

Ho realizzato che in realtà l’anno scorso un aumento di tale entità io non lo avevo né visto né pagato, per il semplice motivo che la polizza della Ignis scade a inizio anno, probabilmente prima dell’entrata a regime dei citati aumenti.

In effetti ricordavo che il premio 2023, sempre per la Ignis, risultava solo di una cinquantina di euro superiore a quello del 2022. 

Ma poiché le assicurazioni sono come la morte, nel senso che non gli puoi sfuggire, l’aumento predetto di circa il 30% me lo becco quest’anno.

La domanda che sorge spontanea è: ma sono veramente giustificati questi aumenti, che ormai si riscorrono anno dopo anno?

Non vi consiglio di cercare le cause in rete, per il semplice motivo che trovate di tutto di più, come quando cercare di farvi fare una diagnosi medica dal “dott. Google”, con il risultato che vi trovate a soffrire delle malattie più rare e più letali.

Così secondo l’Ania (l’Associazione di categoria delle Assicurazioni) a giugno 2023 l’aumento dei premi Rca era stato solo del 5,2% sullo stesso mese dell’anno precedente, ma contemporaneamente scoprite che secondo l’Ivass (l’Istituto di Vigilanza delle Assicurazioni) nel Belpaese gli automobilisti pagano il 27% in più rispetto alla media europea (dati 2021), facendo della Rca italica una delle più care del Continente.

Venendo alle giustificazioni addotte si parla di diversi fattori.

Innanzi tutto la crescita del numero degli incidenti stradali dopo la pandemia da Covid; a tal riguardo trovo la cosa risibile perché vorrebbe dire che per le Compagnie Assicurative l’ideale sarebbe un eterno lockdown (ma non è che ci abbiano scontato i mesi in cui abbiamo forzatamente lasciato le auto in garage.  Quei soldi, incassati senza rischi, se li sono tenuti, alla faccia nostra!).

C’è poi l’aumento del costo medio di risarcimento per sinistro, fortemente aumentato a seguito dell’inflazione (questa è forse la motivazione più convincente, anche se aumenti di più del 30% annuali mi sembrano alquanto eccessivi).

Un’altra giustificazione riguarda la legge 118/2022, entrata in vigore il 1° gennaio 2023. La norma ha esteso il sistema Card (Convenzione tra gli Assicuratori per il Risarcimento Diretto) anche alle compagnie assicurative straniere. Così chi ha stipulato una polizza ed è coinvolto in un incidente può chiedere il risarcimento direttamente alla propria Compagnia, che poi farà valere il recupero dei costi sulla Compagnia dell’altra parte coinvolta nell’incidente. Sebbene questo sistema comporti un risarcimento più rapido per i danneggiati, ha anche determinato un aumento dei premi (anche questa scusa mi sembra un po’ campata in aria perché si tratta semplicemente di anticipi poi recuperati senza perdite).

Ci sono poi motivazioni che io definisco di carattere politico-sociale, di cui vi ho ampiamente parlato in un mio pezzo, sempre su Tviweb, del 6 dicembre scorso, dal titolo “Cresce il numero di chi circola senza assicurazione auto. Attenzione non è da furbi”.

Senza ripetermi, in estrema sintesi nel pezzo citato riferivo che secondo le più recenti stime dell’IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni), aggiornate a fine 2022, si parla di quasi 3 milioni di mezzi privi di RC Auto, pari a circa il 6% del totale circolante.

Per non parlare del fenomeno sempre in crescita delle truffe assicurative, almeno il 50% delle quali non viene smascherato per mancanza di prove.

A pagare le conseguenze di questi due fenomeni sono ovviamente i cittadini, con l’aumento continuo delle polizze RC Auto; meglio quei cittadini onesti e coscienziosi (mi verrebbe da chiamarli cogl…., fra cui io stesso) che continuano a pagare l’Rca senza dire nulla, a parte i soliti mugugni che lasciano il tempo che trovano (un po’ come succede con le bollette incomprensibili, e soprattutto con l’evasione fiscale). 

A tal proposito, guardando quella cifra, 781 euro, mi sono chiesto: ma se tutti gli italiani di colpo, all’unisono, decidessero di non pagare più la Rca cosa succederebbe? 

Lo Stato metterebbe in galera 60milioni di persone?  

Ma se non riesce (meglio non vuole!) a far pagare neppure quei 3 milioni che già adesso non si assicurano!

Pensiero in libertà, me ne rendo conto, che esula dalla realtà, e che oltre a tutto si configurerebbe come apologia di un illecito. 

Morale della favola.

Ho pagato il premio richiesto dall’Assicurazione per il 2024?

Assolutamente no!  Con un  liberatorio “che vadano a dare via il c….!”

Ho cambiato Compagnia, e ho una stipulato (sempre in Agenzia) una nuova polizza che, a parità assoluta di condizioni, mi costa 130 euro in meno.

Con questo non diventerò certamente ricco, ma almeno avrò la soddisfazione (magra) di non contribuire ad arricchire i bilanci ed i dividendi della vecchia Assicurazione.

Umberto Baldo

PS: può essere che, per puro divertimento, l’anno prossimo cerchi di stipulare la polizza Rca on line con la Compagnia che ho appena lasciato. Vuoi vedere che magari riesco a risparmiare ulteriormente?

Sai che soddisfazione!!!

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

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