4 Maggio 2020 - 10.33

Chiuso per ferie

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Dopo due mesi da segregati in casa, in tutti noi c’è molta voglia di vacanza anche se in questo momento le priorità ed i pensieri sono altri.

Ma quelle che chiamiamo ferie sono molto di più. Sono una delle più importanti industrie del nostro Paese, capace di accontentare a 360 gradi le esigenze delle persone, essendo l’Italia ricca di monti, mari, luoghi e città d’arte, oltre di buon cibo.

Dietro al relax fine a sé stesso c’è molto di più. Il turismo alimenta un indotto gigantesco, fatto di aziende che producono valige, scarponi, costumi da bagno, arredi, zaini …. e chi più ne ha più ne metta, senza dimenticare tutta l’editoria dedicata al settore su carta ed in rete.

Si stima che muove circa il 10% del PIL mondiale. Non poca cosa, una giostra in cui si può essere protagonisti in vari modi, come viaggiatori o turisti, come spettatori, o come lavoratori.

Se il turismo è un’industria i turisti rappresentano il mercato. Se non c’è mercato giocoforza non c’è industria, non c’è lavoro e non c’è PIL.

Ricordiamoci che in base ad un rapporto Eurostat il nostro Paese è il primo per posti di lavoro generati dalle attività turistiche, dando lavoro a più di 4 milioni di persone. Ma ancora più importante è la massa di soldi che spendono in Italia i turisti, quasi 48 milioni di euro !!

Giusta quindi la preoccupazione di dover salvare la stagione turistica in qualsiasi maniera, anche se è difficile prevedere come. Pensiamo ad esempio solo al turismo delle crociere o al turismo di spiaggia. Come conciliare la voglia di vacanza, con la voglia di tranquillità o meglio di sicurezza sanitaria, con la voglia di poter tornare a lavorare a fatturare a creare PIL. Indispensabile risulta di conseguenza pensare e trovare strategie che permettano di far ripartire il mercato.

Facile pensare ad un’estate all’interno dei confini nazionali, incentivata magari anche da bonus fiscali o meglio bonus vacanza sottoforma di detrazioni fiscali, nella speranza poi che il tutto anche a seguito di una necessità di distanziamento sociale non si traduca in una lievitazione dei prezzi.

Aspetto positivo è che avremmo la possibilità di riscoprire l’Italia ed il senso di viaggiare, privilegiando alcuni aspetti del viaggiare magari dimenticati, riscoprendo valori appartenenti al passato e scoprendo nuove relazioni con gli abitanti dei luoghi che visiteremo.

Da queste poche righe si evince quanto il turismo abbia un impatto che si estende in vari settori della nostra economia. Una volta sconfitto il CORONAVIRUS, sarà indispensabile per il Governo affrontare due questioni delicate, il sostegno e la ripresa del settore, indipendentemente da come noi stessi ci relazioneremo col fare turismo post emergenza sanitaria.

Più il Governo riuscirà a trovare soluzioni e più i tempi della ripresa saranno veloci, più basso sarà il rischio di fallimento delle imprese del settore.

Quando riusciremo andare in vacanza ci saranno nuove regole, dovremmo seguire misure di distanziamento sociale, profilassi, e contenimento dei rischi. Ma se riusciremo andarci, magari in qualche maniera anche aiutati, le cosidette vacanze all’Italiana potrebbero colmare il crollo dei flussi del turismo dall’estero, dando nuova linfa ad un settore che diversamente riuscirebbe sopravvivere.

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