9 Maggio 2018 - 15.48

MARANO V.NO – 42 fornitori truffati dal Ristorante Il Veliero in tutto il Veneto: indagati 3 albanesi e 5 italiani

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Una maxi truffa che aveva come base un ristorante di pesce di Marano, il Veliero. Quasi una cinquantina di fornitori truffati per più di 200mila euro e 8 indagati per associazione a delinquere pluriaggravata, truffa aggravata e continuata, furto aggravato, insolvenza fraudolenta, appropriazione indebita e ricettazione. Lunedì il NAS Carabinieri di Padova, con i militari delle Compagni di Vicenza, Schio, Thiene e Valdagno, ha eseguito otto perquisizioni nei confronti di altrettanti soggetti (tre di origine albanese e cinque italiani) tutti residenti nel vicentino, eseguendo nel contempo nei confronti di quattro di questi anche delle misure cautelari disposte dal Gip del Tribunale di Vicenza.

L’INDAGINE

L’attività prende spunto da una serie di accertamenti svolti da militari del NAS a partire da agosto scorso, quando, nell’ambito dei normali controlli sul commercio ittico, i Nas si erano accorti di una serie di acquisti “anomali” operati a nome del ristorante “Il Veliero” di Marano Vicentino, che figurava come acquirente di quantitativi di pesce in misura sproporzionata rispetto alle normali esigenze di un ristorante, specie se si tiene conto che lo stesso aveva aperto nei primi mesi del 2017.

IL SISTEMA

Attraverso una serie di accertamenti, si è appurato che il ristorante veniva nella sostanza gestito formalmente da un italiano della zona, ma in realtà serviva da attività di copertura per gli otto soggetti uno dei quali, usato come “testa di legno”, aveva aperto sei conti correnti bancari ed uno postale presso delle filiali della zona, versando cifre irrisorie (100 euro) e ottenendo in tal modo i blocchetti degli assegni, con i quali  acquistava (ovviamente allo scoperto) sia pesce che attrezzature per la ristorazione (fornelli, forni, frigoriferi, banconi, ecc) che venivano poi rivendute in nero ad altri acquirenti. In questo modo, sono stati raggirati 42 fornitori, ma potrebbero essere stati anche di più, residenti nelle provincie di Vicenza, Verona, Padova, Rovigo e Venezia, per un controvalore di più di 200.000 euro i quali, una volta resisi conto della truffa, o non tentavano di essere risarciti oppure, se ci provavano, venivano “convinti” dalla forza intimidatoria del gruppo a “lasciar perdere”. Tale “sistema” è andato avanti fino alla fine di agosto scorso quando, evidentemente sparsasi la voce nell’ambiente, e comunque dopo che l’organizzazione aveva ottenuto lo scopo di racimolare con un sistema apparentemente così semplice una così considerevole somma di denaro, il ristorante prima ha chiuso per ferie, e poi ai primi di settembre ha cessato definitivamente l’attività.

LE PERQUISIZIONI

Il NAS ha quindi informato  la Procura di Vicenza , il G.I.P. ha ordinato per gli otto soggetti coinvolti altrettante perquisizioni, riconoscendoli responsabili dei reati di associazione a delinquere pluriaggravata, truffa aggravata e continuata, furto aggravato, insolvenza fraudolenta, appropriazione indebita e ricettazione.

GLI INDAGATI

Di questi otto, quattro sono destinatari di misure cautelari: un albanese del 1983, pregiudicato per reati contro il patrimonio e la persona, residente a Schio, agli arresti domiciliari; un italiano del 1991, pregiudicato per reati contro il patrimonio, residente a Valdagno, con l’obbligo di residenza nel territorio del Comune di Valdagno; un italiano del 1981, residente a Vicenza, con l’obbligo di presentazione quotidiana presso la Stazione Carabinieri di Vicenza; un italiano del 1988, residente a Zugliano, l’obbligo di presentazione quotidiana presso la Stazione Carabinieri di Thiene.

L’APPELLO DEL NAS

Gli uffici del NAS di Padova lanciano un appello per sollecitare eventuali altri soggetti fornitori che si siano trovati loro malgrado coinvolti nella truffa, per presentare ulteriori denunce al riguardo.

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