7 Giugno 2023 - 10.22

Primo trimestre piatto (+0,5%) per l’industria di Vicenza

L’industria di Vicenza nel primo trimestre 2023 è in una situazione pressoché stazionaria, con un lieve incremento della produzione (+0,5%) rispetto al primo trimestre 2022.

Il dato emerge dall’indagine congiunturale di Confindustria territoriale.


    La quota di imprenditori che dichiara aumenti della produzione è del 32%, mentre il 43% evidenzia cali produttivi; nel quarto trimestre 2022, il 36% delle aziende registrava incrementi, il 33% cali. Il saldo di opinione, in calo, è così pari a -11 (+3 nel quarto trimestre 2022). Il 40% delle aziende denuncia un livello produttivo insoddisfacente (28% nel precedente trimestre, 17% un anno fa).
    Per il mercato interno il fatturato segna un +4,06% rispetto a un anno fa. Segno positivo registrato anche dalle esportazioni con un +2,37% per l’export Ue ed un +7,04% per l’export extra-Ue.
    La consistenza del portafoglio ordini rimane stabile per il 29%, aumenta per il 28% mentre diminuisce per il 43% delle aziende, con un saldo di -15, contro il -3 del trimestre precedente. Il periodo di lavoro assicurato supera i tre mesi nel 26% dei casi (34% nel trimestre precedente).
    Il numero di occupati rimane in linea con il primo trimestre 2022 (+0,1%). Il 58% delle aziende dichiara di aver mantenuto inalterato il proprio livello occupazionale, il 24% l’ha aumentato, il 18% lo ha ridotto. Per la presidente di Confindustria Vicenza, Laura Dalla Vecchia “i primi mesi dell’anno ci stanno dando riscontro di quanto avevamo preventivato, ovvero di come le aziende stiano registrando un netto cambio di tendenza rispetto al 2022.
    L’inversione è iniziata già verso fine anno, tanto è vero che nel primo trimestre i dati sono, sì, ancora, come media totale, leggermente positivi; ma vediamo diversi settori che registrano cali anche molto consistenti. Il secondo trimestre ci preoccupa, basti pensare che parecchie aziende si son trovate costrette a fare giorni di chiusura durante i ponti primaverili. Quindi, nonostante la produzione sia stabile, la calma piatta non può che essere momentanea: o si trova una strada per crescere o si rischia di imboccare la retromarcia, specie quando il nostro primo cliente, la Germania, è in recessione tecnica. Per ora – conclude – ci salva il boom dell’export extra Ue, che è cresciuto di quasi il 50% negli ultimi 15 anni”. (ANSA).

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