23 Novembre 2023 - 8.24

La sicurezza non è né di destra né di sinistra!


Immagino abbiate letto o sentito che la settimana scorsa il Governo ha varato il cosiddetto “Pacchetto sicurezza”, che contiene tre disegni di legge che, come previsto dalla Costituzione, dovranno essere vagliati ed approvati (eventualmente anche emendati) dal Parlamento.

Non è mia intenzione sciorinare, come hanno fatto un po’ tutti i giornali ed i media, l’elenco delle singole norme con relative spiegazione e commenti.

Per questo vi rimando al sito Governo.it, in cui potrete trovare il “comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 59” con il dettaglio degli interventi proposti.

Voglio invece fare qualche ragionamento relativamente a come è stato accolto il “Pacchetto” dalla politica e dai commentatori.

E per questo parto dal titolo di un articolo che mi ha colpito in modo particolare: “Pacchetto sicurezza, la crudeltà al potere, per il potere”.

Spiace constatare che anche in questa materia il grottesco italiano si divide fra il coro dei giornali filo governativi (Il Giornale, Libero, La Verità) e quelli che invece “ogni occasione è buona per attaccare il Governo della destra”.

Viene da chiedersi come sia possibile che i Partiti litighino sul tema della sicurezza dei cittadini, che a mio avviso costituisce la base di ogni convivenza civile, 

La sicurezza dovrebbe essere un valore fondante della società, condiviso da tutte le forze democratiche. 

Tuttavia, se proprio le si vuol dare una connotazione politica, io credo che tutelare la sicurezza dei cittadini sia più interesse della sinistra e delle forze progressiste, e paradossalmente meno della destra. 

Se non altro per il fatto che la domanda di sicurezza proviene, prevalentemente, dai ceti medi e meno abbienti, i quali si rivolgono allo Stato perché, a differenza delle classi agiate, non dispongono di mezzi propri per tutelarsi.

Non c’è dubbio che ci sono reati che più di altri contribuiscono a dare al cittadino la sensazione di vivere in uno Stato che non garantisca la sicurezza, e quindi trovo sempre opportuno richiamare alle proprie responsabilità la classe politica, per evitare l’accusa di aver abbandonato la società alla deriva, in balia di un permissivismo eccessivo, contrabbandato spesso per “garantismo”.

Chi mastica un po’ di diritto, e anche di scienze sociali, sa benissimo che ogni periodo storico è peculiare anche per quanto riguarda l’allarme che certi tipi di comportamenti illeciti suscitano nei cittadini.

Per fare un solo esempio credo che ormai nessuno di noi sia preoccupato dall’ “abigeato”, anche se si tratta di un reato ancora previsto e punito dalla legge penale.

Per chi non ne abbia mai, legittimamente s’intende, neppure sentito il nome, sappia che con il termine giuridico abigeato si definisce il “furto di bestiame”.

E’ quindi evidente che la legge penale non può essere come le tavole di Hammurabi o il Codice Giustinianeo; la repressione dei comportamenti devianti è necessariamente un qualcosa che si evolve coi tempi, che segue il cammino della società, e quindi aggiustamenti o adeguamenti dovrebbero essere, come poi sono, nella logica delle cose.

Mi risulta pertanto incomprensibile l’atteggiamento di chiusura delle forze di sinistra nei confronti delle proposte del Governo, lette solo in chiave politica, e perciò etichettate subito come “deriva autoritaria” e come “un’ordalia contro gli ultimi”.

La logica della democrazia imporrebbe un confronto, meglio se serrato, nelle aule parlamentari, per cercare di attenuare quello che si giudica eccessivo, o modificare quello che si valuta sbagliato.

Ma per una volta mi piacerebbe che certi nostri politici si mettessero veramente nei panni del cittadino comune, perché si accorgerebbero che molte delle proposte del Governo cercano, magari impropriamente, magari con poca efficacia,  di rispondere alle paure e alle preoccupazioni del Sior Piero e della Siora Maria. 

E guardiamole alcune di queste paure, giudicate infondate dalla “gauche”.

Hanno proprio tutti i torti i cittadini che nelle nostre città ed in particolare nelle stazioni, da Milano a Roma,  da Venezia e Firenze, ma in realtà un po’ ovunque, protestano perché sono bersaglio dei borseggi di donne incinte e minori addestrati ed indotti al furto ed all’accattonaggio?

La sinistra ha subito parlato di “norme tarate sulle donne Rom” (manco si trattasse di leggi razziali!).

La norma mira semplicemente ad inasprire la lotta a questi tipi di reato, e non è colpa di nessuno se gli “specialisti” in materia sono in particolare i Rom!

Lo so anch’io che non è l’ideale rinchiudere bambini assieme alle madri (a parte che fino ad un anno sarà comunque vietato il carcere), ma non è neanche giusto che lo Stato venga costantemente sbeffeggiato da donne perennemente incinte per evitare la pena (si propone che il rinvio della pena non sia più obbligatorio ma valutato dal giudice). 

Trovate persecutorio prevedere che allo straniero condannato a pene definitive per reati gravi possa essere revocata la cittadinanza (in realtà la norma estende tale possibilità dagli attuali 3 a 10 anni)?

Trovate inestetico trasformare da illecito amministrativo a reato il blocco stradale, e prevedere una pena anche per chi imbratta i monumenti?

Trovate inutile aumentare da 2 a 6 anni la truffa aggravata che coinvolga persone anziane o fragili, prevedendo anche l’arresto in flagranza dei delinquenti che commettono questo tipo di “reati vigliacchi”? 

Trovate fuori dal mondo prevedere anche un reato che punisca, con la pena della reclusione da uno a sei anni, lo straniero che, durante il trattenimento presso i centri per i rimpatri o la permanenza nelle strutture per richiedenti asilo o altre strutture di accoglienza o di contrasto all’immigrazione illegale, mediante atti di violenza o minaccia o mediante atti di resistenza anche passiva, promuova, organizzi, diriga una rivolta?

Il “Pacchetto” è molto più corposo, e per questioni di spazio mi fermo qui, invitandovi, se interessati ad approfondire, a leggere il comunicato che vi ho segnalato all’inizio.

Ovviamente qualche norma non mi convince del tutto, tipo quella di consentire alle forze di polizia di portare armi anche fuori servizio; ma se ne può ragionare ovviamente (a questo serve il Parlamento). 

Consentitemi di chiudere con un’osservazione, forse maliziosa.

Fra tutte le critiche e le stroncature che ho letto delle norme “sicuritarie” proposte del Governo Meloni, addirittura bollate da certa opposizione come “fasciste”, non ne ho trovato nessuna che contesti apertamente la repressione delle cosiddette “occupazioni abusive” di immobili altrui.  In particolare, oltre ad introdurre il reato di “Occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui”, si propone anche una   procedura volta a consentire a chi ne abbia titolo il rientro in possesso dell’immobile abusivamente occupato (passaggio dal giudice nei casi ordinari, ma intervento immediato della polizia giudiziaria nel caso si tratti dell’unica abitazione).

Ma evidentemente anche a sinistra, dopo che per anni si sono di fatto accettate le azioni dei  vari “Comitati per la lotta per la casa” solitamente vicini al mondo dei centri sociali, ora si rendono conto che la casa è considerata un “luogo sacro” dagli italiani, e quindi diventa difficile giustificare, in nome di una pelosa solidarietà sociale, chi ad esempio occupa abusivamente la casa di un anziano che viene a trovarsi su una strada senza casa, magari dopo essere andato in ospedale.

Opporsi a questa norma di civiltà (e personalmente apprezzo Giorgia Meloni per averla proposta) sarebbe puro masochismo politico!

Umberto Baldo 

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

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