2 Maggio 2018 - 12.03

ECONOMIA – Deutsche Bank, crisi senza fine

Per essere aggiornato con Tviweb entra nel GRUPPO FA-CEBOOK TVIWEB - NOTIZIE VICENZA E PROVINCIA (Clicca qui)

Per il terzo anno consecutivo il maggior Istituto bancario tedesco ha chiuso il bilancio in negativo, con perdite che hanno sfiorato i 500 milioni di euro, senza dimenticare le enormi esposizioni nei prodotti di finanza creativa che portano il nome di derivati.                                  Pochi e semplici numeri che basterebbero a mettere in ginocchio qualsiasi altro Istituto, ma non la banca tedesca fra le più importanti in Europa e nel mondo, con l’Italia come punto di riferimento strategico, o meglio per Deutsche Bank il primo mercato europeo dopo quello domestico. Il principale segreto della sua sopravvivenza, rispetto a quanto successo a certi Istituti nostrani, sta nel fatto che il governo tedesco di fronte a determinate emergenze fa squadra, contrariamente a quello che succede in Italia, dove, come affermato più volte, da anni paghiamo l’assenza di una classe dirigenziale vera, competente e forte.  A risanare le sorti dell’Istituto da pochi mesi è stato chiamato un nuovo dirigente, Christian Sewing, che a 47 anni risulta essere il più giovane amministratore delegato della Banca. Primo obiettivo dichiarato dal nuovo ceo sarà il contenimento dei costi sotto la soglia dei 23 miliardi di euro, derivanti in primis da una riduzione di risorse umane per quasi 23.000 unità. Per la Banca Tedesca se da una parte c’è la volontà di potenziare le attività commerciali in Italia, dall’altra c’è la necessità di ridimensionare in maniera importante le attività di trading, che in passato l’hanno portata ad essere accusata di agire come hedge fund speculativo, con in pancia una miriade di titoli tossici e derivati. Preoccupante invece il fatto che la BCE abbia chiesto di stimare eventuali costi per un’improbabile liquidazione. Sarebbe un autentico bagno di sangue per tutto il sistema, sopravvissuto ad anni di crisi, tanto che per un eventuale salvataggio non sarebbe sufficiente nemmeno l’intero PIL tedesco.                                                                                                E’ un po’ una resa dei conti, poiché Deutsche Bank è senza dubbio una delle maggiori responsabili della crisi europea, iniziata con la speculazione al ribasso sui titoli di Stato del nostro Paese.   La più grande banca tedesca potrebbe scivolare in un abisso infinito dove solo il governo di Berlino ed i contribuenti tedeschi potrebbero salvarla. Fa rabbia pensare che se da una parte parlano del rispetto delle regole poi sono i primi a non rispettarle, basta guardare le due multe pagate da Deutsche Bank per aver manipolato il LIBOR. La crisi di Deutsche Bank infatti è imputabile principalmente ad enormi errori di gestione ed alle enormi multe da pagare o pagate per le frodi commesse. Ad oggi forse per distorcere l’attenzione si è parlato di crisi accostandola agli NPL ( crediti deteriorati). Il vero problema, quello paragonabile ad una bomba inesplosa, sono i titoli tossici in pancia alle banche europee ( principalmente tedesche e francesi). I 270 miliardi di crediti deteriorati italiani non sono nulla in confronto ai 27 bilioni di euro di esposizione in derivati della Deutsche Bank, quasi quanto due volte il PIL dell’intera eurozona. Pochi ne parlano ma questa è la triste realtà, già scoperta da tempo dai clienti e dai mercati.

Per essere aggiornato con Tviweb entra nel GRUPPO FA-CEBOOK TVIWEB - NOTIZIE VICENZA E PROVINCIA (Clicca qui)
VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA