24 Maggio 2017 - 10.29

VICENZA – Boom di rogazioni in tutto il Vicentino, da Asiago al capoluogo berico

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VICENZA – Le tradizioni ritornano. E lo fanno con discrezione, ma tanto sentimento. È il caso delle rogazioni, un’usanza ritenuta scomparsa, ma che il mondo agricolo ha riportato alla luce. E proprio in questi giorni sono in atto questi riti propiziatori cattolici, con preghiere, atti di penitenza e processioni per invocare la buona riuscita delle semine. La più bella, in atto proprio in queste ore, è la grande rogazione sull’Altopiano, in corso oggi, mercoledì 24 maggio dalle 6 alle 18, con lo scambio delle uova dipente e delle coroncine di fiori tra ragazzi e ragazze. Prossimo appuntamento, tra i più noti in provincia di Vicenza, il 25 maggio a Vicenza (Anconetta) alle ore 20 in Stradone dei Nicolosi all’azienda agricola Pontarin Gaetano ed a Montegalda alle 20.30 in Via Roi all’azienda agricola Brunello.

“Le rogazioni sono delle preghiere di supplica e propiziatorie per ottenere dei buoni raccolti. Il termine prende origine dal verbo latino rogare, ovvero pregare ripetutamente. Il rito stava scomparendo – commentano il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù – ma le avversità atmosferiche sempre più imprevedibili hanno sollecitato agricoltori e credenti a riscoprire questa usanza”.

L’usanza prevede dei rituali precisi, che fanno chiaramente comprendere come l’agricoltura sia in grado di spaziare tra usanze ed innovazione, senza mai dimenticare le proprie origini e di ringraziare Dio per la terra affidata in custodia proprio agli agricoltori.

“Oltre alle invocazioni servono dei rami di ontano che, scorticati, diventano legno bianco per fare delle croci da mettere all’inizio di ogni campo. Rispettiamo cosi gli insegnamenti della civiltà contadina – aggiunge Enzo Gambin, direttore dell’Associazione dei produttori di olio d’oliva animatore al Frantoio Redoro – per tenere lontane siccità, grandine ed ogni altro disastro, ma anche come benedizione per le semine – precisa Paola Ballardin funzionaria di Coldiretti Vicenza, che sarà presente il 25 maggio ad Anconetta, nell’azienda agricola di Gaetano Pontarin”.

Un tempo l’evento durava tre giorni, con processioni da un capitello all’altro e la solennità dei paramenti, chierichetti e candele. Venivano recitate le litanie dedicate: “Signore, liberaci dai fulmini e dalla tempesta”. E se le campagne erano secche, il vescovo invitava sacerdoti e fedeli ad un pellegrinaggio “ad petendam pluviam”, per invocare la pioggia. “Siamo orgogliosi di riuscire a far rivivere queste tradizioni – concludono Cerantola e Palù – che rappresentano chiaramente la capacità del mondo agricolo di essere trasversale, passando dall’innovazione alla tradizione, senza perdere mai di vista le proprie radici cristiane”.

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