31 Ottobre 2016 - 15.56

GRANDE FRATELLO VIP, I PERCHÉ DI UN PROGRAMMA INUTILE

Grande Fratello Vip, un programma inutile

di Marco Osti

Ne scriviamo prima di sapere chi andrà alla puntata finale e chi sarà poi il vincitore.
Ne scriviamo senza avere nemmeno la curiosità di scoprire se ci saranno nuovi colpi di scena, presunti scandali, ospiti di richiamo, colpi a effetto reali o posticci, creati apposta per intrattenere gli spettatori.
Ne scriviamo in anticipo sulla sua conclusione, perché, comunque vada, il Grande Fratello Vip, nonostante il seguito di pubblico e l’interesse che può avere suscitato, ha mostrato tutta la sua inutilità come programma in sé e come format.
Non serviva per farci sapere quanto possano essere superficiali, aggressivi, volgari, sessisti, litigiosi, puerili e capricciosi – al pari di qualsiasi persona meno conosciuta che aspira a qualche scampolo di notorietà – personaggi famosi, o presunti tali, considerato che alcuni partecipanti sono meno conosciuti dei vari televenditori di tappeti o materassi che spopolano sui canali locali.
Non serviva a ribadire che un gruppo di persone di vario genere, per sesso, estrazione culturale, curriculum e ambizioni, una volta chiuse in una casa da cui non possono uscire e senza notizie dall’esterno, a lungo andare fanno emergere i loro istinti più profondi e spesso meno nobili.
Su questa formula era nato il Grande Fratello, che aveva impresso una sferzata innovativa nel panorama televisivo italiano, con il pregio di essere anche una sorta di esperimento sociale in diretta sugli schermi degli italiani, in un’epoca in cui si diffondeva, non solo nel nostro Paese, un desiderio, talvolta genuino, altro pruriginoso, di andare oltre l’apparenza, per guardare dietro le quinte e conoscere verità fino ad allora celate o addirittura censurate.
La televisione in quel momento ha perso definitivamente la sua sacralità ed è diventata il palcoscenico di tutti, su cui chiunque potesse esprimere la propria idea o apparire, senza filtri o finzioni, senza copioni precostituiti, perché la storia era realizzata al momento dai protagonisti, diventati essi stessi la storia che raccontavano.
Oggi tutto ciò è su qualsiasi smartphone o computer, con i social, grazie ai quali non serve più nemmeno passare delle selezioni per apparire su uno schermo o nelle case di qualcun altro.
Ha iniziato youtube e poi sono arrivati tutti gli altri. Basta postare una foto o un video. E’ stata l’evoluzione di un processo inevitabile, di cui oggi non si può stabilire un termine, sebbene si può prevedere che una volta raggiunto il suo apice si trasformerà in altro o, auspicabilmente, porterà ognuno a recuperare un po’ di misura, sobrietà e pudore, in primo luogo per la propria privacy.
Ma non siamo ancora a quel punto.
Oggi siamo in piena orgia espositiva e non solo moltissimi aspirano ad apparire e mostrarsi, come il Grande Fratello aveva dimostrato, ma possono farlo quando vogliono, ogni giorno, come vogliono.
I reality con personaggi famosi sono quindi stati il passaggio successivo in cui si sono visti donne e uomini, più o meno giovani e attraenti, buttarsi in elicottero e poi scannarsi per un piatto di riso su un’isola deserta, attraversare mari e deserti e città, cucinare piatti improbabili, cantare canzoni di altri personaggi famosi travestendosi da loro.
Un circo avvitato su se stesso, che ha arricchito agenti, presentatori, vip e meno vip, nel quale non si comprende se il personaggio sia famoso perché ha partecipato al reality o se lo fosse già prima, con autori che non ci hanno lesinato nulla per mostrarci la celebrità di turno di fronte a prove che nella vita normale non sarebbe disposto a fare nessuna persona che abbia un minimo di rispetto per se stesso.
Avevamo già visto tutto e quindi non si sentiva per nulla il bisogno del Grande Fratello Vip per reiterare scene già viste, di isterismo, di litigi, di pianti a dirotto per una persona conosciuta due giorni prima, diventata amica per la pelle e dimenticata ovviamente già il giorno successivo.
Non era necessario dovere assistere a Signorini che impone la sua presenza a Illary Blasi e non si accontenta come in altre trasmissioni di stare seduto sul suo scranno di opinionista principe.
Non avevamo bisogno dell’ennesimo siparietto marito e moglie andato in scena quando Totti è stato catapultato nella casa, per dare una botta in su agli ascolti, grazie al pubblico romanista adorante del suo Capitano e pronto a guardarlo per ore anche se passasse la giornata fermo a leggere il giornale.
Un remake in salsa nuovo millennio degli sketch di Sandra e Raimondo, dove i novelli Mondaini e Vianello, in perfetta coerenza con la decadenza dell’attuale proposta televisiva sono una ex velina e un calciatore.
Insomma non avevamo bisogno del Grande Fratello Vip per capire che il nostro sconfortante tuffo nel vuoto di contenuti della nostra epoca, ben rappresentato dall’assenza di innovazione che sa produrre la televisione generalista, è andato molto più a fondo di quando apparvero sugli schermi Marina La Gatta Morta e Taricone, che ora compiangiamo come persona e come personaggio televisivo.
Non avevamo bisogno di tutto ciò perché era già chiaro che il Grande Fratello Vip fosse un esperimento inutile e morto in partenza.
E siamo convinti, che proprio per questo, verrà tenuto in vita artificialmente e riproposto l’anno prossimo.

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