13 Gennaio 2015 - 10.59

EROTICO VICENTINO: “Ritual”, “Holiday” e la Barilla: le coppie secondo Luca Immesi e Giulia Brazzale

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Due vicentini tra i vincitori del contest ideato da Barilla “Love life, love pasta: in your own way!”, ideato a fine 2014 dalla celebre azienda italiana sui temi dell’uguaglianza.
E così i registi Giulia Brazzale e Luca Immesi hanno raccontato di amori “diversi” e romantici attraverso un breve corto che immortala un tenero incontro di labbra che si avvicinano mangiando uno spaghetto, ricordando il celebre bacio Disney tra Lilly e il vagabondo.
(Ecco il video del loro “Love Life Love Pasta”: https://www.barillafactory.com/it/call/love-life-love-pasta-in-your-own-way/394/content/love-life-love-pasta/74100 )
Così la Barilla, dopo il ciclone di polemiche sorte per le esternazioni non propriamente corrette da parte del presidente Guido, si risolleva grazie anche ai nostri giovani talenti del cinema, interpretando la diversità in maniera romantica e delicata.
Di Luca e Giulia abbiamo già raccontato in queste pagine con l’intervista per la rubrica Creativity (link https://www.tviweb.it/creativity-al-cinema-con-luca-immesi-e-giulia-brazzale ): due registi talentuosi e molto apprezzati nel circuito cinematografico indipendente internazionale, che hanno fondato nel 2003 Esperimentocinema, casa di produzione indipendente.
Nel 2013 realizzano il loro lungometraggio d’esordio: “Ritual – Una storia psicomagica”, liberamente tratto dal libro “La danza della realtà” di Alejandro Jodorowsky, e uscito in Italia, Giappone, Germania, Inghilterra, Australia, Taiwan.
Un cinema volto all’introspezione dell’animo umano, al confine tra video arte e documentario, votato anche alla tensione thriller, talora anche dai tratti sensuali.
Come nella più recente pellicola presentata al Festival del Cinema di Venezia 2014 nel Padiglione della Regione del Veneto: “Holiday”, storia delle trentenni Gloria e Linda, coppia omosessuale, una disoccupata e l’altra studentessa fuoricorso, che si prestano a spettacoli erotici con la webcam e si prostituiscono. Fino all’incontro con Mark, e al ménage à trois appassionato che si creerà tra loro.
«Holiday è un progetto molto diverso da Ritual. Sebbene vi siano alcune somiglianze ed alcuni argomenti per certi versi possono essere simili, abbiamo cercato di fare un nuovo film che si discostasse molto da quello precedente. Fare film è un’opportunità straordinaria per indagare la realtà e se si affrontano storie diverse si può ampliare la propria conoscenza.
I rapporti in generale fra le persone sono un tema che ci interessa molto. In Ritual era una coppia chiusa su sé stessa, imprigionata nel proprio rapporto. In Holiday è una coppia più aperta, che muta verso il trio. Sempre il grande Jodorowsky ci ha dato l’input per questo nostro nuovo film: ama fare pronostici sul futuro e una sera a cena durante ci disse che secondo lui la società stava andando verso il trio. Chiaramente le sue sono anche provocazioni, ma da lì abbiamo iniziato a sviluppare il film.
L’idea nasce da molteplici ispirazioni: siamo partiti dai recenti fatti di cronaca, che vedono ragazze di ogni età vendere il proprio corpo in cambio di beni materiali; una sorta di prostituzione fai da te, senza protettori, forse anche più pericolosa. Unitamente a questo, ci interessava indagare l’evoluzione della sessualità e del rapporto di coppia: il duo, sempre più spesso, si apre a relazioni poliamorose, anche durature, e ci è sembrato interessante analizzare questa nuova trasformazione della società attraverso il linguaggio cinematografico. Altra cosa che ci ha colpiti molto, è stata leggere gli atti processuali del serial killer veneto Gianfranco Stevanin, che negli anni novanta ha seminato il terrore e riempito intere pagine di cronaca. Una figura che, oltre ad avere forti legami con la nostra regione di appartenenza, è caratterizzata da comportamenti seriali del tutto atipici: il killer, infatti, aveva l’abitudine d’intrecciare rapporti amorosi con le sue future vittime, perlopiù prostitute, e per sua stessa dichiarazione non era lui che le uccideva, ma erano loro che morivano. Il protagonista maschile del film, interpretato da Milton Welsh, è liberamente ispirato proprio a Stevanin».
Bravi!

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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