30 Novembre 2024 - 16.07

Le domeniche ecologiche a Vicenza: un’efficacia discutibile

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Di Alessandro Cammarano

Croce e delizia, ma soprattutto croce per i cittadini, le domeniche ecologiche, programmate ogni ultimo fine settimana del mese da settembre ad aprile, sulla carta mirano a sensibilizzare la cittadinanza sui temi ambientali e a ridurre le emissioni inquinanti attraverso limitazioni alla circolazione di veicoli inquinanti. 

In realtà nel corso degli anni risulta quanto mai evidente che il loro reale impatto sulla qualità dell’aria sia non di così gran conto, impattando invece e sulla vita quotidiana dei cittadini.

Che la situazione di Vicenza, per quello che riguarda l’inquinamento atmosferico sia drammatica è sotto gli occhi – o meglio sotto i polmoni – di tutti. 

La Pianura Padana è di fatto una delle aree più inquinate d’Europa e Secondo le rilevazioni dell’ARPAV, contando che nel 2024 i livelli di PM10 hanno superato il limite di 50 µg/m³ per oltre 35 giorni in città, nonostante le misure straordinarie, comprese le domeniche ecologiche. 

Purtroppo l’efficacia di tali provvedimenti è limitata: bloccare il traffico per poche ore al mese influisce minimamente sulla riduzione complessiva delle emissioni, considerando che i riscaldamenti domestici e le attività industriali sono responsabili di una quota significativa dell’inquinamento.

Le restrizioni poi colpiscono in particolare, e come sempre, le categorie più vulnerabili. 

Gli automobilisti con veicoli più vecchi, spesso meno abbienti, sono penalizzati, pur avendo a disposizione deroghe legate al reddito ISEE e all’età. 

I cittadini sono sempre più critici rispetto all’attuazione di questa norma che oramai appare più “dimostrativa” che non efficace. In occasione dell’ultima domenica ecologica i volontari degli Alpini hanno cortesemente ma fermamente declinato l’invito del Comune a prestare la loro opera di sorveglianza ai varchi per l’impossibilità a far fronte alla sempre più crescente insofferenza dei cittadini al blocco della circolazione.

Ovviamente l’inciviltà di chi vorrebbe sovvertire o eludere le regole va fortemente stigmatizzata, perché le norme, finché in vigore, vanno rispettate, soprattutto quando l’automobilista furbetto esibisce il contrassegno CUDE della nonna che è in casa di riposo da anni o peggio inventa emergenze inesistenti tipo “devo cambiare l’acqua al canarino di zia Eufrasia in contrà Mure San Rocco.

Altro elemento dolente delle giornate senz’auto riguarda gli eventi che l’amministrazione comunale, di concerto e in collaborazione con varie associazioni cittadine.

Tali eventi, come attività per bambini o incontri informativi, hanno un valore educativo ma non sembrano attirare un numero significativo di partecipanti e non sembrano tenere conto del fatto che molti cittadini percepiscono le domeniche ecologiche più come un obbligo che come un’opportunità di riflessione ambientale.

Il blocco del traffico non è particolarmente amato neppure dalle attività commerciali che insistono nel centro storico – per altro sempre più languente quanto a vitalità – e hai voglia a fare Black Friday se poi i clienti non riescono a raggiungere le vie dello shopping preferendo gli orridi centri commerciali posti in fascia extraurbana.

Che fare, dunque, per rendere queste iniziative realmente efficaci?

Non guasterebbe, in primo luogo, un approccio integrato che combini misure più incisive su riscaldamenti e industrie, incentivi per il rinnovo del parco auto e un miglioramento dei trasporti pubblici; forse così si potrebbe ottenere un impatto significativo sulla qualità dell’aria e sul benessere dei cittadini, superando le attuali limitazioni di iniziative simboliche.

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