4 Luglio 2020 - 12.59

Zaia: “5 i veneti contagiati in Serbia. Il viaggio a Medjugorje già contagiati. Paziente 0 segnalato in Procura”. Pavesi: “Il manager vicentino siamo andati a prenderlo a casa”

Luca Zaia in diretta Facebook oggi.

“Ieri abbiamo parlato di un focolaio con 5 positivi. Se lo sono presi in Serbia e lo hanno portato in auto. Sembra che il paziente serbo sia anche deceduto, ma in Veneto abbiamo 5 positivi contagiati in Serbia. Queste persone che hanno importato il Covid nel Vicentino, sono tornati dalla Serbia dove sono andati per lavoro, poi hanno preso la macchina e sono andati in Bosnia, a Medjugorje, poi sono rientrati. Uno di questi aveva sicuramente i sintomi del Covid. Oggi abbiamo presentato in Procura una segnalazione per evidenziare come questa persona abbia avuto un comportamento irresponsabile e rischi di causare una nuova epidemia. La Procura valuterà se vi siano elementi di indagine e colpevolezza.”.
 

“Nuova ordinanza di lunedì: per essere ancora più efficace negli isolamenti fiduciari dei positivi e nell’individuazione dei contatti. Il sanitario deve essere in grado di dire “guardi, lei si ferma qui”. Ho parlato con il ministro Speranza ieri e stamani alle 7, e anche lui riconosce che il tema del trattamento sanitario va chiarito fino in fondo”.

Giovanni Pavesi, direttore generale Ulss Berica, spiega cosa è accaduto nel Vicentino: “Il paziente è stato tenuto monitorato dopo il tampone positivo, era in isolamento fiduciario, non abbiamo ritenuto soddisfacente il contatto, e grazie anche all’aiuto del sindaco ci siamo presentati a casa e lo abbiamo portato in ospedale in ambulanza. Ora si trova in terapia intensiva. I casi in totale sono 5. Abbiamo preso l’elenco dei contatti stretti, anche se c’è stata reticenza nel fornirli. Li abbiamo tamponati tutti: 37 Verona, 28 Padova e 52 a Vicenza. I casi sono stati importati dall’estero, è la prima volta in Veneto, non si tratta di focolai nostri, inoltre abbiamo subito intercettato e isolato i casi. E’ importante che le persone restino a casa, noi controlliamo telefonicamente, un contatto continuo e giornaliero con i casi più sintomatici”.


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