17 Novembre 2020 - 10.13

Virus, stiamo vincendo. Non sprechiamo tutto

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Nella guerra contro il virus, l’umanità sta vincendo e sicuramente vincerà, grazie alla ragione, alla scienza e alle donne e agli uomini di buona volontà, che sono in numero maggiore e sono più forti di disfattisti, negazionisti e approfittatori di vario genere.Il nostro Paese in quest’ambito è paradigmatico.Nei freddi dati che ogni giorno delineano la portata della seconda ondata di contagi che ha investito l’Italia esistono indicazioni che offrono spazi a un ottimismo basato sulla razionalità e, allo stesso tempo, dimostrano come tutti gli interventi di chiusura e di limitazione degli spostamenti siano necessari e possano essere decisivi.Da settembre si è assistito a una crescita costante dei contagi totali, che sono passati da circa 250 mila agli attuali (dato del 14 novembre) 1.144.552.Questa crescita esponenziale è certificata dai tamponi effettuati, che sono ormai costantemente più di 200 mila al giorno e comunque si dimostrano ancora non del tutto adeguati in termini numerici e per la loro tempistica, rispetto alle richieste delle persone e alla funzione di limitare la circolazione del virus, la cui enorme, e probabilmente sconosciuta per altri agenti patogeni, capacità e velocità di diffusione, legata alle sue modalità, per incubazione e sviluppo della malattia Covid 19, costituisce uno dei fattori che rendono estremamente difficile bloccarlo.Il notevole aumento dei contagiati intercettati, che sappiamo nella prima ondata era nettamente sottostimata per l’impossibilità e l’incapacità del sistema di effettuare i tamponi nella misura odierna, ha abbattuto la percentuale di mortalità che si registrava tra marzo e aprile, quando era arrivata a circa il 14,50%, mentre oggi si attesta a un più realistico 3,90%, e potrebbe ulteriormente scendere in futuro.Allo stesso tempo, da settembre, le percentuali di chi viene ricoverato e di chi ha bisogno di terapie intensive si sono costantemente assestate rispettivamente intorno al 5% e allo 0,5%.Questi dati dimostrano che il sistema sanitario oggi comunque riesce, in larghissima parte, a effettuare un controllo più assiduo, a intercettare prima i contagiati e a intervenire in modo anticipato, con alcune soluzioni di cura che evitano il procedere dell’infezione fino a essere incontrollata, evitando di arrivare al ricovero in ospedale quando la situazione non è più risolvibile, come avveniva tra marzo e aprile.Tra l’altro, in quest’ambito va allo stesso tempo evidenziato un dato dei guariti che arriva anche a 15 mila al giorno.Il problema resta che basse percentuali di un numero di contagiati troppo elevato porta un numero in assoluto di potenziali ricoveri normali e in terapie intensive eccessivo per le capacità di qualsiasi sistema sanitario di curare i pazienti, mettendo a rischio ulteriore i soggetti deboli e anche chi potrebbe essere assistito in modo efficiente.Ridurre il numero dei contagi è quindi indispensabile per curare meglio i più fragili, obbligo di qualsiasi società evoluta, e poter guarire velocemente e in modo efficiente chi, per età più bassa e buono stato di salute generale, se correttamente trattato, non rischia di incorrere in situazioni di gravità, evitando quindi di intasare ulteriormente il sistema, a beneficio di chi ne ha effettivamente bisogno.Le chiusure, le raccomandazioni alla massima prudenza, in termini di distanziamento e igiene personale, l’obbligo di utilizzare mascherine sono quindi indispensabili per consentire di mettere in pratica tutte quelle conoscenze che oggi permettono di tenere basse le percentuali prima ricordate.I primi interventi restrittivi decisi dai Dpcm stanno già dando alcuni segnali positivi in termini di rallentamento nella crescita del contagio.Ora vanno verificati gli effetti di quelli adottati dando misure diverse per le varie Regioni.Se il trend andasse nella stessa direzione di controllo del contagio e lo portasse a scendere, ad esempio a un decimo di quelli attuali, poniamo 4.000 al giorno, potremmo avere quotidianamente 200 ricoveri e 20 ricorsi alle terapie intensive, con oltre 10 mila guariti.Con questi dati, che sono quelli di questa estate, per intenderci, potremmo arrivare ad abbassare la famosa curva della diffusione del virus legata al tempo, rendendola anche costante, ma sempre sotto la soglia in cui mette a rischio il sistema sanitario.Questo ci consentirebbe di attendere senza ulteriori chiusure e patemi le nuove soluzioni trovate dalla scienza con i vaccini e con le cure, tra cui soprattutto quelle con anticorpi monoclonali, che secondo le ultime notizie dovrebbero cominciare a essere disponibili tra gennaio e marzo, sebbene non inizialmente non per tutti, in attesa di intensificare la produzione e il trasporto.Tutto ciò deve indurre ognuno a essere pienamente consapevole e responsabile di quanto può fare con il suo comportamento in questa guerra terribile, che l’umanità sta combattendo e che oggi si può dire, con fiducia fondata sulla ragione e sulla scienza, che si appresta a vincere.Come ogni conflitto vi sono vittime anche poco prima o addirittura dopo la firma dell’armistizio.Spesso accade per incoscienza, poca veicolazione delle informazioni, stupidità, ignoranza e cattiveria.Ognuno deve combattere questi veleni e chi li instilla nella società, perché possono essere la causa della perdita di una persona, che potremmo evitare di lasciare sul campo di battaglia, insieme al relativo indicibile carico di dolore.
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