14 Dicembre 2020 - 15.01

Violenza di genere, inaugurata nella Caserma dei Carabinieri una stanza per l’ascolto protetto

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Oggi alle 13, con una sobria cerimonia tenutasi presso la Stazione dei Carabinieri di Torri di Quartesolo, alla presenza del Presidente del Tribunale di Vicenza, Dott. Alberto Rizzo, del Procuratore della Repubblica Reggente, Dott.ssa Orietta Canova, del Comandante Provinciale dei Carabinieri, Col. Nicola Bianchi, della Presidente del Club Soroptimist di Vicenza, Avv. Luisetta Peronato e del Sindaco di Torri, Diego Marchioro, è stata inaugurata la seconda stanza, in ambito provinciale, per la raccolta delle denunce e l’ascolto protetto delle vittime vulnerabili, realizzata grazie al contributo del Soroptimist berico all’interno della citata caserma dell’Arma.

La realizzazione del locale rientra nel progetto “Una stanza tutta per sé”, avviato nel 2016, con la sottoscrizione di un Protocollo d’intenti tra il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e la allora Presidente del Soroptimist International d’Italia, Leila Picco, allo scopo di creare, presso le caserme territoriali, una stanza – curata anche negli arredi – nella quale le donne sottoposte a violenze potessero rendere la propria testimonianza e denuncia, in un ambiente che desse loro riservatezza e tranquillità. Da allora ad oggi sono più di un centinaio le “stanze” nate in tutta Italia.

In provincia di Vicenza, la prima stanza per l’ascolto protetto è stata realizzata nel novembre 2016 presso la Tenenza di Dueville, grazie agli sforzi congiunti dei due Club provinciali, Bassano del Grappa e Vicenza.

In questa circostanza è stato invece il club berico a portare avanti la realizzazione, coinvolto nella nuova progettualità dal Presidente del Tribunale di Vicenza, dott. Alberto Rizzo e dal Comandante Provinciale dell’Arma, Col. Nicola Bianchi.

Dice Luisetta Peronato, presidente del Club Soroptimist di Vicenza “Era il 14 dicembre 2019, esattamente un anno fa, quando, grazie ai buoni uffici del Presidente del Tribunale vicentino Dott. Rizzo, ci incontrammo nella sede del Tribunale, unitamente al Comandante Col. Nicola Bianchi per iniziare questo percorso. Il dilagare della pandemia da Covid 19 ha rallentato, ma non sospeso, la nostra idea di realizzare la “ stanza tutta per sè” all’interno di una caserma, quale quella di Torri di Quartesolo, collocata nell’immediato hinterland vicentino e facilmente raggiungibile. Qui le donne che hanno subito o stanno subendo violenze fisiche o psicologiche potranno trovare un luogo accogliente dove, nell’assoluta riservatezza, saranno aiutate a sporgere denunzia- querela, avviando così un percorso giudiziario che possa consentire il perseguimento di questi odiosi reati, tanto diffusi ed aumentati, specialmente durante il periodo del lockdown.”

Soddisfazione è stata espressa anche dal Col. Bianchi: “Sono estremamente contento che l’Arma provinciale, in sinergia con le altre istituzioni e la preziosa collaborazione del Soroptimist, possa offrire, grazie alla realizzazione di questa seconda stanza attrezzata, un ulteriore concreto supporto all’opera di contrasto alla deprecabile fenomenologia criminale della violenza di genere, andando oltremodo a corroborare l’opera che i Carabinieri del Comando Provinciale, sotto il prezioso coordinamento della Procura, già svolgono quotidianamente in materia, attraverso l’impegno costante dei propri militari ed in particolare di quelli tra loro individuati ed opportunamente istruiti per affrontare la delicata tematica.”

““La violenza di genere”  ha dichiarato il Presidente del Tribunale, Dott. Rizzo “è un male che deve essere estirpato attraverso una pluralità di interventi che devono investire tanto l’aspetto informativo/culturale, quanto la capacità di fare emergere tutte quelle situazioni che realizzano un sopruso. Per questo secondo profilo, essenziale per impedire il protrarsi della sopraffazione ed il rischio di ulteriori e più gravi degenerazioni, la realizzazione di un canale comunicativo  empatico, sia per il contesto logistico sia per la capacità e preparazione degli investigatori che devono essere in grado di trasmettere fiducia, rassicurazione, protezione e competenza. La realizzazione di uno spazio dedicato nel quale opererà personale qualificato, rappresenta un passo importante per creare le premesse affinché si superi la diffidenza e si sgretoli il muro del silenzio”.

Del medesimo parere la Dott.ssa Canova, Procuratore della Repubblica Reggente “Vi è ora un ulteriore prezioso ausilio che potrà consentire alla Procura, attraverso la professionalità e la specializzazione del personale dell’Arma, delicatissima attività di indagine da affrontare, anche in termini di accoglienza,  nel più grande rispetto delle vittime vulnerabili“.

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