24 Maggio 2016 - 11.45

VICENZA – Sospeso e indagato l’ex vicequestore Marchese

squadra mobile

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Un terremoto annunciato, iniziato con piccole scosse nel 2015 che ora si scatena, mietendo alcune vittime ma mantenendo solidamente in piedi due edifici, la procura e soprattutto la questura, che ha dovuto condurre un’indagine interna molto delicata, coordinata dal pubblico ministero Serena Chimichi.
In primo piano la figura di Michele Marchese, 44 anni, ex dirigente della squadra mobile della questura di Vicenza, dal 15 mesi in aspettativa dal servizio.
Da quanto emerge Marchese, per 11 anni dirigente della squadra mobile, fino al 2015, sarebbe stato un consumatore di cocaina e si sarebbe procurato lo stupefacente da soggetti italiani e albanesi. In particolare Lucio Cerciello, 37enne residente a Vicenza in via Puccini. L’ex dirigente, in cambio di partite gratuite avrebbe procurato permessi soggiorno in favore di soggetti clandestini di nazionalità albanese, mantenendo uno stretto contatto con Cerciello. Il condizionale è ancora d’obbligo, considerando che le indagini sono tuttora in corso.
La stessa squadra mobile, braccio operativo di questa delicata indagine ‘interna’, su ordine del gip Roberto Venditti, ha effettuato la misura di custodia cautelare in carcere per Lucio Cerciello, che si trova a Rebibbia dove sta scontando una condanna a 5 anni e mezzo per altri reati. Per Marchese è stata eseguita una misura interdittiva, con la sospensione dai pubblici uffici ed è indagato per procurato ingresso illegale nel territorio italiano di stranieri clandestini, falso ideologico in atto pubblico e corruzione.
I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra l’aprile del 2015 e l’ottobre dello stesso anno. Per la sezione antidroga della squadra mobile è stato un passaggio molto delicato. Gli uomini di Davide Corazzini, attuale dirigente, si sono trovati a dover svolgere un’opera di indagine interna dimostrando scrupolo, discrezione e imparzialità e soprattutto garantendo un’efficace reattività in una vicenda che coinvolgeva un loro ex dirigente.
L’ufficio di Marchese venne perquisito circa un anno fa per il presunto possesso illecito di una pistola. E’ allora che dalle intercettazioni emerse un contatto stretto e diretto fra Marchese e Cerciello. L’ex dirigente avrebbe favorito l’istanza di richiesta di permesso di soggiorno per un albanese di 23 anni in cambio di un quantitativo di droga. Cerciello a sua volta si sarebbe fatto pagare da 1.000 a 2.000 euro dagli stranieri coinvolti (sei persone, tutte sotto inchiesta).

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