17 Gennaio 2017 - 10.17

VICENZA – Migranti, PrimaNoi: “Altro che Minniti, con 5000 affogati serve il blocco navale”

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Continua l’attività del comitato PrimaNoi, che da un paio d’anni organizza iniziative in opposizione ai flussi migratori dei richiedenti asilo e alla distribuzione dei migranti secondo la logica dell’accoglienza diffusa. Il comitato interviene dopo l’annuncio del piano Minniti per la gestione dei migranti. PrimaNoi critica fortemente le recenti proposte del ministro dell’Interno Marco Minniti che attraverso una serie di soluzioni cercherebbe di coniugare politiche di integrazione e di severità.
“Il piano di Minniti in parte smantella i dogmi immigrazionisti del governo precedente – spiegano – ma nella sostanza mantiene in piedi quelle leve che fino ad oggi hanno alimentano i flussi verso l’Italia”.
Per gli attivisti del comitato non si possono cercare soluzioni realizzabili se non si considera che la “quasi totalità dei richiedenti asilo sono dei millantatori”. PrimaNoi contesta duramente la proposta relativa al lavoro per i migranti in attesa di ricevere la risposta della domanda d’asilo. “C’é da chiedersi il motivo per cui queste persone devono avere dei canali preferenziali che li porteranno ad ottenere un’occupazione, seppur provvisoria, quando ci sono italiani quasi 5 milioni di italiani che vivono sotto la soglia di povertà e altri che vivono per strada in cerca di un’occupazione. Giusto il principio di farsi ripagare, almeno in parte l’ospitalità donata, però siamo convinti che così facendo si proseguirà nel dispensare pie illusioni ai migranti senza risolvere i loro problemi, radicalizzando nel contempo il senso di abbandono e di ingiustizia delle fasce più precarie della nazione”.
Il comitato ribadisce il concetto ripreso varie volte in questi mesi ricordando che dal 2015 ad oggi nel Mediterraneo sono affogate quasi 5000 persone nonostante l’operazione Triton. “Congiuntamente agli accordi con i Paesi di partenza, ma prima di qualsiasi politica di integrazione che è irrealizzabile senza un’economia in crescita, urge l’attivazione di un blocco navale nei pressi delle coste libiche che produrrebbe l’effetto di disincentivare le partenze salvando nel contempo dall’affogamento migliaia di vite”.

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