29 Maggio 2018 - 15.05

VICENZA – Leggere ad alta voce per dare sollievo: arrivano i “Tessitori di voce”

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Continua l’impegno dell’ULSS 8 Berica per rendere più confortevole e piacevole l’ambiente ospedaliero, con una particolare attenzione per i pazienti ricoverati. Rientra in questo ambito infatti il rinnovo e potenziamento del progetto “Tessitori di Voce”, a seguito di un accordo recentemente sottoscritto dall’Azienda con la Fondazione Zoé (Zambon Open Education) e con il Centro di Produzione Teatrale La Piccionaia. Più in dettaglio, l’iniziativa prevede la presenza periodica – in Pediatria, Emodialisi e Recupero e Riabilitazione Funzionale dell’ospedale S. Bortolo – di un gruppo di voci narranti che leggano ad alta voce dei testi opportunamente selezionati, creando così un momento di svago e di cultura per i pazienti. Il progetto, nato nel 2012 coinvolgendo dapprima gli studenti delle scuole superiori e poi altri volontari di ogni età, rappresenta un’esperienza di grande valore, tanto è vero che con il tempo si è affermata come un modello ripreso anche in altri cinque ospedali del Nord Italia: nella vicina struttura di Santorso, ma anche a Mestre, Bergamo e Milano oltre che nelle IPAB vicentine e miranesi.
Con il rinnovo dell’accordo, sono stati reclutati anche nuovi volontari: 20 in tutto, che si aggiungono agli altri 40 già impegnati in questa attività a Vicenza, mentre sono circa 196 in tutta Italia. In autunno, per i nuovi volontari inizierà un’accurata fase di formazione: con l’aiuto degli attori de La Piccionaia, esperti della pratica teatrale in ambito sociale, essi acquisiranno in primis il “dono di voce”, ossia acquisiranno gli strumenti tecnici per una lettura efficace; allo stesso tempo, saranno preparati sulla selezione dei testi più adatti da proporre nei differenti reparti e sulla gestione della relazione con i degenti in un contesto delicato come quello della struttura sanitaria. Non solo, ma anche successivamente per i partecipanti sono previsti con cadenza periodica incontri di aggiornamento e di debriefing, che permetteranno la condivisione dell’esperienza e la sua elaborazione in comune, una pratica importante per rendere “leggero” il bagaglio di emozioni che accompagna incontro dopo incontro il percorso di ogni lettore.

«Questo progetto è di particolare rilevanza per la nostra azienda – sottolinea Giovanni Pavesi, direttore generale dell’ULSS 8 Berica -. Innanzi tutto perché ribadisce ancora una volta il nostro impegno sul piano dell’umanizzazione dell’assistenza sanitaria, per non curare soltanto la malattia, ma prenderci cura della persona, preoccupandoci anche del suo benessere psicologico in ospedale, compatibilmente con le sue condizioni di salute. Inoltre questa iniziativa ci vede collaborare con due realtà importanti come la Fondazione Zoé e La Piccionaia, a conferma del contributo importante che può arrivare dal mondo del no profit e in generale dalla capacità di fare rete con gli attori del territorio».

Un’esperienza che rappresenta una buona pratica di assistenza sanitaria, quindi, ma più in generale un’esperienza umana e una forma di relazione del tutto gratuita e disinteressata che è fonte di arricchimento non solo per i pazienti che ascoltano, ma anche per i lettori.

«Tessitori di Voce ha in sé la grande forza di mettere in relazione in un unico ambito i diversi attori che gravitano nel mondo della salute: pazienti, familiari, infermieri, medici e volontari – evidenzia Mariapaola Biasi, Segretario Generale della Fondazione Zoé, organizzazione senza scopo di lucro che ha come obiettivo proprio quello di contribuire al miglioramento della comunicazione nel campo della salute – Grazie alla lettura, alla parola e all’ascolto, la vita quotidiana di tutti questi soggetti si trasforma e si arricchisce di fantasia, ricordi e amicizie, recuperando un po’ di leggerezza in momenti di fragilità, spesso molto difficili. Un progetto importante in cui Zoé si è riconosciuta fin dal principio e che continua a sostenere con grande convinzione».

«Leggere ad alta voce per tessere relazioni di cura: è questo l’obiettivo di Tessitori di Voce, una sperimentazione di cittadinanza attiva che attraverso la pratica del teatro mette in connessione il mondo ospedaliero e la società civile – sottolinea Carlo Presotto, ideatore e coordinatore nazionale del progetto nonché direttore artistico de La Piccionaia, realtà fortemente orientata alla cura delle relazioni sociali attraverso l’arte -. Un progetto che negli anni ha generato nei partecipanti una forte motivazione, sviluppando la capacità di ascolto e condivisione. Perché spesso la pagina letta suscita racconti, riflessioni, ricordi o commenti che il donatore di voce riceve e custodisce: un modo di “prendersi cura” della mente, dell’emozione, della memoria. E per influire positivamente sul benessere e il recupero dei pazienti ricoverati attraverso una paziente e discreta ricucitura del tessuto delle loro relazioni con la vita quotidiana. Un tessuto sensibile che, inevitabilmente, risente del periodo di ricovero, ma che, una volta rigenerato rappresenta uno stimolo importante per attivare nel degente un potente desiderio di recupero, elemento determinate nel buon esito della terapia. Oltre a questo, i tessitori di voce compiono un’esperienza importante per se stessi: spesso intraprendono questo percorso con il desiderio di donare serenità agli altri, per poi accorgersi che portano a casa ben più di quanto donino».

 

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