2 Marzo 2018 - 14.25

VICENZA – La storia vera di “buonasanità” di Eliana

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Obiettivo Ippocrate è un’associazione nata due anni fa, il 18 febbraio del 2016, per promuovere un sistema sanitario che mette al centro le persone. Inizialmente costituita da soli medici vicentini, l’associazione oggi conta oltre 700 professionisti della sanità di molte parti d’Italia. Tra le numerose iniziative di sensibilizzazione, informazione e formazione portate avanti in questi anni ve n’è una particolarmente originale e che ha avuto grande risonanza anche oltre i confini del Veneto: la realizzazione del cortometraggio “Come una Rosa” che racconta la vera storia di Eliana protagonista, del film e nella vita, di una vicenda umana e sanitaria ordinaria e straordinaria insieme.  In occasione del secondo anniversario dell’associazione oggi venerdì 2 marzo alle 20.45 al Teatro Astra andrà in scena lo spettacolo “Come una Rosa”, con la proiezione del cortometraggio omonimo arricchito dalla presenza di ospiti e da momenti dedicati a danza, musica e letture. Sarà l’occasione anche per tessere il bilancio dei primi due anni di impegno associativo di Obiettivo Ippocrate. “Eliana, giunta in ospedale in una situazione a detta della medicina ufficiale “disperata”, è oggi una donna e una mamma che sta riprendendo, grazie alla sua forza e a una lunga riabilitazione, la sua vita – ha sottolineato l’assessore alla comunità e alle famiglie Isabella Sala –. Ma nulla di tutto ciò sarebbe potuto succedere senza l’ “alleanza medico-paziente-famiglia” per la quale, e seguendo i dettami del giuramento di Ippocrate, ognuno è consapevole delle situazioni e dei rischi e si assume la responsabilità di dire “sì”. Non è quello che dice oggi la medicina difensiva, per la quale la collettività tutta rischia di retrocedere nel diritto alla salute a fronte dell’impossibilità da parte dei professionisti della salute di assumersi costi umani e professionali troppo alti per il timore fondato di incorrere in problematiche giuridiche sempre più frequenti. Per questo gli scopi che si è posta l’associazione Obiettivo Ippocrate hanno qualcosa, come la storia di Eliana, di straordinario nell’ordinario. Riportano il tema del patto medico-paziente al centro del dibattito che è insieme politico, sociale, etico. Sostenere l’associazione è sostenere questa nuova medicina che torna al suo fondamento, al giuramento che ancora emoziona i giovani neolaureati, e fondamentale è la sensibilizzazione e l’informazione corretta e circolare fra tutti i soggetti interessati, anche pensando all’impatto che avrà la nuova legge sulle dichiarazioni di volontà da parte del paziente”. “Sicuramente il cortometraggio realizzato da Obiettivo Ippocrate, così come tutta l’attività dell’associazione, ha il grande merito di riportare al centro dell’attenzione il valore della persona, e allo stesso tempo lancia un messaggio di grande sensibilità e rispetto nei confronti dell’impegno quotidiano degli operatori sanitari – ha dichiarato il direttore generale dell’Ulss 8 Berica Giovanni Pavesi -. Viviamo in un’epoca in cui si avverte talvolta una certa diffidenza nei confronti dei medici, che a volte si trovano quasi a dover giustificare con pazienti e familiari diagnosi e procedure perché difformi da quanto trovato da questi ultimi sul primo sito Internet dopo una ricerca di 5 minuti su Google. Al contrario la vicenda raccontata in questo cortometraggio conferma una volta di più che i cittadini possono contare su medici e infermieri non solo ben preparati, ma anche coscienziosi e consapevoli della delicatezza del proprio compito. Un compito non facile, a volte pesante fisicamente e mentalmente, e verso il quale credo che dovremmo tutti noi avere fiducia e considerazione”. “Costruire o meglio ricostruire un sistema sanitario che abbia al centro la persona è un desiderio, anzi un “Obiettivo”, condiviso dai molti che stanno aderendo sempre più all’iniziativa che evidentemente intercetta un bisogno diffuso, che fonda le sue radici nella relazione con l’altro – ha affermato il presidente di Obiettivo Ippocrate Massimiliano Zaramella -. Ci consideriamo e vogliamo essere considerati professionisti della cura intesa nel senso più ampio del termine, che vede al centro il rapporto medico-malato, che rappresenta per noi, da sempre, il cuore delle cure. Siamo certi che oggi sia necessario ribadire fortemente questo concetto, questa relazione. Siamo stanchi di essere chiamati in causa come responsabili di scelte organizzative che vorremmo, invece, condividere con gli stakeholder e che, lo ribadiamo, dovrebbero avere al centro la persona, perché crediamo che solo insieme si possa costruire una nuova realtà sanitaria”. “In questo momento storico è ben chiara la difficoltà che la sanità si trova ad affrontare nella quotidianità delle situazioni di cui è protagonista – ha continuato il pensiero il segretario di Obiettivo Ippocrate Giampaolo Zambon, medico che ha operato Eliana quella notte del 27 gennaio 2016 -. Occorre rinsaldare, quindi, e forse in alcuni casi costruire, quel rapporto di reciproca collaborazione e fiducia tra i molteplici soggetti che si occupano di sanità ed i pazienti, creando una relazione duale e simmetrica tra medico e malato che apra ad un “dialogo di cura” per il raggiungimento di un obiettivo comune: il bene del malato. A tale scopo è in corso oggi una partnership con l’associazione CittadinanzAttiva per una collaborazione sui temi comuni del diritto alle cure, dell’alleanza terapeutica medico-paziente, della tutela delle professioni sanitarie e dei cittadini, della informazione a tutti i cittadini su tali tematiche”.  “Le parole più belle che ciascuno di noi vorrebbe sentirsi da un medico sono è benigno. Ed è proprio quello che noi vorremmo dire ai nostri pazienti, ma spesso non è possibile – è intervenuto il presidente dell’Ordine dei medici Michele Valente -. Tuttavia il medico dovrebbe trovare il modo, lo stile, la delicatezza e il tempo opportuno per comunicare in modo adeguato le cattive notizie ai propri assistiti. Essere medico, infatti, è più di una laurea universitaria, di una abilitazione e specializzazione. Il medico ha qualcosa in più, l’humanitas, cioè i valori etici patrimonio della nostra professione che ha come scopo il prendersi cura della persona come paziente e l’assunzione di responsabilità come metodo di lavoro. “Come una rosa” è uno degli esempi di come va coniugata la scienza medica con l’humanitas.  “Essere qui insieme è la dimostrazione che è il momento di recuperare quella fiducia che, per molti anni, è stata alla base del rapporto medico-paziente e che purtroppo oggi sembra così lontana – ha evidenziato Concetta Naclerio coordinatrice dello sportello di CittadinanzaAttiva dell’Ospedale San Bortolo -. Riportare la persona, con i suoi bisogni e aspettative al centro delle scelte decisionali, è un atto doveroso, per rinnovare i processi di cura. La persona è una grande risorsa che va formata, e sostenuta, coinvolta ed ascoltata in un approccio, medico-paziente, sempre più paritetico ed umano”. “Questi ultimi due anni sono per me stati molto intensi, ricchi di emozioni indescrivibili e indimenticabili ma anche molto faticosi per il percorso di riabilitazione che sto tutt’ora affrontando – ha spiegato Eliana Righetto -. Obiettivo Ippocrate per me è molto importante perché il pensiero di Obiettivo Ippocrate nasce dalla coscienza di medici che mettono al centro le persone. Non smetterò mai di ringraziare i medici e tutti  gli operatori sanitari che si sono presi cura  di me sin dall’inizio e che mi stanno ancora seguendo perché è anche  grazie a loro se sono arrivata a questo punto”.  “E’ fondamentale il ruolo di tutti, e grande è quello dei media, che evidenziano “polveroni sensazionalistici” ma che ci auguriamo siano sempre più disponibili a pubblicare i casi di buone pratiche che di certo non mancano in ogni parte del Paese e che la gente vuole conoscere perché sono segno di speranza per molti – ha concluso il presidente Zaramella – Deve essere ben chiaro a tutti che i medici non sono “guaritori” o “taumaturghi”, e che diversa è la malattia e la cura. Sono tutte informazioni che vanno comunicate correttamente da tutti i soggetti preposti, e che le persone devono recepire e condividere”. Cuore della serata “Come una Rosa” sarà la proiezione del cortometraggio omonimo che racconta la storia di Eliana, giunta all’Ospedale San Bortolo di Vicenza in condizioni drammatiche, e di come tutto il personale sanitario si sia preso cura di lei, permettendole di tornare, anche se ferita, a fare la mamma. La serata, che vedrà la presenza della protagonista Eliana Righetto, alternerà momenti di riflessione a spazi di musica e danza con il violoncello di Elisa Bellon. Allieteranno la serata i ballerini di Dance & Soul, il cabaret di Back Haus, il coro Harmonica Nova. La voce narrante sarà quella di Silvana Russo. Interverranno Paola Sguazzini, anestesista e blogger di “Nessuno dice libera”, e Pietro Bagnoli, chirurgo oncologo e autore di “Reato di Cura”. Nell’ottobre del 2017 il film “Come una Rosa” ha portato a Obiettivo Ippocrate una menzione speciale al Care Film Festival di Monza sul tema “Prendersi Cura” con la seguente motivazione: “…utilizzando un linguaggio non appartenente alla propria disciplina, avete saputo comunicare e trasmettere emozioni…”.

 

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