4 Dicembre 2018 - 14.23

VICENZA – Ipab, Cisl proclama lo sciopero per il 18 dicembre

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Martedì 18 dicembre per i 2.000 lavoratori delle 20 Ipab vicentine, come per i loro colleghi di tutto il Veneto, FP Cisl e Fisascat Cisl di Vicenza hanno proclamato una giornata di sciopero contro la mancata approvazione della riforma regionale degli Istituti Pubblici di Assistenza e Beneficenza, che sta penalizzando gravemente l’attività di queste strutture, con pesanti ricadute per i cittadini bisognosi di assistenza, i loro familiari e i lavoratori. «L’Ipab di Vicenza in particolare – ricorda Raffaele Consiglio, segretario generale provinciale di Cisl Vicenza – è una delle più importanti del Veneto, con un patrimonio immobiliare di oltre 40 milioni di euro, eppure i conti continuano a non quadrare. In questo però una responsabilità importante ha a nostro avviso la Regione Veneto, che continua a rimandare la riforma del settore: siamo l’unica Regione che non l’ha ancora approvata, dopo che il Parlamento aveva affidato proprio alle Regioni la delega ancora nel 2000». E proprio l’approvazione del progetto di legge regionale n. 25/2015 – la tanto attesa riforma – sarà la prima richiesta avanzata in occasione dello sciopero di martedì 18 dicembre, che vedrà i lavoratori partecipare anche ad un corteo di protesta a Venezia.

Anche perché la situazione attuale appare unica e paradossale, senza precedenti e non priva di rischi e incognite come spiega Ruggero Bellotto, segretario provinciale di FP Cisl: «Un esempio esaustivo è l’aliquota IRAP che oggi grava sulle IPAB, è infatti più che doppia rispetto a quella applicata alle strutture private che svolgono i medesimi servizi. In pratica il pubblico penalizza il pubblico. Ed è ormai palese che non riformare il settore, corrisponde a una precisa scelta politica: privatizzare i servizi offerti ai cittadini; che devono invece rimanere pubbliche, sia perché sono il frutto dei lasciti dei cittadini, sia perché svolgono un servizio essenziale e destinato a essere sempre più delicato e strategico con il progressivo invecchiamento della popolazione. Attualmente i servizi pubblici di cura e assistenza ai cittadini sono già integrati da aziende private e questo equilibrio va difeso e sostenuto in quanto assicura la qualità di cura e assistenza a tutti».

Nella visione di FP Cisl, non solo le Ipab devono restare pubbliche, ma devono essere più integrate anche dal punto di vista gestionale nella rete dei servizi pubblici socio-sanitari: «Unificare le attività amministrative e di approvvigionamento – prosegue Bellotto – porterebbe immediati risparmi. E sarebbe un segnale importante anche per i dipendenti, che devono essere inquadrati nel contratto della Sanità, anche per favorire la loro integrazione nel sistema socio-sanitario pubblico».

In questo modo si liberebbero risorse importanti, per rimettere in ordine i conti e reinvestire sul potenziamento dei servizi, in primis con l’incremento dei posti letto per i quali la Regione paga la quota per l’assistenza sanitaria.

E poi vi sono le questioni che riguardano più direttamente i lavoratori del settore: «Per quelli delle strutture private – incalza Bellotto – deve essere ripristinato il vincolo a rispettare il contratto nazionale di lavoro sottoscritto dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative dei lavoratori: basta contratti di comodo sottoscritti con piccole sigle sindacali solo per ridurre le paghe dei lavoratori! E poi ci sono i lavoratori degli appalti, ai quali va garantito, in caso di subentro di una nuova azienda, la continuità del posto di lavoro, della formazione e del trattamento contrattuale. Basta appalti al massimo ribasso scaricati sulle spalle dei lavoratori».

 

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