20 Settembre 2018 - 14.36

VICENZA – Ecco la nuova associazione degli Amici del Pronto Soccorso

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Un servizio attivo H24, sempre operativo per fornire la prima assistenza ai cittadini in situazioni di urgenza o emergenza, dai piccoli incidenti o malesseri relativamente banali alle situazioni dove a rischio è la vita stessa del paziente. Tutto questo per 74.748 volte (!) nell’ultimo anno, tante sono state le prestazioni eseguite dal Pronto Soccorso del San Bortolo nel 2017. Un servizio strategico, dunque, che per funzionare al meglio ha bisogno anche del sostegno dei cittadini, se non altro per comprenderne e rispettarne le logiche di funzionamento, non sempre evidenti per i non addetti ai lavori. Nasce da queste considerazioni l’Associazione “Amici Pronto Soccorso Vicenza”, l’organizzazione di volontariato costituita proprio con l’obiettivo di supportare l’attività del Pronto Soccorso vicentino e attivare nuove e costruttive modalità di comunicazione con l’utenza. In tanti modi, come spiega il suo presidente Gianni Vendramin: «Siamo appena nati, ma abbiamo in mente già diverse iniziative. Certo, una finalità importante riguarda anche la raccolta fondi, per realizzare donazioni che andranno a vantaggio di tutti i cittadini, perché prima o poi tutti noi, per nostra necessità o per i nostri cari, ci rechiamo in Pronto Soccorso. Pensiamo a progetti concreti quali dotazioni e servizi per migliorare il confort di chi attende il proprio turno, a strumentazione utile all’attività del personale sanitario, assistenza specializzata alle vittime di violenza e molto altro. Questo è solo uno degli aspetti per cui siamo nati: altrettanto importante per noi sarà realizzare nel territorio dei progetti di educazione civica, per far conoscere come funziona il Pronto Soccorso, migliorando così il rapporto dei cittadini con il servizio, e poi ancora vogliamo impegnarci nel fare informazione, in vari ambiti, perché spesso si finisce al Pronto Soccorso per scarsa consapevolezza di ciò che si sta facendo e dei rischi correlati.

La nascita dell’Associazione, rappresenta un’ulteriore motivazione per tutto lo staff del Pronto Soccorso di Vicenza.

«A nome di tutti gli operatori del Pronto Soccorso – sottolinea il suo direttore, il dott. Francesco Corà – desidero ringraziare quanti hanno voluto dare vita a questa iniziativa e tutti i cittadini che in qualsiasi modo vorranno sostenere i progetti dell’Associazione. Siamo consapevoli della delicatezza del nostro compito, e non solo sul piano della gestione delle emergenze, dove abbiamo le risorse e le competenze per affrontare qualsiasi situazione; oggi infatti, paradossalmente, l’aspetto più complesso e delicato sta forse più nella gestione delle problematiche assistenziali che riguardano in primis la dignità della persona.

Da una parte quindi c’è l’impegno a rispettare standard di accoglienza sempre migliori e tempi di risposta più brevi, dall’altra la capacità di educare i cittadini ad un utilizzo corretto del servizio e a comprendere le sue logiche di funzionamento».

Tanto più, che i numeri parlano di un incremento costante degli accessi negli ultimi anni: nel 2017, come anticipato, sono stati 74.748, 3.200 in più del 2016, e quest’anno secondo le proiezioni sarà sfondato il tetto delle 77.000 prestazioni. Non solo, ma considerando anche i percorsi brevi pediatrico e ostetrico-ginecologico le previsioni parlano di quasi 100.000 accessi quest’anno.

A fronte di questo incremento dell’attività, sotto la direzione del dott. Corà i tempi medi di gestione dei codici bianchi e verdi sono in miglioramento: nel 2016 la durata degli accessi era di 5 ore e 57 minuti al novantesimo percentile (ovvero con il 90% degli accessi inferiore a tale valore), mentre nei primi sei mesi del 2018 si scesi a 4 ore e 45 minuti. Un dato confermato anche dall’abbattimento degli abbandoni da parte degli utenti: erano il 4,3% nel 2016, sono diminuiti al 2,5% a dicembre 2017.Non è solo sui freddi numeri che si gioca la qualità dell’accoglienza al Pronto Soccorso: «Dallo scorso anno – racconta il dott. Corà – abbiamo iniziato ad adottare un nuovo modello di triage, conformemente alle linee guida regionali, che nell’assegnazione del codice di priorità tiene conto non solo della gravità oggettiva della problematica di salute lamentata, ma anche delle condizioni generali e soggettive del paziente. Questo fa sì che oggi riusciamo a garantire dei tempi di risposta più rapidi in particolare per le categorie di utenti più deboli e fragili, come ad esempio gli anziani o disabili. Siamo solo all’inizio e abbiamo molta strada da fare sulla via del miglioramento. Anche questo è un modo per dare concretezza al tema dell’umanizzazione della sanità, che al Pronto Soccorso assume una particolare evidenza».

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