1 Ottobre 2015 - 16.05

VICENZA – Divorzi brevi, boom in città

divorzio breve

Vicenza città dei divorzi? Un’affermazione forse forte, eppure i numeri parlano chiaro: dall’introduzione dei cosiddetti divorzi brevi il numero delle pratiche è lievitato. Il cosiddetto “divorzio a 16 euro” davanti all’ufficiale di stato civile ha generato un boom di scioglimenti di matrimoni. Dalla fine di dicembre del 2014, da quando cioè è entrata in vigore la nuova legge, sono stati già 57 i divorzi e 36 le separazioni definiti allo sportello di stato civile del Comune di Vicenza, a cui vanno ad aggiungersi 14 separazioni e 12 divorzi resi agli avvocati e, infine, 107 divorzi e 141 separazioni (di cui 28 giudiziali) registrati in tribunale. In totale, quindi, nelle diverse forme previste dalla legge, da fine dicembre a oggi in città 191 coppie si sono separate e 176 hanno divorziato.
Nello stesso periodo nel Comune di Vicenza sono stati celebrati 189 matrimoni, di cui 69 religiosi e 120 civili.
A fronte di numeri così importanti di separazioni e divorzi, l’amministrazione comunale, rappresentata dall’assessore alla semplificazione e innovazione Filippo Zanetti e dal consigliere delegato alle pari opportunità Everardo Dal Maso, ha presentato oggi una campagna di informazione avviata con l’Ordine degli avvocati, rappresentato dall’avvocato Anna Pase, e i mediatori familiari, per i quali era presente Giulia Vanfretti.
“Visto questi dati – ha detto l’assessore Zanetti – , evidentemente lievitati in seguito all’introduzione, in presenza di certe condizioni, della possibilità di sciogliere il matrimonio davanti a un funzionario comunale che non può certo entrare nel merito della richiesta come farebbe il tribunale, come amministrazione abbiamo ritenuto doveroso informare i cittadini dell’opportunità di conoscere a fondo i propri diritti, prima di intraprendere un procedimento tanto semplice quanto delicato e definitivo, anche sul fronte economico”.
“Abbiamo pensato in particolare ai soggetti più deboli – ha aggiunto il consigliere delegato Everardo Dal Maso – come quelli che possono aver subito violenza dal partner e che pertanto non vedono l’ora di separarsi: la nuova norma ha introdotto una semplificazione molto importante per abbattere i tempi della giustizia, ma non è detto che quella dello sportello comunale sia la strada che tutela di più il coniuge fragile, potenzialmente indotto a scelte sbagliate dalla rapidità e dall’economicità della procedura”.
Di qui la decisione dell’amministrazione comunale di divulgare le iniziative di informazione e consulenza promosse dall’Ordine degli avvocati e dai mediatori familiari, i cui pieghevoli, con notizie di base e contatti utili, sono da oggi in distribuzione allo sportello di stato civile. Questo perché, come ha ricordato l’avvocato Anna Pase, “una persona informata è in grado di decidere quello che è meglio per sé e il costo di una consulenza è sicuramente inferiore allo svantaggio economico derivante da un accordo dannoso”.
Nei pieghevoli in distribuzione, peraltro, è indicato come sia possibile chiedere aiuto anche in caso di difficoltà economiche: “Il servizio di mediazione familiare, strumento di accompagnamento nella ricomposizione dei conflitti della coppia – ha precisato infatti la mediatrice familiare Giulia Vanfretti – è offerto gratuitamente nei consultori dell’Ulss”; inoltre il coniuge non abbiente, con reddito non superiore agli 11.528,41 euro, può chiedere la nomina di un avvocato a spese dello Stato.

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