8 Giugno 2018 - 16.48

VICENZA: Dalla Rosa dì qualcosa di sinistra. Qualsiasi cosa

Vicenza in queste settimana è diventata teatro di molti siparietti imprevedibili solo fino a pochi mesi fa. L’ex assessore forzista Pietro Magaddino, che ultimamente le sbaglia tutte, dopo aver tentato con una lista civica e un candidato sindaco sparito nel nulla nel 2013, dopo aver dichiarato che avrebbe fatto una lista che puntava a dimostrare che avrebbe avuto più voti di Forza Italia, finisce con un patetico endorsement a Dalla Rosa che ha l’unico effetto di dimostrare la sua marginalità nella campagna elettorale in corso e saldare ancora di più la nuova grammatica del centrodestra di Rucco, che non fa segreto di rottamare il passato per lanciare la nuova generazione dei nipoti di Hullweck.
Doveva essere un punto a favore di Dalla Rosa, si è trasformato in un argomento per votare Rucco.
Ma la vera perla arriva oggi con l’uscita, interessata, di Ferrarin (ormai ex pentastellato) che dichiara il suo voto al candidato sindaco dem e il suo addio al grillismo. La dietrologia può anche portare dei rischi di autoconvincimento, ma in questo caso è d’obbligo. L’outing di Ferrarin è la conferma che lui e il suo candidato sindaco Di Bartolo avevano già iniziato le trattative per portare i voti grillini all’eventuale ballottaggio, nei corridoi di Palazzo Trissino addirittura qualcuno azzarda che l’iniziativa nazionale di non concedere il simbolo a Vicenza abbia questa genesi, che, in sostanza, ci fosse già un accordo PD-M5S per fare una bella rimpatriata al secondo turno fra ex compagni (poiché sia l’uno che l’altro arrivano dal mondo della Sinistra).
L’ansia di rincorrere ogni voto che evidentemente sta togliendo il sonno al pensatoio strategico del PD mette insieme l’opportunismo acchiappavoti doroteo con un Dalla Rosa che predica la sicurezza come tema “de sinistra”.
Quello che rimane, ad opinione di chi scrive, è una grande confusione di idee e di strategie. Del resto abbiamo già visto quello che è successo al PD di Renzi che, trasformatosi in una specie di Forza Italia 2.0 e smettendo di parlare ai propri elettori, ha incantato gli italiani solo per una breve stagione.
Rucco parla il linguaggio del Centrodestra, sia pure con qualche concessione alle parole d’ordine del leghismo, ma Dalla Rosa, per favore, dica qualcosa di sinistra.

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