6 Giugno 2018 - 17.20

VICENZA – Cinque anni di cultura e turismo: il bilancio

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Sono stati presentati oggi i dati del quinquennio amministrativo 2013-2018 nell’ambito riguardante musei, cultura e turismo: ecco dati e considerazioni, qui riepilogate isolando cinque macro-ambiti d’intervento.

Ripensare la bellezza

Vicenza è un museo all’aperto, grazie all’eredità palladiana che è valsa il riconoscimento Unesco nel 1994. Ma in questi cinque anni l’Amministrazione Comunale ha messo da parte il concetto del patrimonio monumentale come “giacimento”, in un’accezione passiva e autolimitante, ripensandone invece le eccezionali peculiarità come asso nella manica per raggiungere alcuni obiettivi: una fruizione più estesa (nelle modalità e nei tempi); una valorizzazione che strizzi l’occhio anche a logiche imprenditoriali; un riassetto delle funzioni che persegua la diversificazione degli utilizzi. Ecco allora che la Basilica Palladiana è divenuta sede espositiva e monumento visitabile nei suoi quattro livelli, compresa l’area archeologica di recente apertura, ma anche luogo di cultura da vivere ben al di fuori degli orari canonici. È infatti l’unico esempio in Italia di monumento aperto in orario serale e notturno durante il periodo estivo, grazie alla concessione a privati del servizio bar in terrazza.

Palazzo Chiericati ha riaperto l’ala ‘500 e l’ala ‘900, valorizzando le proprie collezioni con un percorso espositivo totalmente ripensato (e ora visitabile anche con l’ausilio di audio guide), ma si è anche proposto come sede di incontri, conferenze, stage, workshop (in tutto circa un centinaio di appuntamenti) oltre che come sede per mostre temporanee: sedici quelle ospitate dal 2014 al 2018 e fra queste “Ferro, fuoco e sangue. Vivere la grande guerra”, con le fotografie di Giuliano Francesconi, è stata richiesta dalle Gallerie di Piedicastello di Trento dove è attualmente allestita fino al 6 gennaio 2019. La mostra è la punta di diamante delle diverse decine di iniziative sul centenario della Grande Guerra coordinate dal Museo del Risorgimento e della Resistenza, unico museo scelto per rappresentare l’Italia nella mostra “L’Entente Cordiale nella Grande Guerra 1914-1918” allestita tra il 2014 e il 2015 a Mosca, nelle sale del Museo statale di storia, architettura, arte e paesaggio, Tsaritsyno.

La didattica museale è stata fra le attività che hanno ricevuto maggiore impulso in questi ultimi anni: sono stati realizzati circa 350 appuntamenti, tra Palazzo Chiericati, Museo del Risorgimento e della Resistenza, Museo Naturalistico-Archeologico, a cui hanno partecipato circa 75.000 alunni delle varie scuole di città e provincia.

Di particolare importanza e prestigio anche le donazioni ottenute dai musei civici: da quelle di armi, oggetti e divise di guerra (circa una decina di donazioni) che sono andate ad arricchire il Museo del Risorgimento e della Resistenza, alla dozzina ricevuta da Palazzo Chiericati. Tra queste vanno senz’altro ricordate la collezione di arte contemporanea del lascito Ghiotto, esposta tra la fine del 2015 e i primi mesi del 2016, composta da autori quali Guidi, Santomaso, Perilli e la donazione Cavalli-Rosazza di giocattoli d’epoca: 5.000 pezzi, superiori in numero a quelli dei più importanti musei europei del settore d’Europa, attualmente esposta negli spazi ipogei del Chiericati.

Da segnalare anche il riordino delle collezioni di anfore e la creazione dell’orto di epoca romana, nonché la realizzazione dell’atlante floristico della provincia di Vicenza, realizzate dal Museo Naturalistico Archeologico.

Infine l’Olimpico: scrigno di assoluto valore, ha coniugato la funzione di palcoscenico internazionale con l’apertura alla contemporaneità, grazie al progetto POP di Alessandro Baricco. Rimane l’attrattore monumentale più potente della città con le sue circa 160.000 presenze annue di visitatori. Sul fronte degli investimenti, sono da segnalare la sostituzione delle sedute con modelli ergonomici offerti da Ares Line con contratto di comodato d’uso e la nuova illuminazione del giardino e della sala, realizzati con il contributo di sponsor (rispettivamente Luce&Light e Bibetech).

Non si possono dimenticare in questa panoramica altre due realtà “ripensate” in questi ultimi anni: la Chiesa di Santa Corona, con il restauro della cappella del Rosario e del ciclo della scuola dei Maganza, concluso nel 2016, per la quale è stato introdotto un biglietto d’accesso in quanto vero e proprio museo della città, e il Torrione di Porta Castello, riaperto al pubblico – e nel futuro sede espositiva di arte contemporanea – grazie a una innovativa partnership pubblico-privata.

Ultimo ma non meno importante “ripensamento della bellezza” è quello riferito al Videomapping che, a partire dall’estate 2018, rivoluzionerà la fruizione notturna della Basilica Palladiana e del Palazzo del Monte di Pietà in Piazza dei Signori.

Vicenza palcoscenico del mondo

Numerosi e di assoluta qualità i nomi internazionali giunti a Vicenza in questi ultimi anni, all’insegna di un’apertura al mondo che negli anni recenti non aveva mai conosciuto tanto fervore: Emma Dante, che ha firmato il Ciclo di Spettacoli Classici 2014 e 2015; i registi Peter Greenaway e Bob Wilson, presenze di assoluto prestigio rispettivamente nel cartellone dei classici 2017 e in quello del 2018, con l’allestimento di un originalissimo Edipo; due registi russi di fama mondiale: Aleksandr Sokurov, già Leone d’Oro a Venezia nel 2011, protagonista con lo spettacolo “Go Go Go” del ciclo classico 2016 e Andrej Konchalovsky, autore dell’Edipo a Colono presentato nel cartellone 2014. Senza dimenticare lo scrittore e regista Alessandro Baricco, autore del progetto POP – Un nuovo storytelling per il Teatro Olimpico, che dal 19 aprile scorso ha rivoluzionato il percorso di visita del monumento palladiano, giocando su una narrazione originale e sull’uso di strumenti multimediali.

I festival

Numerosi i festival di varia tipologia che sono sorti in questi cinque anni o hanno trovato casa a Vicenza: la biennale di illustrazione “Illustri”; il multidisciplinare “Stati della mente”; Città Impresa che ha abbandonato dopo molti anni Schio per stabilirsi in città con il suo ricco palinsesto di incontri con politici, imprenditori, scrittori, saggisti, giornalisti; i progetti musicali di “Vicenza in lirica” e del Festival delle Tradizioni, infine Poetry Vicenza, la rassegna di poesia ospitata a Palazzo Leoni Montanari, a Palazzo Chiericati e nell’Odeo del Teatro Olimpico, che ha allargato sempre più i propri confini coinvolgendo gallerie d’arte, locali, spazi culturali, negozi in un partecipato e vivace contributo all’articolazione del programma. E ovviamente, nella categoria non può mancare “Vicenza Jazz”, la manifestazione più coinvolgente e accreditata anche a livello internazionale, che in questi ultimi anni è ulteriormente cresciuta estendendo il numero degli appuntamenti dislocati nel territorio fino a raggiungere e superare quota cento.

Vicenza città turistica

È un binomio che per molto, troppo tempo non è mai andato a braccetto. Eppure i dati turistici degli ultimi cinque anni, complice anche l’effetto traino delle grandi mostre in Basilica Palladiana, sono ancora una volta particolarmente importanti, al punto che la città ha decisamente migliorato il proprio riposizionamento nel mercato nazionale e internazionale. Ne sono dimostrazione l’accresciuto interesse dei tour operator; l’attenzione di media e addetti ai lavori e, per l’appunto, i numeri. L’imposta di soggiorno aumenta di circa il 50% dal 2014, attestandosi su circa 650.000 euro (dato 2017). le presenze alberghiere (corrispondenti al numero di notti trascorse in città) aumentano di circa il 30% rispetto al 2014, mentre gli arrivi (corrispondenti alla registrazione del turista nella struttura di riferimento) sono aumentati di circa il 15% nello stesso periodo. Risultati che si sono tradotti in una significativa crescita dell’indotto e nello sviluppo di attività legate all’ambito dell’accoglienza turistica tra cui l’apertura di nuove strutture ricettive. Da segnalare che nel 2015, con il passaggio delle competenze sugli uffici di informazione turistica dalla Provincia, il Comune gestisce l’ufficio iat attraverso il Consorzio di Promozione Turistica “Vicenzaè”.

L’ente pubblico (quasi) come imprenditore

Da più parti si sottolinea come il settore pubblico dovrebbe essere gestito con logiche maggiormente orientate alla managerialità, pur mantenendo ben saldo il proprio ruolo di player istituzionale. Dal 2014 al 2018 una certa impostazione imprenditoriale – pur contenuta entro i limiti delle regole amministrative attuali – ha pervaso più ambiti di azione del settore musei, cultura e promozione della crescita.
Si diceva della Basilica Palladiana che in media in stagione estiva sfiora i 100 mila visitatori, generando un utile a beneficio delle casse comunali di oltre 100 mila euro, derivante dal saldo fra entrate da fitti, concessioni e biglietti e le spese di guardiania e servizi vari, reinvestibili in progetti culturali. La concessione a pagamento a privati è stata una costante anche per Palazzo Chiericati e Teatro Olimpico, portando il fatturato complessivo da concessioni del settore a circa 200 mila euro annui. Crescita esponenziale, dal 2014 al 2017, per il numero dei prestiti di opere delle collezioni museali a istituzioni nazionali e internazionali per mostre temporanee, così come il controvalore richiesto in restauri o acquisti di beni (dai 15.406 euro del 2014 ai circa 110 mila del 2017).

Sfondato il tetto di 1.200.000,00 euro (più che raddoppiando il dato 2014) per gli incassi del circuito museale, mentre il dato sui visitatori passa dai circa 200.000 del 2014 ai 328.000 del 2017. Questi dati sono ancor più rilevanti, se si considerano le contrazioni subite dal bilancio del settore in questi cinque anni, con tagli di circa il 21% solo nell’ultimo triennio.

Sul fronte più strettamente gestionale, in questi anni è avvenuto l’accorpamento del settore musei con il settore cultura e promozione della crescita, efficientando le procedure, razionalizzando le risorse umane disponibili, investendo su formazione e sviluppo di competenze trasversali, procedendo a un riordino sistematico delle collezioni (depositi esterni, gabinetto disegni e stampe, medagliere civico, archivio), dotandosi di un gestionale per il servizio di biglietteria del circuito museale e di prenotazione delle attività didattiche che ha consentito ulteriori economie di scala, un più rigoroso controllo di gestione e la possibilità di rimodulare le tariffe sulla profilazione dei visitatori. Un’innovazione importante perché i musei di Vicenza sono stati il primo museo pubblico in Italia a dotarsi di un programma gestionale che ha consentito di agire anche sulla leva del change management: un’iniziativa particolarmente apprezzata anche a livello nazionale che è valsa al settore quattro riconoscimenti al Premio Adriano Olivetti 2017 per l’eccellenza nella formazione, promosso dall’Associazione Italiana Formatori, e il secondo posto ex aequo al primo Premio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali 2018 indetto dall’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali del Politecnico di Milano. Prossimo passo verso la digitalizzazione è il riordino delle collezioni del Museo di Palazzo Chiericati al quale si sta già lavorando.

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