EDITORIALE- Vicenza, la maionese di Variati e il ritorno di Zanettin-Hullweck

Pensavamo di avere ancora qualche mese prima di dover vedere i titoli di coda dell’Amministrazione Variati. Errore. E’ bastato l’esito, peraltro scontato, delle Primarie per far impazzire la maionese del Centrosinistra. Se scorriamo la rassegna stampa degli ultimi 7 giorni troviamo veramente di tutto, le battute finali di Bulgarini, sempre più comiche, che prima lancia un video in cui ammette la sconfitta, poi si indispone perché qualche fan di Dalla Rosa gli augura di andare a lavorare, dichiara che forse lascerà la politica e la risposta a questa grave perdita per la città di Vicenza è….il silenzio, infine posta il suo commento sull’inaugurazione della piazzetta a Goffredo Parise dichiarando la sua assenza e rivendicandone la paternità – e magari sperando che qualcuno lo preghi di andarci…- ma anche qui nessuno si accorge della sua fondamentale non presenza. Fra le tante perle del Vicesindaco ne inseriamo una più interessante delle altre, qualche giorno fa contesta, fatto inusuale, quel sindaco Achille Variati che lo ha politicamente inventato dal nulla imponendolo al Centrosinistra insieme al cenacolo di cui ha sempre fatto parte, Paolo Colla in AIM e Matteo Quero in AMCPS, ora Valore Città, con gli esiti che abbiamo visto. Bulgarini attacca Variati sul Fondo Immobiliare e prova, scompostamente, a tagliare il cordone ombelicale che ha dato senso alla sua esperienza politica e ad un ruolo acquisito solo per la simpatia del Principe.
Insomma non sappiamo se lo sia, ma assomiglia tanto ad un’isteria da fine corsa.
Nel frattempo anche gli altri non scherzano: il sindaco, preordinando il lancio del suo pupillo, aveva organizzato un finale di mandato scoppiettante con il lancio di una serie di progetti che caratterizzassero i prossimi dieci anni di prolungamento del suo ego attraverso il suo Vice, ma anche qui ha trovato le ovvie obiezioni che arrivano da destra e da sinistra. Variati ha avuto quasi dieci anni per progettare e mettere in pedana i suoi obiettivi, già nel 2014 si poteva dare il via all’operazione immobiliare che ha spaccato la Giunta, fino a una settimana fa granitica, di Achille Variati. Non si è fatto perché qualcuno ha dormito. Allora ritorna l’intuizione dell’esperto navigatore della politica dal passo felpato, meglio fermare tutto e dare la colpa al vincitore delle Primarie ed iniziare da lì la rimonta per le comunali. Obiettivo? Restare l’unico interlocutore del Centrosinistra fra un PD che scalpita per avere uno spazio reale e Dalla Rosa che ha radunato tutti i nemici di Variati della Prima, Seconda e anche Terza Repubblica.
In un panorama del genere vincere le elezioni dovrebbe essere un calcio di rigore a porta vuota, ma il Centrodestra sembra non essere meno in confusione. Francesco Rucco parte per primo con la nuova veste di civico con altre liste che mettono insieme personalità e storie che hanno in gran parte una storia politica e soprattutto partitica (quasi tutti ex AN o PdL). Giorgio Conte esce allo scoperto con un’associazione e, sembra, il sostegno di Hullweck e Donazzan, poi compare Roberto Ciambetti e la Lega deve andare a Sandrigo per trovare un candidato presentabile in città. E Donazzan risponde dando la sua disponibilità a correre per la sindacatura nella città del Palladio. In realtà a destra non si deciderà nulla fino alla definizione dei collegi per le Politiche di marzo prossimo e le candidature buttate a caso serviranno a negoziare la pattuglia di parlamentari che usciranno dalla provincia di Vicenza, con un quasi scontato “cappotto” per il centrodestra.
Fino ad allora solo tatticismi, ma, in questa confusione, il ritorno di Pierantonio Zanettin, probabile candidato al collegio della Camera in città e di Enrico Hullweck sempre presente a tutte le riunioni potrebbero preludere alla scelta di uno dei due a correre per la guida di Palazzo Trissino.

Stefano Diceopoli