11 Ottobre 2017 - 21.27

VICENZA – Il capo dello Stato Mattarella a Vicenza per l’Anci: “Una cornice splendida per questa assemblea”

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Grande soddisfazione per la prima giornata della XXXIV assemblea annuale dell’Anci, ospitata in Fiera a Vicenza dall’11 al 13 ottobre.
Il sindaco Achille Variati ha fatto di onori di casa, accogliendo il presidente della Repubblica e i numerosissimi sindaci intervenuti all’apertura dei lavori.
Variati ha parlato dal palco di una Sala Palladio gremitissima di fasce tricolori insieme ad Antonio Decaro, presidente dell’Anci, Enzo Bianco, presidente del consiglio nazionale dell’Anci, Luca Zaia, presidente della Regione Veneto e Maria Rosa Pavanello, presidente di Anci Veneto.
Il presidente Mattarella, che anche quest’anno non ha voluto far mancare la sua presenza all’incontro dei sindaci d’Italia, chiamandoli “il tessuto connettivo” e “i volti e le braccia della Repubblica”, ha definito Vicenza e il suo territorio “una cornice splendida per questa assemblea”.
 
Di seguito, l’intervento integrale del sindaco di Vicenza Achille Variati

“I Sindaci, e solo i Sindaci, possono parlare a nome delle loro città piccole o grandi che siano, ed è per questo che a nome della Città di Vicenza, perla del Rinascimento italiano, sito UNESCO patrimonio dell’Umanità, città decorata con due Medaglie d’Oro al Valor Militare per il Risorgimento e la Resistenza dò il benvenuto a Lei Signor Presidente della Repubblica, a tutte le autorità presenti e ai nostri ospiti, alla stampa.

Dò con particolare affetto il benvenuto a tutti voi Sindaci e Amministratori comunali d’Italia.

Noi siamo quelli che giorno per giorno dedichiamo tutte le nostre forze ai nostri Comuni, spesso trascurando le famiglie, spesso trascurando il nostro lavoro (noi non viviamo di indennità che sono minime), mossi da un’antica passione.

Ecco, è la passione che ci muove, che ci dà la forza ogni giorno che sorge il sole di continuare malgrado la selva delle norme che ci opprime, malgrado gli strumenti di governo che vorremmo avere e non abbiamo, malgrado le risorse che sono quelle che sono, e di cui parlerà il nostro presidente Decaro, malgrado dobbiamo stare attenti ad ogni passo che facciamo, perché se sbagliamo, anche in buonafede, nulla ci viene perdonato, malgrado tutto questo  noi ci  siamo.

Qualcuno dice di noi che siamo dei matti ad aver accettato questo incarico; forse ha ragione ch dice questo, ma io penso, Signor Presidente e cari colleghi, che sottile sia il filo tra la pazzia e l’amore e quindi siamo più che dei matti, degli innamorati, innamorati dei nostri territori che non tradiremmo per nessun motivo al mondo.

Grazie Signor Presidente per la Sua presenza.

Grazie a Enzo Bianco, Sindaco di Catania, Presidente della nostra Assemblea Nazionale, e al nostro Presidente nazionale Antonio Decaro, Sindaco di Bari, e a tutto il Consiglio nazionale per aver scelto Vicenza per questa 34^ Assemblea.

A tutti voi che siete venuti dalle varie Regioni d’Italia voglio da questo microfono farvi riflettere su un’immagine che idealmente vi invio, un’immagine  tragica e vera. Proprio cento anni fa, nel 1916/17 la Grande Guerra ebbe il fronte più duro qui a pochi chilometri, sulle nostre montagne.  Giovani da tutta Italia, dai vostri Comuni, dalle isole dal sud, dal centro e dal nord, colti o analfabeti, giunsero a Vicenza con le tradotte ferroviarie, e da Vicenza punto di smistamento avanzato furono inviati al fronte.

Centinaia di migliaia di loro non tornarono più ai loro paesi e sono rimasti qui negli Ossari che cerchiamo di onorare. Oggi, a cento anni di distanza, Voi Sindaci siete tornati qui a Vicenza in pace per parlare di futuro del nostro Paese.

Vicenza è una città media, come tante altre. Dopo diversi anni la nostra Assemblea nazionale si tiene qui in una città che non ha un aeroporto e non è nella dorsale Milano-Bologna-Firenze-Roma- Napoli. Ma l’Italia non è solo quella delle grandi città metropolitane, è anche quella dei territori, quella delle comunità piccole ma con la dignità della loro storia e la forza delle tradizioni, del lavoro e dell’economia.

Questo è il nostro Paese.

Ad esempio, questa Fiera dove ci troviamo è frutto del coraggio di due Amministrazioni comunali e provinciali Vicenza e Rimini, con il mio collega Andrea Gnassi, che hanno unito le loro Fiere dando vita a IEG, secondo gruppo industriale fieristico per fatturato in Italia, primo per redditività, primo per organizzazione diretta di eventi, una delle grandi fiere internazionali europee. Questo è importante, si fa con il coraggio, e noi il coraggio lo abbiamo.

Penso che la caratteristica principale che deve contraddistinguere un Sindaco sia la vicinanza ai cittadini dei quali vanno ascoltate richieste e lamentele, suggerimenti e critiche, speranze e preoccupazioni. Vicini ai cittadini, nei momenti belli ma anche in quelli difficili.

Ad esempio la necessità di ridistribuire le risorse senza lasciare indietro nessuno, con attenzione verso chi ha una vita travagliata, a volte sbagliata, noi sindaci non giudichiamo. Ai problemi di sempre, se ne stanno aggiungendo altri non meno complessi: l’inquinamento dell’ambiente, ad esempio.

Da queste parti vi è stato un grande sviluppo dal dopoguerra con poca attenzione però verso l’ambiente. Nascevano più ditte che bambini e si è costruito un tessuto economico tra i più potenti d’Europa. Ma per decenni una normativa inadeguata e una sensibilità ambientale scarsa hanno considerato l’aria e l’acqua come risorse infinite. Oggi ne raccogliamo i frutti: una pianura padana ove le polveri sottili sono per tanti giorni all’anno superiori ai livelli di concentrazione previsti dalla Legge. E alcune falde d’acqua preziose sono state inquinate con sostanze perfluoroalchiliche,  i PFAS.

Ma giacché quell’acqua degli acquedotti si è bevuta a lungo, oggi è nel sangue dei cittadini, anche dei bambini e le mamme che danno la vita, che stanno combattendo in prima persona incitando le Amministrazioni di vaste aree delle province di Vicenza, Padova e Verona ad agire per portare acqua buona con nuovi investimenti e a dare per la potabilità limiti nazionali agli inquinanti vicini allo zero.

Questa terra, come altre, ha conosciuto anche un terribile disastro sul piano fiduciario. Sto parlando di alcune banche popolari che hanno finito per ingannare piccoli azionisti e risparmiatori che si sono ritrovati, dall’oggi al domani, con un valore azzerato delle loro azioni presentate per anni come un investimento sicuro, nel silenzio di chi doveva controllare. Una fiducia tradita che suona come grave. La Magistratura farà il proprio dovere, ma Governo e Parlamento, oltre a quanto già fatto, dovranno ancora agire, magari in occasione della prossima legge finanziaria.

Vi sono poi tanti problemi comuni a tutti noi: ad esempio l’accoglienza e i richiedenti asilo. Lo Sprar, anche qui a Vicenza, con l’accoglienza diffusa in piccoli gruppi, è la via. Ma è necessaria una svolta verso una politica internazionale. Al Ministro Minniti che parlerà venerdì dico di agire nella strada atta a garantire ai popoli poveri il diritto di non migrare. Basta con le carrette del mare, aiutiamoli là, educhiamoli per far crescere i loro territori.

Ma noi evitiamo le semplificazioni, o peggio i messaggi populisti che avvelenano le nostre comunità. Parleremo in questi giorni della prossima Legge finanziaria. Ne parlerà tra poco il nostro presidente Decaro; io faccio solo un appello al Governo: dimostri audacia verso di noi, riponga fiducia nella capacità dei Comuni di spendere e soprattutto di investire bene, aiutando il Paese a ripartire dopo gli anni duri della crisi. Sia audace il Governo nella prossima Finanziaria, pur imbrigliato dalle norme europee.

Anci avrà un ruolo fondamentale di rappresentanza delle nostre esigenze. Sciagurati o malinformati sono i nostri colleghi che pensano che possiamo fare a meno di Anci. Senza Anci e la sua indipendenza politica saremmo veramente soli.

Indigeribili per me sono alcuni ordini di partito diretti ai Sindaci. Un sindaco, anche quando è di un partito, non è del partito, ma rappresenta tutti i suoi cittadini e non dovrebbe mai subire pressioni, se non dai propri cittadini.

Ai Sindaci dopo la legge 56 del 2014 è stato chiesto qualcosa di più. Di occuparsi anche delle aree vaste quali sono le Province e le Città Metropolitane. Anche come presidente dell’Unione delle Province d’Italia permettetemi di riservare un saluto particolare ai sindaci e ai consiglieri comunali impegnati a governare le Province italiane senza alcuna indennità, e in questa sala ce ne sono molti. E nel farlo, voglio ricordare le parole che Lei, Signor Presidente, ha avuto modo di pronunciare più volte nei discorsi ufficiali e negli incontri che in questi anni ha voluto accordare alle delegazioni dell’Unione delle Province d’Italia. “È nostro compito – ha detto –  accumulare e distribuire con intelligenza il capitale sociale, in modo da consentire a tutti il pieno esercizio di una cittadinanza attiva”. Un compito che si esplica proprio nelle Province e nelle città metropolitane.

Dovrebbero essere motori dello sviluppo territoriale, abituando noi sindaci a lavorare insieme e a gestire insieme problemi amministrativi di area vasta. “Insieme” deve essere il nuovo modo di fare i sindaci, soprattutto i giovani. Una missione che è stata bruscamente impedita dalla grave emergenza finanziaria provocata da tagli definiti irragionevoli da parte della stessa Corte dei Conti.

Ricordo il monito che Lei Signor Presidente lanciò proprio nel corso di un’Assemblea dell’Anci, quando sottolineò come sia indispensabile non concentrare gli sforzi soltanto nei territori metropolitani poiché si tratterebbe di una scelta dissennata, che porterebbe all’impoverimento e alla sterilità di larga parte del territorio nazionale.

Nei confronti delle Regioni deve essere chiaro il concetto così sentito da noi sindaci e sancito dalla stessa Costituzione che riconosce le autonomie ben preesistenti rispetto allo stesso Stato. E cioè il principio della sussidiarietà, per il quale il potere amministrativo deve essere il più possibile amministrato vicino ai cittadini e  non accentrato in un neocentralismo regionale che sarebbe un errore peraltro contrario ai dettami costituzionali.

Nel Veneto siamo alla vigilia di un referendum approvato dalla Corte Costituzionale che rivendica maggiori forme di autonomia, di cui al dettato costituzionale. Ma guai se questo significasse un nuovo centralismo regionale. Al contrario, deve essere interpretato come un rafforzamento della filiera della autonomie che avrà bisogno quanto prima a livello nazionale di un riordino e di una nuova architettura ordinamentale mirata a forme sempre più associate di funzioni amministrative. Non isoliamoci come sindaci. Autonomia deve essere sinonimo di responsabilità. Autonomia deve significare: fare meglio spendendo meno, altrimenti tanto vale lasciare le cose come stanno.

Cari colleghi, auguro a tutti noi, al Governo che ci accompagnerà e a tutti i nostri qualificati interlocutori un buon lavoro qui a Vicenza. E spero che, a partire da stasera, vi possiate anche immergere nella bellezza di questa città, cogliendo l’occasione di visitare anche la grande mostra dedicata a Van Gogh in uno dei monumenti simbolo della nostra città, la Basilica Palladiana.

Grazie Presidente per essere oggi qui a Vicenza; la sua presenza e le sue parole saranno di incoraggiamento per noi. Abbia fiducia dei Suoi circa 8000 cittadini che portano con orgoglio, con dignità e con sobrietà la fascia tricolore”.

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