5 Aprile 2018 - 10.46

VICENZA – All’Astra l’avanguardia del teatro italiano racconta “Il Controllore”

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Tre anni, una delle linee ferroviarie più antiche d’Italia – la storica Transappenninica Porrettana, che unisce Pistoia a Bologna –, un’umanità in via d’estinzione da raccontare e una giovane compagnia, Gli Omini, Premio Rete Critica 2015 e Premio Enriquez per l’innovazione drammaturgica e la ricerca sociale: è così che nasce “IL CONTROLLORE”, lo spettacolo che la formazione pistoiese, tra le più innovative della scena contemporanea e per la prima volta a Vicenza, sta per portare sul palco del Teatro Astra. L’appuntamento – unica data regionale – è per sabato 7 aprile (ore 21), ultima tappa del cartellone “Terrestri 17/18” curato da La Piccionaia per il Comune di Vicenza con il sostegno di Ministero dei Beni Culturali, Regione Veneto e Provincia di Vicenza. Inaugurata nel 1864, con i suoi 99 km di strada ferrata, le 47 gallerie, i 35 tra ponti e viadotti e una miriade di punti panoramici vertiginosi, la Porrettana si inerpica sulla montagna, corre attraverso boschi di castagni e, tra stazioni interdette e costruzioni in rovina, raggiunge piccoli paesi sempre più spopolati: un’opera – e un territorio – di valore inestimabile, che sono stati negli ultimi anni oggetto di un percorso di recupero e valorizzazione. Un percorso che è passato anche attraverso il teatro, proprio grazie al “Progetto T” ideato e realizzato da Gli Omini, che di Pistoia sono originari, e prodotto dall’Associazione Teatrale Pistoiese. Il progetto è stato inaugurato nel 2015 con lo spettacolo “Ci scusiamo per il disagio”, andato in scena nel Deposito dei Rotabili Storici della Stazione del capoluogo toscano, ed è proseguito con “La corsa speciale”, allestito in una radura lungo il percorso dei binari, nei pressi di Castagno. “IL CONTROLLORE” è l’ultimo capitolo del viaggio con cui Gli Omini sono andati alla scoperta di questo patrimonio storico e umano. E lo hanno fatto attraverso la pratica creativa che fin da “Memoria del tempo presente” è diventata la loro cifra peculiare: l’indagine sul campo, quasi antropologica, alla ricerca di immagini, storie, ricordi, volti, persone, confessioni e racconti. Gli Omini hanno frequentato i vagoni del treno, sono stati nelle stazioni e lungo i binari, hanno ascoltato le persone che quei luoghi hanno abitato, abitano e percorrono. E così, attraverso la scrittura di Giulia Zacchini, diciassette fermate, quelle tra Pistoia e Bologna, sono diventate diciassette piccoli mondi visti dal finestrino. In scena, Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi e Luca Zacchini sono tre diversi controllori e, a turno, anche passeggeri, per un ritratto tragicomico, surreale e umoristico, dolce e amaro, di uomini, treni e viaggiatori. “Qui continua la nostra ricerca sugli uomini lungo i binari – spiegano Gli Omini -. Su quelli che camminano ai bordi, quelli che tentano di non vederli, quelli che ci stanno sopra e vanno diritti. Tutti sono insieme, senza rendersene conto. Fanno finta di essere soli. Sotto l’occhio attento, o distratto, o distrutto dei controllori. Chi si siede sempre allo stesso posto, chi guarda in basso, chi non trova il cesso. In treno succede di tutto. E i controllori passano e controllano. Ancora una volta. È un continuo, un continuo. Sono scese nove persone e ne sono salite tre. Quanto li cambiano le vite degli altri che passano? Cosa sono le cose proibite? Quali regole devono essere seguite? Cos’è questo odore? Possiamo ancora farci domande? Il treno di notte si è fermato. O forse non era neanche notte. E nemmeno un treno. Erano anni difficili da capire. Non si riusciva a distinguere una mosca da un regalo, un sacchetto da una donna, un idiota da un eroe. Era buio, quello si vedeva, o meglio, non si vedeva”.

 

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