7 Febbraio 2018 - 14.51

VICENZA – Agricoltura in rosa: un’azienda su quattro è condotta da una donna

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L’agricoltura si tinge sempre più di rosa. L’anno che si è da poco chiuso ha segnato un netto incremento delle aziende agricole a conduzione femminile nel Vicentino. I dati provinciali vedono 1.928 imprese a prevalente conduzione femminile su un totale di 8.470, pari al 23% delle imprese attive. Le donne non si limitano più ad affiancare l’agricoltore nell’attività amministrativa, ma assurgono sempre di più a un ruolo di primo piano, aprendo anche nuove strade per l’azienda familiare. “Dai nostri dati emerge come la pattuglia rosa stia crescendo – dice Massimo Cichellero, direttore di Confagricoltura Vicenza -, soprattutto nel settore dell’agriturismo e del turismo rurale, dove è importante la capacità di fare accoglienza. Spesso si tratta di donne in possesso di una laurea in agronomia e in enologia, ma anche in altre materie che nulla hanno a che fare con l’agricoltura. Il dato interessante è che il mondo agricolo comincia a suscitare interesse anche tra le giovani”. Dai dati dell’ufficio statistica della Camera di Commercio di Vicenza, aggiornati al 30 settembre 2017, il numero di imprese femminili attive in agricoltura, silvicoltura e pesca è di 1.928, di cui 1.748 imprese individuali, 146 società di persone, 30 società di capitale e 4 cooperative. Sono ben 2.838 donne che rivestono una o più cariche di primo piano nelle aziende agricole: 1.748 sono titolari, 729 soci e 361 amministratori. La stessa persona a volte è titolare di più cariche in imprese diverse. La fascia prevalente di età delle donne titolari è quella che va dai 50 ai 69 anni (788), seguita dalle over 70 (639), dalla fascia dai 30 ai 49 anni (290) e dai 18 ai 29 anni (31). Anche tra i soci e gli amministratori la fascia prevalente è quella che va dai 50 ai 69 anni.

Ecco due storie esemplari di donne di Confagricoltura Vicenza che si sono lanciate in agricoltura con successo.

Silvia Zini, titolare dell’azienda agricola e agriturismo Palazzo Rosso Farm a Longare, 50 anni. Diplomata al liceo scientifico, si era iscritta all’università di lingue orientali, ma ha lasciato gli studi per lanciarsi in campagna. “Mio papà aveva acquistato l’azienda agricola, ma lui aveva un altro lavoro, così ho deciso di lasciare i libri e prenderla in mano io. Ho cominciato con l’aiuto di un perito agrario, facendomi le ossa poco a poco per adeguarmi ai ritmi diversi della campagna e a un ambiente tutto di uomini e di persone molto più vecchie di me. Ho coinvolto nell’azienda anche mio marito, che era ingegnere. Oggi abbiamo sei ettari di vigneto e 130 ettari coltivati a seminativi come grano tenero, duro, avena, orzo e girasoli, soia, mais, colture da semi, foraggio, sorgo, erba medica. Abbiamo una parte biologica da 17 anni e l’altra messa a conversione da due mesi. È dura, perché per i seminativi è un periodo molto difficile, ma speriamo nel rilancio del bio. Lavorare in campagna mi piace: so guidare anche il trattore”.

Giulia Lovati Cottini, 43 anni, presidente di Agriturist Vicenza, è contitolare con il marito Giovanni dell’agriturismo Villa Feriani di Montegalda. Laureata in economia, aveva iniziato a lavorare nello studio di un commercialista, quando ha conosciuto il suo futuro marito, che faceva l’agricoltore. “Non ho esitato a lasciare tutto e a seguirlo nell’avventura in campagna. Ho iniziato a collaborare e poi, man mano che i figli crescevano, mi sono dedicata all’agriturismo, che ormai seguo io quasi completamente. Mio marito lavora i campi di seminativi e uva, e le serre con verdure e frutta. Io faccio composte, passate e sottoli per l’agriturismo. Non farei mai cambio con la vita che facevo prima. Mi sono abituata al profumo e alla bellezza della campagna e lo smog della città mi dà un fastidio incredibile”.

 

 

 

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