24 Giugno 2016 - 10.47

VICENA – Cibi del territorio per salvare agroalimentare ed economia

cibo

“Il cibo italiano dei nostri territori rappresenta una vera e propria leva per l’economia locale e contribuisce a salvare le aziende, fortemente minacciate dai prodotti provenienti dall’estero, che maldestramente tentano di imitare le nostre eccellenze, mettendo a rischio posti di lavoro e sopravvivenza stessa delle imprese”. Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù intervengono evidenziando il fatto che gli unici marchi italiani presenti nella top ten di quelle più influenti operano nell’agroalimentare confermando il primato enogastronomico del made in Italy, che è l’unico al mondo che con 4965 prodotti alimentari tradizionali censiti dalle regioni ottenuti secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, 283 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, ma è anche il più green con quasi 50mila aziende agricole biologiche in Europa e la scelta di vietare le coltivazioni ogm a tutela del patrimonio di biodiversità. Numeri significativi, che emergono dall’indagine “The Most Influential Brands” realizzata da Ipsos in 21 Paesi per comprendere l’impatto delle marche sulla nostra vita quotidiana che nella classifica italiana vede riconosciuti come brand più influenti, nell’ordine: Google, Amazon, Facebook, Samsung, Nutella, Microsoft, eBay, Apple, Parmigiano Reggiano, Youtube. “Il successo del cibo italiano è sostenuto dal record delle esportazioni, che hanno raggiunto nel 2015 il massimo storico di 36,9 miliardi con un aumento del 79% nell’arco dei 10 anni. Ma gli alimentari – concludono il presidente Cerantola ed il direttore Palù – sono anche il primo obiettivo di spesa dei turisti che in più di sei casi su dieci durante le vacanze in Italia fanno shopping di cibo. Il food shopping riguarda ben il 62% degli stranieri e batte nettamente negli acquisti i tradizionali souvenir (50%), l’abbigliamento (48%) e l’artigianato (25%), secondo le elaborazioni Coldiretti sullo studio In viaggio attraverso l’Italia”.

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