18 Marzo 2019 - 9.55

Via della seta, opportunità o rischio?

 

 

 

Nuova via della seta, quattro parole che stanno animando da alcuni giorni la scena politica. Ma in realtà cosa s’intende. E’ un accordo economico al vaglio tra Italia e Cina, per favorire le esportazioni italiane nell’enorme ed immenso mercato cinese. Un accordo che avvicina il nostro bel Paese a Pechino, e crea non poche tensioni con l’alleato storico statunitense.

Belt and Road initiative ( BRI )in Inglese, nuova via della seta in italiano, vedrebbe la realizzazione di una serie di infrastrutture di trasporto e logistica con una serie di collegamenti marittimi e ferroviari, capaci di collegare in maniera capillare la Cina all’Asia Centrale ed all’Europa.

Se il governo deciderà di aderire al BRI, sarebbe il primo tra i membri del G7 a firmare questo accordo, e l’occasione potrebbe essere la visita ufficiale a Roma il prossimo 21 marzo di Jinping.

Secondo molti questo potenziale accordo nasconde non poche insidie. La Cina potrebbe e vorrebbe assicurarsi un’egemonia economica per molti anni, condizionando le politiche di molti stati attraverso prestiti, finanziamenti ed un controllo diretto su importanti infrastrutture commerciali.

Ci sarà poco da fare se il tutto prenderà piede. Neanche il famoso slogan PARONI A CASA NOSTRA potrà bastare per fermare l’onda rossa cinese. Non siamo riusciti in tutti questi anni a fermare l’immigrazione regolare o clandestina, figuriamoci se poi volessimo fermare la potenza coloniale cinese.

E’ un po’ sacrificare la nostra libertà, le nostre tradizioni, le nostre conoscenze, nel tentativo di trovare un mezzo per incrementare il malefico PIL, per portare nuovo lavoro e nuove opportunità laddove ormai non esistono quasi più.

Ricordiamoci che il tutto avrà un prezzo molto caro da pagare. Ricordiamoci cos’era, per esempio, il settore tessile per il nostro Paese negli anni 90 e cos’è adesso dopo la colonizzazione cinese.

Il popolo cinese è già presente in maniera importante nel nostro Paese, con società che operano in vari settori, a volte anche al limite se non oltre la legalità. E’ presente ma non si vede. E’ invisibile perché difficilmente coinvolto in episodi che provocano reazione pubblica. Di sicuro quanto prodotto nel nostro territorio non viene poi reinvestito nel nostro territorio, ma bensì trasferito alla casa madre. Non sempre vengono rispettate le norme vigenti sia a livello igienico, sia a livello sicurezza, sia a livello fiscale. E’ un mondo a parte, che se ne frega di tutte le regole presenti in Italia. Chi dice il contrario probabilmente è lontano dalla realtà, oppure fa finta di non conoscerla. Laddove le nostre imprese chiudono magari soffocate dalla burocrazia e dalla fiscalità, le imprese cinesi aprono e chiudono a loro piacimento, ma non sempre può trattarsi solo di migliori capacità ed intuizioni commerciali !!

Povera Italia, venduta nuovamente, per mancanza di idee, e per mancanza di soluzioni capaci di creare prosperità, crescita economica e commerciale. Se grazie all’incapacità della classe politica il passato ha distrutto il presente di molte generazioni, rischiamo che il presente condizioni negativamente il futuro di molte persone.

Non c’è da stare tranquilli. Non stiamo parlando solo di accordi economici. Si parla anche di guerra fredda tra occidente ed oriente, tra Stati Uniti e Cina, per avere la supremazia politica ed economica globale, sperando che le due visioni diverse del mondo non sfocino mai in pericolosi e devastanti conflitti bellici.

Solo il tempo potrà effettivamente dire se non sarà un cavallo di Troia, e se l’intesa avrà solo come obiettivo quello di creare crescita, piuttosto che una colonizzazione da parte della Cina.

La speranza, soprattutto per le future generazioni, è che il progetto di egemonia globale non possa portarci in futuro a perdere i valori della nostra libertà.

 

 

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

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